Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2010  dicembre 10 Venerdì calendario

Egregio dott. Dell’Arti, ho letto il Suo articolo odierno sulla Gazzetta, trovandolo piacevole e ben documentato

Egregio dott. Dell’Arti, ho letto il Suo articolo odierno sulla Gazzetta, trovandolo piacevole e ben documentato. Tanzi però è solo la punta dell’iceberg, ci sono aspetti inquietanti del caso Parmalat che pochi conoscono e nessuno ha mai citato. Ecco alcune mie idee, ovviamente corroborate da documenti che - in caso di Suo interesse - Le farò avere... Io penso che la figura di gran lunga più inquitante del caso Parmalat sia il "celebratissimo" dottor Enrico Bondi, passato alle cronache come "salvatore". Peccato che la realtà sia molto diversa... Pochi ricordano che Bondi era l’AD di Vecchia Parmalat il mese precedente al default. Bondi arriva in Parmalat il 5 dicembre 2003, evidentemente anche con l’assenso di Tanzi, e invece di bloccare tutto (per esempio: la negozazione delle azioni...) e verificare se fosse o meno autentica la disponibilità dei 4 miliardi depositati su Bank Of America, paga il bond in scadenza l’otto dicembre, convincendo il mercato che Parmalat potesse salvarsi. Nei giorni successivi, ovviamente, le azioni passano dalle banche ai...risparmiatori ignari, così come parte dei bond. Bondi non dice nulla, aspetta che il processo di scarico di titoli tossici si completi e il 19.12.2003, cioè settimane dopo, si "accorge" che i 4 miliardi non esistevano, erano frutto di un semplice trucco contabile fatto in azienda con lo scanner... Alla faccia del grande manager!!! Stranamente lo stesso Bondi viene indicato dal governo come commissario straordinario della stessa azienda, pur essendo senza ombra di dubbio coinvolto (e/o colluso?) nel dissesto. Non basta: Bondi diventa anche presidente della Fondazione Creditori e, colmo dell’assurdo, nel 2005 è sempre lui che si mette alla guida di Nuova Parmalat. Bondi uno e trino, un miracolo della provvidenza. Ci sono decine di documenti nel quale Bondi figura e firma nei suoi molteplici e diversi ruoli. Se la canta e se la suona.... un conflitto di interesse al cubo. E i risparmiatori? Gli obbligazionisti vengono ristorati con azioni della nuova società andata in borsa il 5.10.2005. Ma per una percentuale ridicola rispetto al nominale delle obbligazioni investite. Diverso è il caso dei creditori "chirografi": allevatori, fornitori, ect: anche a loro vengono date azioni in pagamento, ma in ragione di un’azione per ogni euro di credito (100 €=100 azioni). Per "combinazione" il primo giorno di quotazione l’azione Parmalat è pagata dal mercato 3 € e passa, per cui l’allevatore che ha venduto tutte le sue azioni il primo giorno (e anche i mesi dopo) ha TRIPLICATO il suo credito. Se le avesse vendute oggi, cinque anni dopo, avrebbe "solo" raddoppiato il credito. Un bell’affare la ristruttorazione Parmalat, vero? Questo spiega perchè Bondi a Parma è un dio e per gli emiliani (bersani compreso...) la ristrutturazione è stata un bel lavoro. E i vecchi azionisti? "Andate dagli avvocati" diceva Bondi subito dopo il default. Avvocati? Mi dica in quale parte del Mondo esiste che un’azienda torna in piedi, torna in borsa, si occupa dello stesso business, con lo stesso marchio, la stessa fabbrica, gli stessi camion ect. ma però non appartiene più agli stessi azionisti di prima. Bondi diceva che "non c’erano soldi" per ristorare i vecchi azionisti. Ma sarebbe bastato fare un’aumento di capitale, un’operazione finanziaria semplicissima (ch avrebbe portato soldi nelle casse della nuova società) per rimetterli tutti in gioco. Lo stesso Bondi fin dal 2005 paga regolarmente un dividendo agli azionisti nuovi, quindi i soldi c’erano. Se uno va a vedere chi sono i nuovi azionisti, trova fondi, grosse istituzioni finanziarie e le stesse banche che sono finite sotto accusa per la truffa. Anche per le banche, oltre che per i lattai, Parmalat è stato un grandissimo affare. Grazie a Bondi... Il 27 aprile 2007 alcuni azionisti di minoranza hanno presentato una proposta di merger tra due Parmalat che verteva su un amento di capitale da un euro che i vecchi azionisti avrebbero pagato per rientrare nel capitale della nuova. Che qiundi ci avrebbe...guadagnato. Perchè la proposta è stata tenuta nel cassetto?? C’era interesse a tagliare fuori i vecchi azionisti? Bondi ha fatto altri piani e prima o poi li attuerà (non scordiamo che Tanzi detiene il 51% di Vecchia Parmalat, la quota -intestata a Coloniale- è sotto sequestro presso il tribunale di Parma, ma se le azioni (tutte...) tornassero a valere, Tanzi potrebbe "scambiarle" in cambio delle sue condanne. Fantafinanza? Chissà. Non è finità. Nel 2007 Nuova Parmalat è finita sotto accusa in America (class action) e il contenzioso è finito con una transazione tra class action (obbligazionisti