Giornali vari, 23 novembre 2009
Anno VI - Duecentonovantottesima settimana Dal 16 al 23 novembre 2009Brenda Wendel Mendes Paes, brasiliano di Belem do Parà, 32 anni, famiglia religiosissima, grossi bicipiti, grandi mani, grandi piedi, un metro e 90 di altezza
Anno VI - Duecentonovantottesima settimana Dal 16 al 23 novembre 2009
Brenda Wendel Mendes Paes, brasiliano di Belem do Parà, 32 anni, famiglia religiosissima, grossi bicipiti, grandi mani, grandi piedi, un metro e 90 di altezza. Cioè Brenda, un trans con l’ottava di seno che aveva detto d’essere stata con Marrazzo e di avere una copia del famoso video in cui l’ex governatore appare in mutande, tremante davanti ai carabinieri e all’altro trans Natalì. Hanno trovato Brenda cadavere all’alba di venerdì 20 novembre, nuda in terra vicino al letto, il corpo coperto di fuliggine, annerite le pareti del microappartamento – un seminterrato di 18 metri quadri con un soppalco di 8 metri quasi tutto occupato dal lettone matrimoniale – un trolley carbonizzato davanti alla porta d’ingresso, un computer nel lavabo, col rubinetto dell’acqua aperto. Delitto? Suicidio? Incidente? I giornali impazzano fino a stamattina (lunedì 23, ore 10), si descrive la classe politica corrotta che, proprio come Marrazzo, veniva qui a godere di piaceri proibiti, tutto un mondo di perversioni, per cui sono «i potenti» – è chiaro – ad aver incaricato qualcuno di uccidere, affinché la verità non si sappia e i vizi restino nascosti. Lo credono anche i quattro magistrati capitati sul caso, che indagano per omicidio volontario. Marrazzo, intanto, chiuso nell’abbazia di Montecassino, dove prega otto ore al giorno, singhiozza disperato, apparentemente schiacciato dai sensi di colpa. Come si dice in gergo: una storiona, carica di mistero. E però: non è affatto detto che si tratti di delitto ed è praticamente escluso che sia suicidio.
Ipotesi L’ipotesi del suicidio è inverosimile: avrebbe dovuto dar fuoco al trolley, poi salire al piano di sopra e respirare. All’autopsia infatti i polmoni si sono rivelati pieni di fumo e non c’è dubbio che il trans è morto asfissiato. Non ci sono segni di violenza sul corpo. L’ipotesi dell’omicidio è sostenibile, ma ha parecchie incognite. L’assassino avrebbe dovuto pedinare Brenda lungo i suoi vagabondaggi notturni, quattro chiacchiere con l’amica Barbara, poi a battere al Bowling dell’Acqua Acetosa (dove l’ha rimorchiata un cliente con un furgone bianco che è passato una seconda volta e l’ha pagata molto bene), alle 2.30 taxi, chiede uno sconto sui 20 euro della corsa, ride dicendo al conducente: «Non mi riconosci? Sono Brenda, quella di Marrazzo», scende a casa dell’amica Veronica, si fa dare una ricetta per comprare il Minias, che la farà dormire, poi va in cerca di una farmacia notturna (identificata), compra il Minias e solo allora rientra. Il killer, naturalmente, avrebbe anche potuto aspettarla sotto casa, in via Due Ponti 180. Costui dovrebbe essere entrato con la chiave, mentre lei dormiva, aver appiccato il fuoco al trolley, messo il computer nel lavabo ed essere uscito dando un giro alla toppa. Una sequenza che appare parecchio improbabile: perché non portarsi via il computer invece di metterlo sott’acqua? Oppure il killer voleva che il contenuto dell’hard disk venisse scoperto e l’acqua serviva a proteggerlo dalle fiamme? Perché usare un sistema tanto complicato, e niente affatto sicuro, per uccidere? O si trattava solo di un avvertimento? L’ipotesi dell’incidente appare più solida: Brenda rientra, va al lavabo, riempie un bicchiere d’acqua per prendere il Minias, dimentica di chiudere il rubinetto, girandosi per salire sul soppalco urta il computer che è poggiato vicino al lavandino, il computer scivola nel lavabo, Brenda non se ne accorge e va su a dormire. In questa seconda versione, naturalmente, il problema è il trolley: come ha fatto a prendere fuoco? Manca in effetti qualunque indizio: non ci sono tracce di cera (incendio originato da una qualche candela accesa magari per spandere profumo) né di liquido infiammabile, com’era parso in un primo momento.
