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 2010  dicembre 07 Martedì calendario

L’ESERCITO DI WIKYLEAKS, «SE ARRESTATE ASANGE CONTINUIAMO NOI»


Anche in Italia iniziano a spuntare le prime “reclute” di Julian Assange. C’è un basista di Wikileaks a Genova. Per ora si limita a rivelare la propria esistenza al sito web del quotidiano Il Secolo XIX, coprendosi dietro l’anonimato. Ma si dice disposto a decriptare equindi a diffondere tutti i documenti scottanti in suo possesso: «Metterò tutto on line su blog, siti e chat, utilizzerò il circuito peer-to-peer».
L’operazione diluvio scatterà un secondo dopo il blocco dei siti di Wikileaks. Allora sarà divulgata lac hiave d’accesso che consentirà alle sue circa centomila “sentinelle”di inondare la rete con tutte le informazioni rimanenti e ritenute sufficienti a dare il colpo di grazia all’establishment mondiale.
Così Julian Assange si è assicurato. Lasua polizza è tutta nel file insurance. aes.256, dove sostiene di averi mmagazzinato un’enorme quantità di documenti diportata tale da far scendere un diluvio sulle diplomazie del mondo intero. Sono quegli 1,4 gigabyte di memoria, in possesso di hacker di tutto il mondo, a garantirea l fondatore di Wikileaks, se non una vita tranquilla,almeno la sopravvivenza.
Per tutelar si ulteriormente, i legali di Assange denunciano di essere sorvegliati da unasettimana. JenniferRobinson e Mark Spencer, dello studio legale Finers Stephens Innocent, segnalano strane presenze al quotidiano britannico Guardian: «Ho notato in più occasioni persone sedute davanti alla mia casa nelle stesse automobili con il giornale - ha detto Robinson- probabilmente ho fatto caso a questa cosa una settimana fa, ma soprattutto negli ultimi tre o quattro giorni». Anche Stephens sostiene di essere tenuto sotto controllo dai «servizi di sicurezza». Dalm inistero dell’Interno britannico arriva solo un no comment. Meglio così, perché si sta trattando la consegna del fondatore di Wikileaks alla polizia, rivelano in serata i legali alla Bbc.
L’ora X si avvicina. A far avanzare le lancette è la Confederazione elvetica, dove Assange sperava di trovare asilo finché nei giorni scorsi l’ambasciatore americano a Berna aveva esortato la Confederazione elvetica a non dargli nessuna protezione. Da Berna, arriva un inequivocabile segnale di stop. È la Posta svizzera ad annunciare la chiusura del conto postale del fondatore di Wikileaks. «Post Finance chiuderà il suo rapporto d’affari con Julian Assange», si legge in un comunicato di Swiss post. Dopo che il sistema Paypal ha bloccato le donazioni Wikileaks, i contributi erano stati dirottati sul conto postale svizzero. Ma ora la posta elvetica accusa Assange di aver dato «false informazioni» sul suo domicilio all’apertura del conto, riservato solo a chi risiede in Svizzera. Il fondatore di Wikileaks è un cittadino australiano e non vi sono prove che abbia mai abitato nel paese alpino, nota Swiss Post.
Qualche appoggio, nei Quattro Cantoni, rimane. Domenica, il Partito dei pirati svizzeri ha reso noto che il nuovo indirizzo del sito, wikileaks.ch, riceve circa 3mila visitatori al secondo. All’occorrenza, la diffusione dei documenti sarà garantita anche qualora Wikileaks dovesse essere rimosso dal web:«Anchese smantelli il server in Svezia, ormai è troppo tardi. Ci sono già centinaia di specchi di Wikileaks», ha detto all’Associated Press il vicepresidentedel Partito, Pascal Gloor. «Testiamo la censura su Internet - ha aggiunto - i governi possono cacciare qualcosa dalla rete? Io non credo. Ci sono copie del sito ovunque».