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 2010  dicembre 02 Giovedì calendario

ENERGIA E ACCORDI, I SOSPETTI DEGLI AMERICANI —

Frustrazione e irritazione per essere «tenuti all’oscuro» o informati a cose fatte. Da un secondo cablo — reso noto da Wikileaks — la diplomazia americana raccoglie i commenti dei funzionari italiani davanti alle iniziative individuali di Silvio Berlusconi nel rapporto speciale con Mosca. Di fatto l’ambasciata italiana era l’ultima a sapere perché c’era una «linea diretta» tra i due leader. In un documento si cita anche il caso del rappresentante dell’Eni a Mosca, Ernesto Ferlenghi che, nonostante i buoni rapporti con gli americani, ad un certo punto rifiuta un incontro. Questo documento, come un altro scritto dall’allora ambasciatore statunitense Spogli (era il 2009), è stato pubblicato dal sito del New York Times.
Sul quotidiano britannico The Guardian compaiono invece rivelazioni tratte da Wikileaks su corruzione, rapporto mafia russa e potere, servizi segreti. Interessante il file legato al caso Litvinienko, l’ex agente ucciso con il polonio a Londra.
Daniel Fried, nel 2006 assistente del segretario di Stato Usa, incontra il consigliere diplomatico del presidente francese Chirac, Gourdault-Montagne. Per l’americano l’eliminazione di Litvinienko ha avuto il via libera di Vladimir Putin. Il suo interlocutore, invece, assume una «posizione difensiva» e tende ad escludere la responsabilità del Cremlino. Piuttosto pensa all’azione di «elementi criminali», forse nell’ambito di una guerra tra servizi. Fried replica che tali gruppi criminali non avrebbero potuto agire «senza l’approvazione di Putin stesso, tantomeno in Gran Bretagna». In un terzo documento si parla, infine, dei rapporti tra grandi organizzazioni mafiose russe e il settore dell’energia.
G.O.

«QUEL LEGAME DIRETTO TRA I DUE LEADER» - (C/NF) ---(protetto) il 4 febbraio, durante un pranzo, ci ha detto che l’ambasciata e il ministro degli Esteri spesso vengono a sapere di rimando di conversazioni tra Putin e Berlusconi. ---ci ha espresso la sua frustrazione sulla «linea diretta» del Primo ministro che spesso lascia l’ambasciata all’oscuro. Il ministro degli Esteri e l’ambasciata vengono informati di un’azione da intraprendere senza essere messi a conoscenza del retroscena, l’unica cosa che viene loro detta è che Putin e Berlusconi si sono messi d’accordo sulla tal questione. ---ha spiegato che mentre questa relazione così stretta non è ideale dal punto di vista della burocrazia può essere a volte utile. Ha citato il caso della vendita a Gazprom da parte di Eni del suo 20% di azioni della Gazpromneft. Ha detto che Gazprom voleva pagare meno del prezzo di mercato ma che alla fine ha cambiato idea dopo che Berlusconi aveva fatto pressioni su Putin.

«SOUTH STREAM E SAMSUN-CEYHAN» - 4. (C/NF) –––– ha rilevato che l’amministratore delegato dell’Eni Paolo Scaroni e «noi» (presumibilmente il governo italiano) sono in costante contatto con il vicepremier russo e «zar dell’energia» Igor Sechin.
–––– osserva che ultimamente le discussioni vertono su un legame d’affare tra South Stream e il progetto Samsun-Ceyhan, il gasdotto turco di cui L’Eni è partner operativo. Ha spiegato che l’Eni e il suo partner turco (che ha detto essere il genero del premier turco Erdogan) necessita del petrolio russo per trasformare in realtà Samsun-Ceyhan, mentre Gazprom ha bisogno della cooperazione turca per procedere con South Stream.


«CONTROLLANO PATRIMONI NELLE RISPETTIVE ECONOMIE» - (C/NF) MOSCOW 00000266 002 OF 002 Sui temi più importanti sembra che le relazioni economiche tra Russia e Italia siano condotte in prima persona dai due premier che hanno una linea diretta tra loro e controllano allo stesso tempo alcuni dei più grandi patrimoni delle loro rispettive economie.
A qualsiasi scopo siano dirette le loro attività, è molto probabile che i due non si stiano basando soltanto su calcoli commerciali o di mero profitto.
Come il nostro stesso contatto ha riconosciuto --«sembra che ogni cosa che avviene ai livelli più bassi sia soltanto per puro spettacolo».
Beyrle


«GLI SCAMBI AZIONARI TRA GAZPROM, ENI ED ENEL E LA DIVISIONE DEGLI ASSETS DELLA YUKOS» - (C/NF) ---ha detto che l’ambasciata italiana sta organizzando una visita di una delegazione per il commercio e l’investimento nella città di Novy Urengoi, nella regione di Yamal, il luogo che è stato prescelto dalla Severenergia, una joint-venture tra Gazprom, l’Eni, l’Enel.
Gazprom ha comprato un pacchetto d’azioni di Severenergia dall’Eni e dall’Enel, che hanno permesso a Severenergia di acquisire alcune delle proprietà della ex compagnia petrolifera Yukos durante l’asta per la bancarotta.


IL CASO LITVINENKO E LE OMBRE SU PUTIN - Dan Fried (assistente segretario di Stato) nel suo incontro col consigliere diplomatico di Chirac Maurice Gourdault-Montagne si è focalizzato sulla Russia, con la Francia in una posizione difensiva. Fried ha commentato che la tendenza a breve termine in Russia è negativa, annotando le crescenti indicazioni che l’indagine britannica sull’uccisione di Litvinenko potrebbe ben indicare un qualche coinvolgimento russo. MGM ha richiamato l’attenzione sulla dichiarazione di Chirac per incoraggiare i russi a cooperare nell’inchiesta. Si è chiesto ad alta voce chi potesse aver dato l’ordine, ma speculava che l’omicidio probabilmente coinvolgeva una resa dei conti fra servizi piuttosto che un ordine diretto dal Cremlino. Fried, facendo notare l’attenzione di Putin ai dettagli, aveva dubitato che elementi dei servizi segreti potessero operare, soprattutto in Gran Bretagna, senza che Putin ne fosse a conoscenza. Descrivendo l’attuale atmosfera come strana, descriveva la Russia come sempre più fiduciosa di sé, al punto di sfiorare l’arroganza.
Il direttore della radio indipendente Eco di Mosca, Aleksandr Venediktov, come molti altri, legava l’uccisione di Litvinenko con quella della Politkovskaja. Venediktov legava entrambi i delitti a elmenti in pensione dell’ex Kgb o agenti dell’intelligence militare controllati da forze o dentro o fuori dal Cremlino. Putin, secondo Venediktov, è ben cosciente del gioco, ma non è in grado di fermarlo, in parte perché non è sicuro sui responsabili. Venediktov condivide l’opinione che Putin tiene in conto la sua reputazione in Occidente, e che sabotarla è un modo per fargli riconsiderare la sua decisione di lasciare il Cremlino nel 2008.