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 2010  dicembre 07 Martedì calendario

E SE INVECE 30 ANNI DOPO JOHN FOSSE ANCORA VIVO? —

Immaginiamo, il verbo non è scelto a caso visto che in inglese farebbe «imagine », che John Lennon sia ancora fra di noi. Che quel maledetto, almeno per la storia del rock, 8 dicembre 1980 Mark David Chapman non avesse ucciso l’ex Beatles a colpi di pistola.
Immaginiamo che tutto sia solo un brutto sogno. Come del resto ha detto Julian, il primo figlio dell’artista, in un documentario trasmesso lo scorso fine settimana dalla Cnn: «È dura pensare che sia vero. Ancora oggi mi sembra un sogno. È molto più che triste il fatto che lui non ci sia più, ma non c’è nulla che nessuno di noi possa fare».
Proviamo quindi a immaginarci che Lennon, a questo punto settantenne, sia ancora tra di noi. E giochiamo alla fantastoria del rock, anche per rendere meno dolorosa la sua assenza.
Che farebbe? In questi anni ci siamo abituati anche alle reunion più clamorose.
A colpi di milioni di dollari anche le litigate più dure e le incompatibilità di carattere più insanabili, vedi alla voce Police, si sono ricomposte. Si sarebbero fatti convincere anche i Beatles? Yoko Ono, la vedova considerata da molti responsabile dello scioglimento dei Beatles, lo avrebbe mai permesso? Magari lei e John avrebbero divorziato e proprio la causa milionaria avrebbe spinto John al dialogo con gli ex compagni.
Mille le ipotesi possibili anche per i musicisti italiani interpellati. «Sicuramente farebbe ancora musica. Non avrebbe avuto bisogno di fermarsi o sparire per far nascere la leggenda Lennon. La leggenda era già nata con quello che aveva fatto prima», commenta Giuliano Sangiorgi dei Negramaro.
«E me lo immagino ancora impegnato culturalmente — aggiunge —. Oggi ci sono gli stessi motivi per gridare, la pace nel mondo ad esempio, che c’erano allora».
Eros Ramazzotti punta sull’uomo più che sull’artista: «Non sarebbe per nulla felice delle situazione generale nel mondo — dice —. Anzi, sarebbe ancora più incazz...». Omar Pedrini, che domenica ha dedicato proprio a Lennon la puntata del suo programma «Rock e i suoi fratelli» su Rai 5, gioca con le ipotesi: «La prima: me lo vedo a fare un altro bed in per la pace con Yoko Ono. Seconda: gli chiederebbero di fare il giudice in un talent show e chissà, magari in difficoltà economiche, che cosa risponderebbe. La mia preferita: me lo immagino ritirato in Provenza a dipingere quadri, capelli lunghi e ancora i suoi occhialini tondi magari un po’ scassati».
Proprio come lo hanno ritratto in molti in questi giorni su Internet. Come si fa con i latitanti, qualcuno ha provato a fare un identikit di John a 70 anni, che avrebbe compiuto il 9 ottobre. L’idea è venuta anche a Shannon, l’artista che ha dipinto i ritratti dei Beatles nell’hotel a loro dedicato a Liverpool.
Biagio Antonacci la vede così: «Forse oggi Lennon apparirebbe un po’ come un intruso e il suo esser schivo e mai invadente avrebbe fatto a cazzotti con questo mondo. Sarebbe risultato ancora più scomodo di quando era in vita. E secondo me non avrebbe mai accettato questa morale corrotta che ha pervaso il mondo dello spettacolo a livello internazionale».
Enrico Ruggeri sogna invece i duetti mancati: «Lo vedo come nume tutelare delle nuove generazioni. Credo che avrebbe pensato a collaborazioni con Blur e Oasis, ma anche con i Massive Attack. E gli sarebbe piaciuto certamente uno come Kurt Cobain».
Chi è sicuro della reunion è Alberto Fortis: «Mi azzardo a dirlo. Anni fa incontrai il figlio Julian che mi disse quanto forte fosse stata la spinta di Paul McCartney. Era andato due volte a incontrare John a New York per convincerlo».
John però non c’è più. E allora ci sono le celebrazioni. Da ieri a sabato, ogni sera alle 20.30, Radio2 Rai propone un radio-documentario scritto da Valeria D’Onofrio — titolo «Free as a bird» — sulla vita e carriera di Lennon.
E domani alle 21 Cielo (digitale terrestre) trasmette in prima tv «Naked», il documentario della Bbc con Christopher Eccleston nei panni del mito. Purtroppo dobbiamo accontentarci del sosia.
Andrea Laffranchi