GIAMPAOLO VISETTI, la Repubblica 10/12/2010, 10 dicembre 2010
IL GIORNO DI LIU, IN UNA CELLA SENZA FINESTRE
pechino - Liu Xiaobo trascorre il giorno del suo Nobel per la pace da solo, in una cella senza finestre e fredda, alla luce di una candela. Le guardie del carcere di Jinzhou lo hanno trasferito in isolamento martedì, affinché nemmeno un saluto gridato dalla strada possa ricordargli l´attimo della sua vittoria, celebrata a Oslo con la sua sedia vuota. La prigione della Manciuria è circondata dall´esercito. Il nulla che circonda oggi il poeta dissidente, condannato a undici anni per aver promosso "Charta 08", è lo stesso che avvolge una Cina nervosa, furibonda e blindata. La nazione è nella morsa di una sorta di surreale coprifuoco. In superficie la vita scorre ignara e normale. Ma i cinesi, vittime di una censura maniacale, capiscono al volo la ragione di certi segnali. Nel metrò di Pechino qualcuno, fingendo indifferenza, chiede se ci sia stato un attentato terroristico.
Anche la moglie del Nobel, Liu Xia, oggi è sola e agli arresti. Attorno alla sua casa stazionano decine di sorridenti militari armati. Isolata dal mondo, priva di accuse, non ha potuto far recapitare al marito gli auguri che aveva scritto per lui. Quattro posti di blocco centellinano gli accessi a piazza Tienanmen. È qui che ventuno anni fa il professore innamorato del diritto salvò decine di studenti dai carri armati e scelse il suo destino.
L´ordine delle autorità è che non un´immagine di Liu Xiaobo, non una scritta con il suo nome, possano essere alzati oggi pubblicamente nel Paese. I siti dei network occidentali sono oscurati, come le dirette tivù dalla Norvegia. Ristoranti e sale da thè fino a domani non possono accettare tavoli di oltre sei persone. Nessuno in Cina oggi può riunirsi, né tantomeno fare festa. Ogni cittadino è tenuto a "dare l´allarme in caso di assembramenti". Tra i 250 e i 400 attivisti per la democrazia e i diritti dell´uomo risultano arrestati, o deportati in luoghi sconosciuti. Isolati e sotto scorta anche i fratelli e i genitori del Nobel. I dissidenti che hanno cercato di raggiungere la Norvegia sono stati bloccati alla frontiera e negli aeroporti.
Non uno, dei 143 invitati a Oslo da Liu Xia, è riuscito a partire da un universo sigillato. Contro il "Nobel anticinese" il regime post-maoista mostra il suo volto più duro e grottesco. La propaganda obbliga i giornali a pubblicare editoriali roventi contro la "cospirazione occidentale". Il ministero degli Esteri ha convocato la stampa per assicurare che «il popolo cinese e la maggioranza dei popoli del mondo si oppongono alla scelta del comitato del Nobel, che deve riconoscere di essere in minoranza». Calcola l´assenza a Oslo di 20 Paesi, fra cui Russia, Cuba, Irak, Iran, Afghanistan e Serbia, minacciati di "subire le conseguenze" se non avessero aderito all´embargo. Sotto accusa ci sono gli Stati Uniti, che avrebbero «complottato per umiliare la Cina». Il voto della Camera Usa, che ha reso onore a Liu Xiaobo, viene definito «arrogante e irragionevole». A poco serve il tono conciliante del presidente del Comitato Nobel, Thorbjoern Jagland, quando ribatte che «il premio si fonda su valori universali, non solo dell´Occidente», e che non è una protesta contro la Cina, bensì una scelta «che onora la popolazione cinese». Nello stesso momento, in un hotel di Pechino, un gruppo di imbarazzati professori cinesi cerca di consegnare il "Premio Confucio per la pace", il contro-Nobel ideato in fretta e furia dal ministero della Cultura. Il vincitore però, ex vicepresidente di Taiwan, non si presenta e un pacco di banconote viene messo nelle mani di una ragazzina, che si dilegua.
È un potere che ha perso l´autocontrollo e che diventa ridicolo, rivelando di sapere che la domanda di più libertà e di riforme pacifiche, posta da Liu Xiaobo, è la speranza che ogni cinese nasconde nel cuore. Per questo Pechino trasforma il Nobel nel primo referendum globale tra diritti umani e crescita economica, ordinando alle nazioni di schierarsi con la Cina o contro di lei, con la sua ascesa o con il tramonto occidentale. Schedatura rivelatrice: ma con il caso del signor Liu non c´entra nulla.