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 2010  novembre 27 Sabato calendario

LA CRIMINOLOGA E IL CURRICULUM. «FALSO? NO, VENDETTA DI UN EX» —

«Facciamo un esempio limite?». Facciamolo. «Non molto tempo fa un giorno sono salita su un aereo. Beh, lui è arrivato e si è seduto accanto a me. Ovviamente non era lì per caso...». «Lui» è uno stalker. Di quelli meticolosi, opprimenti, ossessivi. Di quelli che se torni a casa sola, di notte, lo senti addosso anche quando non c’è.
Roberta Bruzzone, la criminologa consulente di Michele Misseri, ha imparato suo malgrado a conviverci. «Io non sono certo il prototipo della donna indifesa — premette — ma quello porta una divisa, è armato, pericoloso. È arrivato perfino a puntarmi una pistola in faccia...». «Quello» è il suo ex fidanzato, un uomo che lavora per non precisate forze dell’ordine, «un partner che fa la mia stessa professione», confida lei. E racconta di pedinamenti, appostamenti sotto casa, centinaia di sms, telefonate nel cuore della notte, denunce e diffide. Niente, lui non molla. A meno che non lo convinca il giudice il prossimo 21 dicembre, data della prima udienza per stalking, a Roma.
Lui è tenace, certo, ma anche lei non scherza. E a sentirla parlare della faccenda si direbbe più infuriata che spaventata. Soprattutto da quando ha capito che il suo ex, un tempo più insistente sugli aspetti personali, oggi punta tutto sul tentativo di screditare la figura professionale di lei , specie adesso che il nome Bruzzone è diventato noto con il caso di Avetrana.
L’ultima battaglia di questa «guerra» si è combattuta via Internet. Un tizio invia nelle redazioni di alcuni quotidiani e siti web una lunga email (anonima) per segnalare che la «dottoressa Bruzzone» non è quello che dice di essere nei curriculum reperibili sulla Rete. Lo sconosciuto dice di essere stato così curioso da prendersi la briga di scrivere a un bel po’ di Istituti citati nel curriculum per fare accertamenti: è proprio vero che Roberta Bruzzone ha conseguito da voi questo o quel titolo, collabora con questo o quest’altro vostro ente, segue questo o quest’altro progetto? «Ecco le risposte», preannuncia il signor nessuno che scrive dall’indirizzo giovanni.eroma@hotmail.it. E giù una serie di «non risulta» , «non ha alcun tipo di connessione con noi», «non ha mai sviluppato progetti con questo dipartimento», «l’abbiamo già diffidata...» e altro ancora.
«Peccato che i curricula a cui fa riferimento siano falsi» esordisce lei. «I soli riferimenti veri sulla mia carriera e sui titoli che ho conseguito in Italia e all’estero è quello ufficiale che si trova sul sito dell’Accademia delle scienze forensi. E quei titoli sono tutti reali». Sì, ma che c’entra l’anonimo investigatore con il suo ex? «La persona che mi sta perseguitando per calunniarmi ha creato anche un blog che si chiama Go down baby. Questo tizio anonimo si esprime con gli stessi contenuti, stesse modalità, stesse parole. Chi è? Babbo Natale?».
Ogni volta che il suo stalker fa un passo contro di lei (e sono tante), Roberta Bruzzone segnala tutto alla polizia. Così crescono le denunce: al momento ce ne sono cinque ancora da esaminare. Anche lui ha presentato almeno cinque denunce. L’ultima volta una settimana fa: è finita in niente l’ipotesi che lei avesse rubato soldi da un’associazione. Archiviata pure l’accusa che avesse rubato un computer, come quella di aver violato l’accesso di un database o di aver diffamato il suo ex via Facebook. Tutta farina del sacco dello stalker che sembra quanto mai agitato in vista dell’udienza del 21 dicembre. «Ha contattato molti dei miei interlocutori professionali, addirittura presentandosi con nome, cognome, grado e qualifica, nel deliberato tentativo di distruggermi sotto il profilo professionale, di tagliarmi i contatti, di isolarmi e di crearmi un danno economico».
Dei cinque anni passati assieme non è rimasto che il ricordo di quel «giorno di ottobre 2008, quando trovai il coraggio di scappare dalla sua casa, purtroppo senza portar via gli attestati che conservavo nel suo armadio».
Giusi Fasano