http://it.wikipedia.org/wiki/Corso_forzoso, 10 dicembre 2010
CORSO FORZOSO
Con corso forzoso si intende la non convertibilità tra la moneta e l’equivalente in metallo prezioso (oro e/o argento, di solito) in un sistema monetario bilanciato sul valore dell’oro (sistema aureo).
La decisione di imporre il corso forzoso venne presa in Italia nel 1866 e durò fino al 1881, per essere poi reintrodotto il 21 febbraio 1894. La Banca Nazionale del Regno d’Italia venne obbligata a concedere al Tesoro un mutuo di 250 milioni di lire al tasso agevolato dell’1,5% in cambio del riconoscimento del corso forzoso per biglietti emessi dalla banca stessa.
In pratica il deficit statale viene finanziato emettendo moneta in misura superiore alle riserve di metallo prezioso possedute dall’istituto bancario senza con questo procedere alla svalutazione della moneta.
Tuttavia, il mercato reagisce con una perdita di valore della moneta ad emissioni con una percentuale minima a riserva, soltanto per controvalori molto maggiori rispetto a quelli che sono sufficienti a indurre la svalutazione legale da parte delle autorità monetarie.
Il corso forzoso impone una certa moneta come unico mezzo legale di tutti i pagamenti, transazioni commerciali e finanziarie nell’ambito del territorio nazionale.
Il corso forzoso comporta l’illegalità del baratto e dei pagamenti effettuati in valute straniere, punibili con la reclusione. È pure reato il rifiuto della valuta ufficiale come mezzo di pagamento.