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 2010  dicembre 02 Giovedì calendario

PAPÀ NON È MAI STATO SOLO HA SEMPLICEMENTE SCELTO COME E QUANDO ANDARSENE" - ROMA

Non vuole sentir parlare delle polemiche, «eutanasia sì» «eutanasia no». Reagisce con un moto di stizza a parole come «gesto di un uomo disperato» e quando sente la parola «morte» gli occhi si riempiono di lacrime. «Mio padre non è stato lasciato solo. Mai. Non è morto solo. È morto come ha voluto lui, come ha scelto. Ma non voglio parlare di questo adesso», ripete cercando di cancellare le lacrime Martina Monicelli, figlia della prima moglie Antonella, che ieri, insieme alle altre donne della famiglia, ha sostenuto l´impegno di accogliere i politici, i tanti cineasti e l´immensa folla alla camera ardente a Villa Borghese.
«Mio padre ha deciso tutto. È stato sempre lui a non volere il Campidoglio per le sue esequie, ma la Casa del Cinema, un luogo laico - racconta Martina - La stessa scelta l´aveva fatta Luigi Comencini e quando babbo venne a rendergli l´estremo saluto, disse «Perché prima lui? Anch´io voglio venire qui». Domani mattina andremo al cimitero di Prima Porta. Ci vorranno dei tempi burocratici lunghi per la cremazione, poi finalmente andremo a Viareggio. Spargeremo le ceneri sul mare. Anche questa è la sua volontà. Ce lo ha chiesto perché come potrebbe stare sottoterra un uomo come lui?», dice Martina.
Nella grande sala della Casa del Cinema, Martina, con la sorella Ottavia e la madre, insieme all´«altra» famiglia, la seconda moglie Chiara e la figlia Rosa, la più giovane e smarrita (un´armonia decisamente rara in un´occasione simile), ha ascoltato commossa durante la mattinata le parole del presidente Napolitano che poi va a sedersi accanto a lei e alla sorella. «È stato molto affettuoso, non mi aspettavo che trovasse tanto tempo per noi. Mi ha detto che ha amato tutti i film di mio padre e ne sono orgogliosa». Sorride quando Paolo Villaggio, nel suo intervento-show, ricostruisce a suo modo gli ultimi minuti di vita del padre: «Mario con il medico, gli dice che non ci vede più, che è pieno di tubi. E il medico gli risponde gentile che in fondo lui ha 95 anni. Mario sorride, gli stringe la mano, torna nella sua stanza e apre la finestra. Un gesto meraviglioso!».
Sono momenti di leggerezza che, dice Martina, «rispecchiano il temperamento di mio padre. Ha ragione Ettore Scola. Basta con le facce tristi per un uomo che ha vissuto la vita che voleva e ha scelto la morte che voleva».
«E infatti - continua Martina - sono contenta che tutto il mondo del cinema sia qui. Non solo i colleghi e gli amici, ma tutti i tecnici, gli operai, le comparse. Persone che sono venute a portarmi i loro ricordi e il loro affetto». Lo sguardo va alla lunga fila di persone che fuori dalla Casa del cinema aspettano di entrare per rendere omaggio al maestro. Tutti parlano di suicidio e di eutanasia e di ammirazione per il gesto estremo di Monicelli. Una giovane signora con le lacrime agli occhi mormora: «Certo, ne deve avere avuto di coraggio. Possibile che non ci fosse uno straccio di medico ad aiutarlo con un´iniezione?».