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 2010  dicembre 02 Giovedì calendario

DANTE VALE UNA FORTUNA


Le frasi più famose della storia sono tutte spurie: "Il dado è tratto", "Eppur si muove". Sono state dette davvero? Anche le famose frasi con cui Giulio Tremonti ha seppellito ogni speranza di ripensamento sui tagli alla cultura nella finanziaria di quest’anno - "La cultura non si mangia", "Fatevi un panino con Dante Alighieri" - sono state smentite. Ma quando una frase è passata alla storia, c’è poco da fare. Soprattutto dopo che il disinteresse del governo Berlusconi per la cultura ha ricevuto un timbro indelebile come il crollo della casa dei gladiatori a Pompei.
La cultura regala emozioni che non hanno prezzo, per dirla con uno spot: ma funziona anche per quelle che richiedono la carta di credito. Dalla Bocconi all’Università di Lecce, si susseguono studi sulla ricaduta economica degli investimenti in questo campo. Per citarne uno, quello dello Studio Ambrosetti presentato al Forum Florens 2010, il 9,3 per cento del Pil italiano è dato da attività ricollegabili alla cultura, che dà lavoro a quasi tre milioni di persone. Negli anni scorsi lo Stato ha speso solo l’equivalente dello 0,19 per sostenere l’intero settore: dopo le battute di Tremonti, sarà anche meno. Eppure gli investimenti in questo campo sono tra i più remunerativi: cento euro diventano 249 per l’economia locale, e 134 toccano settori non direttamente interessati. E in casi recenti, come vedremo, la cultura ha reso anche di più: sette o dieci volte la spesa. A Trento hanno dato ai visitatori del Film Festival della Montagna e del Festival dell’Economia una Trento Card con cui "firmare" ogni acquisto. Il risultato? Nel 2008 i due eventi hanno prodotto 4 milioni e mezzo di euro, più del doppio dell’investimento iniziale. Per questo il campo degli eventi culturali è quello in cui negli ultimi anni sono nati fenomeni dal successo economico travolgente. Musica, arte, poesia, sono settori in cui l’ltalia ha un know-how inimitabile. Come dimostrano alcuni dei casi più clamorosi.
Umbria in Jazz
Trentotto anni di lavoro, un cartellone di altissima qualità e un risultato economico ottimo. Uno studio dell’Università di Perugia calcola che i 706,3 mila euro versati da enti pubblici e sponsor per l’ultima edizione di Umbria Jazz hanno attivato un prodotto lordo di oltre 2 milioni 270 mila euro. Merito anche dello stretto rapporto che il festival di luglio ha saputo instaurare con il ricco indotto culturale circostante (Festival di Spoleto, sagre, mostre, musei). Oltre al pubblico dei jazzofili sono gli albergatori (con incassi aumentati del 36 per cento) i ristoratori (più 26) i negozianti (più 35) i grandi sostenitori della manifestazione. Che ha raddoppiato con Umbria Jazz Winter, a Orvieto tra Natale e Capodanno.
Firmato Modigliani
Quarantatré milioni di euro: è la cifra record raggiunta da una "Testa" di Amedeo Modigliani, battuta all’asta da Christie’s a giugno. Ventotto milioni di euro: è quanto frutterà il "marchio" Modigliani in 15 anni secondo il Modigliani Institut. La Modigliani Brand, sotto il controllo di un comitato scientifico presieduto da Claudio Strinati, produrrà oggetti di design ispirati alle opere dell’artista. Si comincia con una collezione di porcellane della Ginori sul modello delle "teste di cariatide": sì, proprio quelle imitate dai celebri falsi.
Effetto Fellini
È l’icona mondiale di un’industria che dà lavoro a 250 mila persone per un giro d’affari di 750 milioni di euro: e con investimenti pubblici calati, dal 2000 a oggi, dal 50 al 12 per cento delle spese. Se c’è un esempio di ottimo investimento culturale - a lungo termine e ad amplissimo raggio - è "La dolce vita": costò meno di 540 milioni di lire e ha incassato 300 milioni di euro in tutto il mondo. Senza contare le vendite di poster e locandine, o delle "Anite" (30 cm di altezza, un chilo e mezzo di peso, circa 200 euro di spesa) che un’azienda del savonese vende tra Usa, Giappone e Francia. La sua città natale, Rimini, ha dedicato al regista ha l’ultima "Notte rosa" (2 milioni di partecipanti lungo i 110 chilometri di costa per un giro d’affari di 150 milioni), itinerari a tema,e poi ristoranti, hotel, un panificio, l’aeroporto e l’intero Borgo di San Giuliano, dove i muri sono stati ricoperti di murales felliniani. Risultato: è diventato il nuovo centro della movida, con impennata del valore degli immobili.
