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 2010  dicembre 10 Venerdì calendario

IL CAPODANNO MAROCCHINO PAGATO CON IL CANONE PUBBLICO

Scenografia e montaggio da cinepanettone. Un dipendente di una televisione pubblica trascorre il capodanno 2009 a Marrakech, un bel ponte dal 30 dicembre al 3 gennaio al calduccio, lontano dal freddo romano, dal traffico di una metropoli, dal grigio sovietico di Saxa Rubra. Fruga nelle tasche e ritrova la carta di credito aziendale. E idea: paga pranzo, cene e locali con i soldi di milioni di abbonati italiani. La relazione di viale Mazzini sui rimborsi di Augusto Minzolini ha scoperto un fenomeno paranormale: il “direttorissimo” del Tg1 era ufficialmente in vacanza a Marrakech, ma la sua revolving personale strisciava nella città imperiale marocchina.
Minzolini giustifica 86 mila euro in spese di rappresentanza con il suo lavoro “dinamico e mobile”. Nessuna obiezione sulla mobilità, ma perché la Rai pagava il brindisi al 2010 in Marocco? Al Fatto Quotidiano risultano decine di casi Marrakech: il direttore spesso in ferie, la carta di credito sempre attiva. L’ex cronista politico ha improvvisato una difesa al Corriere della Sera di mercoledì scorso: “A Marrakech ho speso 401 euro”. Chissà a quale dei numerosi viaggi nella città marocchina si riferiva. Fosse il capodanno 2009, sarebbero soldi pubblici utilizzati per feste private: dunque soldi da restituire. Non è facile afferrare un filo logico e geografico del direttorissimo globe trotter che somma 40 trasferte nei fine settimana su 56 per un totale di 129 giorni (più di un inviato speciale) e 45 viaggi non motivati. In Rai assicurano che nulla resterà impunito. La pratica Minzolini sarà giudicata dal comitato etico composto da Luciano Flussi, capo delle risorse umane e del personale; Antonio Marano, vicedirettore generale; Salvatore Lo Giudice, responsabile affari legali; Marco Zuppi, direttore per il controllo interno. L’argomento sarà all’ordine del giorno – o comunque discusso – nel prossimo Cda, i consiglieri siano di destra o di sinistra non potranno fare sconti perché sono responsabili del bilancio di viale Mazzini.
Anche se fonti qualificate svelano la controffensiva dei vertici Rai di destra: dimostrare che anche Gianni Riotta, direttore del Tg1 durante il governo di Romano Prodi, spendeva più o meno come Minzolini. Oggi i lavoratori Rai scioperano per il piano industriale e le strategie di Mauro Masi. Il direttore generale ha promesso – in via teorica, ovviamente – la riduzione del 30 per cento dei costi di rappresentanza. Ma nell’audizione in Commissione di Vigilanza, nel mezzo di una tempesta minzoliniana tra carte e viaggi internazionali, il dg l’ha protetto citando un “caso analogo”. Che il Giornale di proprietà della famiglia Berlusconi ha prontamente tradotto in Gianni Riotta.