e azionisti internazionali) costata alla Nuova Parmalat 10,5 milioni di azioni (circa 20 milioni € al valore di oggi). Ma è stato un accordo truffa pure questo: Nuova Parmalat ha transato ottenendo un documento che manleva da qualsiasi ulteriore responsabilità da parte di chiuque sia stato danneggiato (azionisti vecchi in primis). Cioè: chi ha accettato di dividersi i 20 milioni (adesione alla class) ha automanticamente manlevato la Nuova Parmlalat da qualsiasi azione futura risarcitoria, in ogni paese del Mondo. Il risvolto grottesco è che la decisione se aderire o meno alla class andava presa entro un termine ultimativo (marzo 2009) MA SENZA SAPERE L’IMPORTO del risarcimento, che a tutt’oggi non è noto. Chi ha accettato dovrebbe vedersi recapito l’assegno nei primi mesi del 2011. Ma l’mporto ancora nessuno lo sa. E siccome gli aderenti alla class sono decine di migliaia, c’è il fondato sospetto che ciascuno riceverà... un pugno di mosche. Chi voleva tenere il diritto di procedere in sede civile contro Nuova Parmalat ha potuto farlo escludendosi dalla class action, con una procedura che si chiama Option Out. Tra i circa 800 soggetti, ci sono circa 600 risparmiatori italiani, qualche banca estera (ovviamente quelle con cui Bondi non ha trattato, ritirando le azioni dela Vecchia Parmalat), diverse assicurazioni estere e ....sorpresa! c’è anche PARMALAT FINANZIARIA!!! Cioè: Bondi, come commissario della vecchia azienda, si è costuito in america contro lui stesso, cioè contro la Nuova Parmlaat.. E non ha neanche accettato la transazione che lui stesso ha proposto!!! Perchè??? Inoltre: 1. Bondi non ha mai voluto pubblicare il bilancio di Vecchia Parmalat, che pure NON E’ FALLITA perchè è stata rimessa in bonis dal decreto Marzano 2. Non si sa chi sono i soci di Vecchia Parmalat, perchè nelle transazioni del 2004-2008 Bondi ha chiuso i contenziosi con le banche, incamerando lui stesso le azioni di Vecchia Parmalat che erano in mano alle Banche 3. Vecchia Parmalat adesso è una società in bonis, probabilmente con qualche assett residuo, e fa parte del Gruppo Parmalat. Che avrà pensato di farne, il mitico dottor Bondi? 4. Le azioni di Vecchia Parmalat sono ancora nei dossier dei risparmiatori, non sono state annullate, quindi non è vero - come hanno sempre detto e scritto la maggior parte dei commentatori (evidentemente "informati" da chi di dovere) che le azioni non esistevano più, e che gli azionisti avevano perso tutto. 5. Al Tribunale di Parma sono state presentate circa 45 cause (per un controvalore di vari milioni di €) promesse dal Cripap (www.cripap.org) associzione dei piccoli azionisti assistita dall’avv, Gabriella Napoli di Roma... Ma nessuno, chissà perchè, ne ha parlato. Gli attuali azionisti lo sanno? La Consob lo sa? Ne dubito fortemente.... 6. Il mio fondato sospetto è che, come al solito, Bondi farà lauteamente guadagnare "qualcuno" a dispetto della stragrande maggioranza dei risparmiatori truffati. 7. Perchè Bondi, che pure è commissario nominato dal governo, non ha mai dato risposte su Vecchia Parmalat? Deve coprire qualche interesse del veccio azionista di maggioranza??? (Coloniale, cioè...Tanzi?????) Altro che quadri ritrovati... Il mistero continua....Se desidera documenti, informazioni, ect non esiti a chiamarmi... Dott. Carlo Giulietti 335 609 66 55 Risposta alla mia proposta di girare la sua lettera al Fatto Buon giorno, no, tenga tutto nel cassetto. Ci sono risvolti ancor più "clamorosi" che potrebbero verificarsi nelle prime settimane del 2011. Per adesso lasciamo tutto lì. Le volevo solo far sapere che, nel caso Parmalat, nulla è come appare e che Tanzi è (forse è sempre stato...) unicamente la pedina di un gioco molto più grande di lui. La domanda che ci possiamo porre è: ccom’è che nessuna procura, nessun magistato, ect ha mai avuto nulla da ridire sull’operato di Bondi? Mi scordavo di dirle che il famoso "decreto Marzano", cioè la legge concordataria che tiene in piedi tutto il castello di Bondi, è ancora sub judice in Cassazione, perchè appellata da alcuni risparmiatori (obbligazionisti e azionisti della Vecchia società). Quindi, teoricamente (molto teoricamente...) potrebbe pure essere che il concordato venga cassato, la Nuova Parmalat scompaia... in quel caso tornerebbe tutto in capo a Parmalat Finanziaria, di cui il famigerato Tanzi ha ancora (fino a prova contraria...) il 51%. Okay, la quota è sotto sequestro, ma Report ha rivelato che anche alcuni dei famosi quadri ritrovati sono (erano?) stati lasciati in custodia dal Tribunale di Parma allo...stesso Tanzi. Magari gli lasciano in custodia pure le azioni sequestrate.... La cosa più impressionante di tutte è che pochissimi sanno di questi "fatti", che nessuno ha mai indagato, men che meno gli inquirenti. E si, ci mancherebbe... La terrò aggiornato su tutto. Buon week end