Prima della Prima
"Die Walküre" incasserà 2,3 milioni di euro nella prima serata. Con le repliche si arriverà a quasi 4 milioni, ben più delle spese. Ma la Prima fa bene anche a Milano: nel 2008 la Camera di commercio ha calcolato che porta un giro d’affari di 750 mila euro. L’indotto interessa pure i negozi di moda e i noleggi di vestiti: 150 euro per uno smoking, almeno 300 per un abito da donna. E poi trucco e parrucco, gioielli e gemelli, scarpe e cappelli, accessori e pochette: l’impatto economico è oltre il doppio rispetto a una rappresentazione normale. Le imprese legate all’"effetto Scala" sono, solo in centro, circa 500: a queste, l’intera stagione porta 13 milioni di euro. E questo, come ha dichiarato al nostro giornale il sovrintendente Stéphane Lissner, risponde a un investimento statale di 37 milioni che è già ripianato dai 39 milioni di tasse.
Così è cambiata Torino
Da città dell’auto a capitale culturale: i centri d’arte aperti o rilanciati negli ultimi dieci anni non si contano. Arte (Rivoli, le fondazioni Sandretto e Merz), cinema (il Museo con la rete di festival, la Film Commission e gli studi di produzione), libri (il Salone più importante d’Italia, la Scuola Holden, il Circolo dei lettori), musica classica e leggera, danza e teatro. La capitale sabauda rilancia i suoi gioielli (il Museo egizio, la Reggia di Venaria) e non si fa mancare nessuna delle arti contemporanee. Il risultato: secondo la ricerca "Modello Torino" degli studenti dello Ied, il giro d’affari nel 2008 è stato di oltre 2 miliardi, con un rendimento di quasi otto euro per ogni euro investito. Certo, sostituire i 50 mila posti di lavoro persi alla Fiat è dura, ma il metodo è giusto: tanto che sono venuti a studiarlo da Detroit, altra capitale dell’auto in crisi.
Avanguardia in Romagna
Tre nomi di fama mondiale cresciuti nei teatri locali (Chiara Guidi, Enrico Casagrande, Ermanna Montanari) hanno rilanciato i conti del Festival di Sant’Arcangelo. E oggi, a fronte di un investimento pubblico di poco più di 500 mila euro, il giro d’affari è di 1.400.000. Quindi, anche se i biglietti coprono solo 30 mila euro, l’investimento è positivo. Del resto, solo il 10 per cento dei 70 mila visitatori è attirato dagli spettacoli a pagamento: il 35 per cento segue solo gli eventi gratuiti e più della metà, pur non assistendo agli spettacoli, va a Sant’Arcangelo a godersi la festa.
bollywood Puglia
Un festival di musica lirica che 36 anni fa ha fatto da apripista per una regione ignorata dal turismo. Una festa che ha richiamato, intorno al mito della Taranta, Stewart Copeland, Ludovico Einaudi e 100 mila spettatori. Una Film Commission che ha esportato le location pugliesi anche a Bollywood. Un festival itinerante che ha portato sulle "Spiagge d’autore" 60 scrittori. Dietro al balzo turistico della Puglia - più 20 per centro in cinque anni - c’è tanta cultura, "un fertilizzante che genera effetti diretti e indiretti su turismo ed economia", come spiega l’assessore regionale Silvia Godelli. Il ritorno dell’investimento statale? Franco Punzi, direttore del Festival di Valle d’Itria, parla di un indice di uno a quattro. Giuseppe Attanasi e Filippo Giordano, docenti alla Bocconi, in un libro in corso di stampa sul Festival della Taranta, vanno nei dettagli. Quest’anno la manifestazione è costata circa 850 mila euro e ha procurato 3.300.000 euro: e questo solo tenendo conto dei turisti che, senza la Taranta, non avrebbero passato le vacanze nel Salento.
