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 2010  dicembre 10 Venerdì calendario

Se la provocazione nell’era gay è dichiararsi etero - Per capire la portata dell’ evento, sarebbe come se Ve­spa o Santoro, al culmine della tensione emotiva, scoppiassero in lacrime e confessassero quello che or­mai è inconfessabile: ebbe­ne sì, sono eterosessuale

Se la provocazione nell’era gay è dichiararsi etero - Per capire la portata dell’ evento, sarebbe come se Ve­spa o Santoro, al culmine della tensione emotiva, scoppiassero in lacrime e confessassero quello che or­mai è inconfessabile: ebbe­ne sì, sono eterosessuale. È evidente che da noi nessuno si sognerebbe più di affronta­re un outing del genere, che comporta tutta una serie di umiliazioni e di emargina­zioni, fino all’estrema solu­zione dell’isolamento. Da noi, per avere successo e fa­re carriera, bisogna assecon­dar­e l’onda generale del con­formismo e dei buoni senti­menti: proclamando orgo­gliosamente in pubblico la propria omosessualità, ab­biamo la certezza che la so­cietà ci spalancherà le porte verso le più liete fortune. E al diavolo i bacchettoni di re­troguardia che ancora sbava­no per l’altro sesso. In attesa che anche qui un anchorman trovi finalmen­te il coraggio di confessare, dobbiamo consolarci con Oprah Winfrey, la 56enne re­gina del talk-show a stelle e strisce, nata da madre scono­sciuta e diventata nel tempo l’americana nera più ricca del ventesimo secolo, non­ché la più filantropa, non­ché- secondo alcuni- la don­na più influente del pianeta Terra. In un’intervista con­cessa alla rete Abc, questa si­gnora così famosa e così te­muta è improvvisamente scoppiata in lacrime, negan­do davanti alla sterminata platea la sua omosessualità. «Non sono lesbica», ha di­chiarato pubblicamente, senza temere l’impopolarità del coraggioso gesto. Con questo outing contro­corrente, la signora del vi­deo ha così chiarito il suo rapporto ormai ventennale con l’amica di sempre, Gay­le (va pronunciato tutto at­taccato, per favore). «Lei è la madre che non ho mai avuto - ha spiegato - , è la sorella che tutti vorrebbero avere, è l’amica che tutti desidera­no. Non conosco una perso­na migliore. Ma questo è tut­to ». Quindi, piangendo, il clamoroso outing : «Io non sono lesbica. E sono arrab­biata perché qualcuno pen­serà che sto mentendo». Per quanto abile e scafata come giornalista, Oprah di­mostra quanto meno di sof­frire paure fasulle. Dall’aria che tira nel mondo Occiden­­tale, non sono molti quelli che la considerano una bu­giarda. Sono molti di più quelli che la considerano una delusione. Certo lei non è donna che abbia bisogno di ulteriore successo e nuovi guadagni, ma questa uscita rischia seriamente di nuo­cerle. Sicuramente le avreb­be reso meglio la dichiara­zione d’essere lesbica, per­ché è un fatto che al giorno d’oggi una bella consacrazio­ne omo spalanchi le porte della popolarità, dell’ammi­razione, del prestigio. Sono tanti, sotto i nostri occhi, che si giocano il jolly e si godono il bonus. Solo pochissimi esempi a caso: Dolce&Gab­bana, Busi, Platinette, Tizia­no Ferro, Nicki Vendola, Cecchi Paone, alzi la mano chi può dire che la loro omo­sessualità abbia nuociuto. Siamo al punto che fior di ar­­tisti in crisi di ingaggi, o poli­tici malati di narcisismo, ar­rivano a lasciar correre le vo­ci più ambigue pur di rialza­re velocemente le proprie quotazioni, il proprio fasci­no, la propria notorietà. Per­sino Fabrizio Corona ha sco­perto che tanto affanno per costruire il proprio mito ma­chista era fatica sprecata: è bastato sapere in giro della relazione con Lele Mora e tutti quanti hanno come co­minciato a guardarlo con oc­chi diversi, quanto meno più inteneriti e comprensi­vi... Così è. Per quanto ancora si racconti in giro che dichia­rarsi gay comporti un sacco di seccature, la vita tutta in salita è quella dei trinariciu­ti, reazionari, ottusi eteroses­suali. È per questo che la con­fessione davanti alle teleca­mere di Oprah Winfrey assu­me tutto il sapore di un gesto storico. Nell’era dell’orgo­glio gay, l’eroina non esita ad esporsi con quella frase corrosiva, che risuona come la più estrema delle provoca­zioni: «Non sono lesbica». E succeda quel che succeda. Vecchia Oprah, sei tutti noi. Non siamo rimasti in molti, ma siamo irriducibili. Rivendichiamo il diritto ad avere un posto nella società, rispettabile e rispettato. Dunque stai serena e tira dritta. Poi chissà che un gior­no non ci si ritrovi tutti- fossi­mo pure una sporca dozzina - a una manifestazione di piazza, per gridare la rabbia della nostra riserva indiana. Quel giorno sfileremo fieri e indomiti, a testa alta, incu­ranti dei sorrisi ironici e del­le battute pesanti. Quel gior­no, puoi giurarci, sarai ban­diera e stella dell’«Etero-pri­de ».