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 2010  dicembre 02 Giovedì calendario

ROMA - Il terzo polo esce allo scoperto e mette in chiaro la mozione comune per la sfiducia al governo Berlusconi

ROMA - Il terzo polo esce allo scoperto e mette in chiaro la mozione comune per la sfiducia al governo Berlusconi. Con il premier che grida all’irresponsabilità e con Bossi che accusa Fini di aver fatto "un grave errore politico". Ma il presidente della Camera non arretra: "Le firme dimostrano che la fiducia non c’è, mi auguro che non si arrivi al 14". Ovvero che Berlusconi si dimetta prima del voto di fiducia. Dopo oltre due ore nello studio del presidente della Camera, l’esito del vertice tra Fini, Pier Ferdinando Casini, Francesco Rutelli ai quali dopo un’ora si sono aggiunti anche Raffaele Lombardo (Mpa) e Italo Tanoni (Libdem), la mozione a firma Udc, Fli, Api, Mpa e Libdem è cosa fatta. "Siamo a quota 317, sommando le firme della nuova mozione di sfiducia, alla mozione già presentata da Pd e Idv" dice il capogruppo Fli, Italo Bocchino. "L’esecutivo è inadeguato, Berlusconi si dimetta" si legge in un comunicato. Poi parla Fini: "Le firme dimostrano che la fiducia non c’è, mi auguro che non si arrivi al 14". L’affondo del presidente della Camera, che in Aula non voterà, è netto. "La mozione non è un atto irresponsabile. Il voto anticipato lo escludo ma se dovesse accadere Berlusconi non vince". Fini vede i suoi e spiega così la scelta: "Avevamo posto a Bastia Umbra un problema e ci hanno dato dei ’traditori’. Adesso indichiamo il problema di una nuova agenda economica, di una nuova legge elettorale e di una maggioranza allargata". "Mi auguro che Berlusconi sia responsabile e giochi con noi per una partita più importante della sua sopravvivenza personale", dice Casini lasciando intendere che il leader del Pdl può avere un reincarico se giocherà bene le sue carte. Dalla maggioranza Ignazio La Russa alza un muro. ’Escludo che Berlusconi possa dimettersi prima del 14, capisco che qualcuno vorrebbe che fosse lui a togliere le castagne dal fuoco ma non sarà così. Il 14 sarà il momento della verità contro i giochi di palazzo". Mentre il coordinatore e ministro Sandro Bondi attacca Fini: "Le sue dichiarazioni sarebbero inconcepibili in una qualsiasi altra democrazia’’. I numeri. Ai 36 deputati di Futuro e Libertà (escluso Fini presidente della Camera) si aggiungono i 35 voti dell’Udc di Pier Ferdinando Casini, i 6 dell’Api di Francesco Rutelli, i 5 dell’Mpa guidati dal governatore Raffaele Lombardo e i 3 Liberaldemocratici di Italo Tanoni (complessivamente sono 85). A questi, poi, sommando i due deputati del gruppo misto, che hanno dichiarato di votare la sfiducia, si arriva a un totale di 87. Pd e Idv, insieme, hanno 231 voti (più il non iscritto Giulietti) Le reazioni. Cauto il ministro dell’Interno, Roberto Maroni: "Vedremo il 14 dicembre. Lasciamo un po’ di ’suspense’. Oggi sul tabellone elettronico ho visto tanti puntini verdi, una nuova grande maggioranza"riferendosi ai pochi voti contrari al dl sicurezza che ha ottenuto i voti di gran parte delle opposizione e l’astensione del Pd. Soddisfatto invece il segretario democratico Pier Luigi Bersani: "Ci sono le condizioni perchè la crisi politica del governo Berlusconi, che da mesi e mesi segnaliamo, abbia finalmente una formalizzazione parlamentare. Davanti ai gravi problemi che ha il paese abbiamo già perso troppo tempo; dobbiamo uscire dall’instabilità e dalla paralisi e fare i primi passi sulla strada nuova". A favore della mozione anche Di Pietro: "L’Idv ribadisce che appoggerà qualsiasi partito presenti una mozione di sfiducia, purché sfiduci Berlusconi". E che la situazione sia molto precaria lo si capisce anche dalle parole di Gianni Letta che torna a parlare di una sua responsabilità "pro tempore". Una prudenza che rasenta lo scetticismo.