Varie, 10 dicembre 2010
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Nemat Marina
• Teheran (Iran) 22 aprile 1965. Scrittrice • «[...] aveva 16 anni quando fu arrestata, trascinata in cella, torturata come “sovversiva comunista” per qualche protesta in classe e un paio di articoli sul giornalino del liceo. Era il 1982, a Teheran. E il lugubre carcere dove rimarrà due anni era Evin [...] Marina riuscirà a evitare la morte: già davanti al plotone d’esecuzione fu salvata da una Guardia della rivoluzione che l’amava, le impose di convertirsi al l’Islam (lei era ed è cristiana), la sposò. Poi la fuga in Canada, un nuovo marito (il suo primo amore), due figli. E nel 2007 un libro: Prigioniera di Teheran (Cairo Edizioni), proibito in Iran, tradotto in 23 lingue [...]» (Cecilia Zecchinelli, “Corriere della Sera” 25/4/2009) • «[...] sono fuori dalle carceri iraniane da anni, ma non posso dire di stare bene: ho ancora incubi e visioni [...] avevo confessato. Non so cosa, ma ho confessato qualunque cosa volevano sentirsi dire. [...] Tutti confessano, nella speranza che l’incubo finisca, le torture termino. Quando passi una settimana legata a una sedia con una benda sugli occhi. O quando hai fame e ti lanciano la zuppa addosso. Quando ti minacciano. Chi non confesserebbe? [...]» (Francesca Caferri, “la Repubblica” 3/5/2009).