Stefano Caselli, il Fatto Quotidiano 10/12/2010, 10 dicembre 2010
SIAMO UN PAESE DI CORROTTI (A COMINCIARE DAI POLITICI)
Si chiama “Barometro della corruzione globale” e per l’Italia, manco a dirlo, non segna bel tempo. L’annuale rapporto della Ong Transparency International è stato presentato ieri a Berlino e nel capitolo “Italia” emerge che nel nostro Paese la percentuale di coloro che sono stati concussi o che hanno pagato tangenti si attesta intorno al 3,8% della popolazione: “Si tratta di un dato assai serio – commenta la presidente di Transparency Italia Maria Teresa Brassiolo – poiché comporta che, stando a questa percentuale, almeno un milione di italiani, negli ultimi dodici mesi, sarebbe stato coinvolto in fatti corruttivi”. Il rapporto di Ti è un’indagine demoscopia condotta in tutto il mondo attraverso circa centomila interviste che - a differenza del più noto “Indice di percezione della corruzione” basato sulla percezione dei fenomeni corruttivi nelle pubbliche amministrazione da parte di esperti e operatori privati - raccoglie, secondo Maria Teresa Brassiolo, “la voce della gente”.
Le risposte raccolte dal “Barometro” evidenziano come il 6,4% degli intervistati abbia pagato tangenti per ottenere permessi di varia natura, l’8,7% per “utilities”, il 6,9% per agevolazioni in campo fiscale: “Un forte incremento – si legge nel Rapporto – si ha nelle transazioni immobiliari (12,9%) e doganali (13,9%)”. Preoccupanti anche i dati relativi alla corresponsione di tangenti in ambito sanitario (10 per cento di risposte affermative) e giudiziario (addirittura il 28,8%).
IN BASE ai dati raccolti, secondo gli italiani l’istituzione più corrotta - sulla base di un indice pari a 5 - è il Parlamento che ottiene un punteggio di 4,4, seguito dalle imprese (3,7), sistema giudiziario (3,4) e media (3,3). Più fiducia, invece, nelle organizzazioni non governative, scuola, esercito e polizia. Impietoso il dato relativo alla corruzione nei partiti politici: negli ultimi cinque anni l’indice è aumentato da un già non onorevole 4,2 (su indice cinque) al 4,4. “La cosa più preoccupante che emerge – commenta Maria Teresa Brassiolo – è l’aumento della sfiducia: il 40% degli italiani non si fida di nessuna delle istituzioni prese in esame. Il costo della sfiducia – conclude – è un costo altissimo nella società e nelle economie”.
Ma c’è chi sta peggio di noi: secondo Transparency i livelli di corruzione rilevati in Nord Africa e Medio Oriente, tallonati da Repubbliche ex sovietiche, Sud America e Balcani, sono assai più elevati. Dati preoccupanti, ma non sorprendenti. A inizio febbraio l’ex presidente della Corte dei Conti Tullio Lazzaro aveva denunciato: “La corruzione è un tumore maligno contro il quale non ci sono anticorpi nella Pubblica Amministrazione e con gli anni sembra addirittura peggiorare. Nel 2009 le denunce sono infatti aumentate del 229%. Se non c’è senso etico – aveva aggiunto Lazzaro – non bastano i giudici, i carabinieri e le altre forze dell’ordine a combattere questo male”. Concetti ribaditi dal suo successore Luigi Giampaolino che lo scorso 19 ottobre, durante la cerimonia di inaugurazione dell’Anno Giudiziario della Corte dei Conti, aveva aggiunto: “Gli episodi di corruzione e di dissipazione delle risorse pubbliche, talvolta di provenienza comunitaria, persistono e preoccupano i cittadini ma anche le istituzioni, il cui prestigio e affidabilità sono essi a dura prova da condotte individuali riprovevoli”.
UN’OCCASIONE per far sentire la propria voce in materia è l’iniziativa lanciata da Libera e Avviso Pubblico per il prossimo weekend: in oltre trecento luoghi in tutta Italia (e nelle 400 botteghe di Altro-mercato e Botteghe nel Mondo) sarà possibile firmare una cartolina appello al presidente della Repubblica Napolitano per sollecitare un suo intervento “affinché governo e Parlamento ratifichino quanto prima e diano concreta attuazione ai trattati, alle convenzioni internazionali e alle direttive comunitarie in materia di lotta alla corruzione e alle norme, introdotte con la Legge Finanziaria del 2007, per la confisca e l’uso sociale dei beni sottratti ai corrotti”.