Movente Il problema è che il delitto ha una quantità inverosimile di moventi. Quello più praticato riguarda naturalmente «i potenti», terrorizzati dalle «rivelazioni» e decisi a far tacere la spia. C’è però anche l’ipotesi di una guerra per bande: qualcuno vuole controllare il lucroso territorio tra Cassia e Flaminia, un intreccio di strade e stradine dove i trans battono, e battendo incoraggiano l’uso di coca e dove è anche facile mettere in piedi un interessante sistema di ricatti. Decine di migliaia di euro di fatturato a notte. Carabinieri e servizi segreti sono presenti, guardano, tacciono e di tanto in tanto partecipano. Brenda ha filmato Marrazzo in un altro video, con una Michelle nel frattempo sparita. Ha filmato anche altri clienti, si sapeva e lo ha confermato lei stessa. Uno degli organizzatori di ricatti era Gianguerino Cafasso, prima pasticcere in Cicerale provincia di Salerno, poi pusher e pappone a Roma. Morto lo scorso 12 settembre in un albergo a ore della Salaria, ufficialmente per via di un overdose. La fidanzata, il trans Jennifer, trovandoselo al mattino cadavere nel letto, non lo compianse con le lacrime, ma con la distruzione del cellulare (a domanda poi rispose: «Squillava troppo»). Anche Brenda aveva un paio di cellulari, forse pieni di indirizzi e foto, e la polizia li sta cercando. Quello che le hanno trovato vicino non contiene quasi niente.
Emanuela C’è un indagato per Emanuela Orlandi, la quindicenne scomparsa nel 1993 forse per soddisfare la libidine del cardinale Marcinkus forse per far pressioni sulla Banca Vaticana, che aveva perso i soldi investiti dalla Banda della Magliana. L’indagato è un certo “Mario”, che sei giorni dopo la sparizione telefonò alla famiglia dicendo che una Barbara o Barbarella, vista in giro a vendere cosmetici, aveva la stessa faccia della ragazza con la fascia nera che si vedeva sui manifesti.
Assassino Il killer di Mariano Bacioterracino si chiama Costanzo Apice, ha 27 anni, è stato arrestato alle sette di sera di giovedì 19 novembre a Castelvolturno, nel Casertano. Impressionante il comportamento quando gli hanno messo le manette: pianti, disperazione e, seduto nella volante che lo portava via, il tentativo piagnucoloso di proteggersi dai flash. Apice – per capirci – è l’assassino che si vede in uno dei video più cliccati degli ultimi mesi, quello che mostra un uomo tranquillo intento a fumarsi una sigaretta sulla soglia di un bar del Rione Sanità e a un tratto dal locale esce un tizio col berretto che prima gli spara alla schiena e poi lo finisce con un colpo in testa. Apice, appunto. Molto spavaldo nel video, dove ha la pistola e può colpire alle spalle. Molto tremante la settimana scorsa, con le manette ai polsi e i fotografi di fronte.
Fini Ultime dalla politica: Berlusconi ha detto che non ci saranno elezioni anticipate e che il suo governo farà tutta la legislatura, frase che ha temporaneamente rasserenato il clima. Fini gli ha telefonato con la scusa di farlo salutare da Aznar. Poi domenica il presidente della Camera ha chiamato “stronzi” tutti quelli che discriminano gli stranieri, dichiarazione che ha costretto i giornali a inquinarsi nella loro parte più casta, quella dei titoli. L’appellativo era chiaramente rivolto alla Lega. Ha risposto Calderoli: è stronzo anche chi illude gli immigrati. I finiani e i leghisti, entrambi parte della maggioranza, non sono mai stati così lontani. Intanto Brunetta ha violentemente attaccato Tremonti.
Influenza In Norvegia i medici hanno scoperto in tre pazienti un virus A H1N1 mutato rispetto alla configurazione genetica standard. Alla domanda: si tratta di una forma più pericolosa?, gli scienziati hanno risposto di no. Ma l’istituto di sanità ha poi comunicato che «ora il virus potrebbe diventare più incline a infettare in prondità le vie aeree, causando una malattia più grave». Dei tre pazienti, due erano morti, uno in fin di vita. Gli esperti affrettano a informarci che la nuova forma di virus – comunque una goccia nell’oceano, così come sono gocce i casi, verificatisi nel Galles, di pazienti che resistono alle terapie – è tuttavia sempre sensibile a oseltamivir e zanamivir, cioè Tamiflu e Relenza, il cui acquisto in farmacia non è dunque affatto scoraggiato.