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 2010  dicembre 11 Sabato calendario

BOOM DI IPERMERCATI IN INDIA

Un mercato in crescita vertiginosa, che tuttavia è ancora largamente precluso ai distributori stranieri, relegati al cash and carry.

La grande distribuzione indiana è in pieno boom. Con una popolazione di oltre un miliardo di abitanti, il commercio al dettaglio nel subcontinente è destinato a balzare del 53% a 545 miliardi di dollari (oltre 351 miliardi di euro) entro il 2014, il tasso più alto al mondo, superiore anche a quello della Cina.

Mentre le vendite nelle grandi superfici registrano una crescita del 20% all’anno.

Il settore della distribuzione è dominato al 90% dai piccoli negozi di prossimità. Le grandi insegne hanno fatto la loro apparizione in India relativamente da poco, negli anni novanta. E oggi le vendite della gdo pesano «solo» per una ventina di miliardi di dollari, ma conoscono una crescita annuale a doppia cifra. Quindi le opportunità sono immense.

Al momento però per gli operatori stranieri è impossibile investire in negozi multimarca con la propria insegna e quindi in propri ipermercati. Essi devono accontentarsi di negozi all’ingrosso o cash and carry. Mentre la partecipazione nelle insegne di marca (Lacoste, Bata e così via) non deve essere superiore al 51%.

In questa situazione crescono gli appelli al primo ministro Manmohan Singh affinché questa legislazione così restrittiva venga ammorbidita. Il governo sarebbe pronto a un’apertura, ma il Partito del congresso, che domina il parlamento, teme che una riforma danneggi il piccolo commercio. Di tutt’altro avviso l’associazione dei distributori indiani (Rai), secondo la quale un’apertura agli stranieri stimolerebbe le partnership nei multimarca e inietterebbe capitali per le infrastrutture e la logistica, a tutto vantaggio delle zone rurali. Il presidente di Rai, Kumar Rajagopalan, stima che un ammorbidimento dell’attuale legislazione attirerebbe «almeno 20 miliardi di dollari di investimenti in cinque anni».

Nulla da meravigliarsi che gli attori locali procedano con il vento in poppa.

Il numero uno della gdo indiana, Pantaloon Retail, dispone di mille punti vendita e ha aperto lo scorso giugno a Bombay il suo più grande ipermercato Big Bazaar. Bharti retail ha invece inaugurato una sessantina di grandi superfici solo nel secondo semestre dell’anno. Quanto a Shoppers Stop, «ci sono voluti vent’anni per aprire trenta negozi», ha detto il numero uno Govind Shrikhande, «e inaugureremo i prossimi trenta in meno di cinque anni».

Nell’attesa di una riforma, l’americana Wal-Mart, insieme a Bharti, ha inaugurato due magazzini cash and carry nella regione del Punjab. La tedesca Metro ha fatto lo stesso a Bangalore, Hyderabad, Kolkata e Mumbai. E il gruppo francese Carrefour ha appena aperto il suo primo ingrosso a Delhi, sotto la propria insegna. Sperando che questa superficie di 5.100 metri quadrati diventi una sorta di cavallo di Troia nel mercato indiano.