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 2010  dicembre 10 Venerdì calendario

LETTERA DI MASSIMO D’AZEGLIO A SALVATORE PES DI VILLAMARINA


Torino, 17 dicembre 1848

Caro Salvatore,
Sono stato in letto a Genova con un po’ di febbre e ciò ha ritardato il mio arrivo in Torino. Intanto cadde il m[inister]o Pinelli, e come avrai saputo sono stato al momento di diventare tuo Chef: ma ho declinato un tanto onore. Non credevo poter far la guerra, e non volevo far la pace "io". Se vi sarà da firmarla, amo meglio che tocchi all’Abate [1], piuttosto che a me.
Quantunque Perrone [2] stesse per lasciare il portafoglio gli feci però la tua commissione circa il congedo, e mi rispose che era impossibile. Ora bisognerebbe domandarlo all’Abate. Io non sono in relazione con lui e però sarei imbrogliato a farlo direttamente; ma se lo desideri scrivimelo, e vedrò se posso servirti per mezzo d’altri. Metti deputato sulla sopraccarta; così non pago la lettera.
Avrai veduto il programma del nuovo min[ister]o. Dopo tante grida contro la mediazione, e tanti inni di guerra, che caduta! Mi rincresce che la nostra opposizione, e perciò una parte del paese ci fa cattiva figura, e cresce quell’accusa di malafede che li [sic] viene già fatta dall’opinione da qualche tempo. A ogni modo credo che questo ministero potrà tener l’ordine meglio del mio, se fosse venuto a luce. La civica l’a[iuta], e i galantuomini non sono certo per gli agitatori, e non c’è pericolo che facciano gran male né a Torino né a Genova, se il governo saprà fare.
Addio caro Salvatore. Salutami d[onn]a Caterina e voglimi bene.
M.°
Qui tutti bene salvo l’Alfieri [4], che purtroppo non credo possa durar molto.

Torino, Archivio storico della Città. Nell’indirizzo: «All’Ill Signore / Sig. M. Salvatore di Vìllamarina / Ministro di Sardegna / Firenze». Timbro di partenza: «Torino 18 dic.». Timbro d’arrivo: «[...] 22 dic. 1848». Altro timbro: «dopo la partenza». Già edita in L. C. BOLLEA, Una silloge di lettere del Risorgimento cit., p. 13.
[1] Cioè a Gioberti, presidente del Consiglio dei ministri dal giorno prima, 16 dicembre.
[2] Ettore Perrone di San Martino (Torino 12 gen. 1789 - Novara 23 marzo 1849) condannato a morte dopo i moti del 1821 esulò in Francia, dove sposò una nipote del generale Lafayette, Jenny de Fay de la Tour-Maubourg. Ebbe colà un’intensa attività professionale (nel campo agrario) e politica. Nel 1848 accettò la nomina ad ispettore generale dell’esercito lombardo e, nominato luogotenente generale, comandò la Divisione lombarda. Fu ministro degli Esteri nel gabinetto Revel-Pinelli, del quale divenne presidente l’11 ottobre dopo che Cesare Alfieri ebbe dato le dimissioni.
[3] Strappo nel manoscritto.
[4] Luisa Alfieri.