Bronzi incompresi
Ancora una volta è un restauro a rilanciare i Bronzi di Riace. Dal primo ottobre sono stati trasferiti a Palazzo Campanella, dove il pubblico può seguire il lavoro dell’équipe di restauro: un’operazione che ha già attirato 30 mila persone in cinque mesi. "Per il resto prevale ancora la modalità "mordi e fuggi"", lamenta Vittorio Caminiti, pre- sidente della Federalberghi regionale. Eppure in Calabria la cultura potrebbe fruttare, in proporzione, più del ponte sullo Stretto. Una ricerca di PricewaterhouseCoopers ha messo a confronto il rendimento previsto per il ponte (spesa 6 miliardi, ritorno tra 12 e 18) con un evento sportivo di rilevanza internazionale e un evento culturale. Per ogni euro investito, il ponte ne renderebbe al massimo tre, lo sport ne rende quattro, ma un evento culturale ben 5,4.
METODO MANTOVA
È il campione della categria: nel 2008 il Festivaletteratura ha incassato 1,7 milioni di euro, ma ne ha spesi altrettanti. "L’associazione spende quanto incassa", spiega Marzia Corraini del Comitato organizzatore. La kermesse ha ricevuto, nel 2008, il 17 per cento dagli enti pubblici, il 70 per cento dagli sponsor e il 13 dai biglietti . Secondo uno studio dell’Istituto regionale di ricerca della Lombardia, però, "l’impatto economico del Festivaletteratura per l’anno 2006 è stato di circa dieci volte del valore iniziale". I 70 mila visitatori hanno speso quasi 7 milioni tra alberghi, ristoranti, bar, trasporti, ingressi, souvenir. E libri, tanti libri.
PATTINI E MUSICA
Le sinfonie di Mahler e la pista di pattinaggio sul ghiaccio. Il concerto di Sting e le letture di Proust. Il Parco della Musica di Roma è uno dei successi culturali degli ultimi dieci anni: ha il record europeo per spettacoli, spettatori e autofinanziamento. "Tutte le iniziative sono pagate da sponsor, ma senza quel 30 per cento di finanziamento dagli enti locali non saprei da chi farmi pagare manutenzione ed energia elettrica", spiega Carlo Fuortes, amministratore delegato dal 2003. I ricavi totali sono stati nel 2009 quasi 30 milioni di euro: di questi, oltre quattro milioni è il ricavato dei biglietti, un dato che quest’anno è stato superato già a fine ottobre. L’indotto resta quasi tutto nel Parco, che offre libreria, bar e ristoranti. Ma gli effetti si vedono anche intorno: negli ultimi anni, mentre in altri quartieri i prezzi calavano, nell’adiacente villaggio Olimpico sono aumentati da 5 a 6 mila euro a metro quadro.
DANTE NEL PANINO
Ha venduto 1,3 milioni di copie: eppure "Dante’s Inferno" è stato accolto tiepidamente, il seguito non si farà. L’ultima novità è iDante, un’applicazione con la "Commedia" e le illustrazioni di Doré. Il "fenomeno Alighieri" non passa mai di moda: la "Commedia" è il libro italiano più letto nel mondo e, nel Novecento, il più venduto in patria. Il turismo culturale è un altro fruttuoso capitolo. Firenze, Ravenna e Verona firmeranno in questi giorni un protocollo d’intesa per realizzare percorsi di valorizzazione culturale. Anche gli spettacoli fanno affari con l’Alighieri: il musical della "Divina Commedia" ha attirato oltre 500 mila spettatori, "Tutto Dante" di Roberto Benigni in tre anni ha staccato oltre un milione di biglietti e in tv ha toccato punte di 11 milioni di spettatori. La Melampo, che fa capo a Nicoletta Braschi e Benigni, nel 2007 ha incassato 15 milioni di euro solo per Dante. Anche a comprare la mortadella da Peck, insomma, caro Tremonti, con Dante ci si imbottisce ben più di un panino.
hanno collaborato Anna Abate, Alberto Dentice, Daniela Giammusso, Camilla Tagliabue