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 2010  novembre 15 Lunedì calendario

Agli eurospreconi due sedi non bastano - Continuiamo a chiamarla Ue come Unione Europea, ma in futuro potrem­mo anche ribattezzarla Ssf, ovvero «Scialo Senza Frontiere»

Agli eurospreconi due sedi non bastano - Continuiamo a chiamarla Ue come Unione Europea, ma in futuro potrem­mo anche ribattezzarla Ssf, ovvero «Scialo Senza Frontiere».Per capirlo ba­sta dar­e un’occhiata ai faraonici proget­ti per la costruzione del nuovo «europa­lazzo » da 288mila metri quadrati desti­nato a ingoiare oltre un miliardo di euro scuciti ai contribuenti del Vecchio conti­nente. La nuova corte delle meraviglie non sorgerà né a Bruxelles, né a Stra­sburgo - le due sedi separate dell’Euro­parlamento già fonte d’innumerevoli sprechi - , bensì in quella ricca Lilliput europea chiamata Lussemburgo. Continuiamo a chiamar­la Ue come Unione Europea, ma in futuro potremmo an­che ribattezzarla Ssf, ovvero «Scialo Senza Frontiere». Per capirlo basta dare un’occhia­ta ai faraonici progetti per la costruzione del nuovo «euro­palazzo » destinato a ingoiare oltre un miliardo di euro scu­citi ai contribuenti del vec­chio continente. La nuova corte delle mera­viglie servirà a dare un tetto alla legione di traduttori, scri­vani, azzeccagarbugli - e chi più ne ha più ne metta - chia­mata a far da dispendiosa ap­pendice a Europarlamento e Commissione Europea. Per sistemar armadi e scrivanie di questa massa di «euro fun­zionari » i zelanti architetti dell’Unione hanno già pron­to il progetto per un nuovo edificio da 288 mila metri quadrati. E naturalmente non pensano di edificarlo né a Bruxelles, né a Strasburgo ­le due sedi separate dell’Euro­parlamento già fonte d’innu­merevoli sprechi - ma bensì di regalarlo a quella ricca Lilli­put europea chiamata Lus­semburgo. Del resto perché scialare meno quando si può sprecare di più. Edificando la nuova sede a Bruxelles ri­s­chieremmo di sistemare fun­zionari e impiegati a due pas­si dal Parlamento, a un tiro di schioppo da quel palazzo di Berlaymon dove risiede la Commissione, ovvero il go­verno dell’Unione. Rischie­remmo, insomma, di rispar­miare i 255 Euro di rimborso spese, più pasti e sistemazio­ne alberghiera, garantiti agli efficientissimi e zelanti euro­burocrati ogni qualvolta af­fr­ontano le 3 ore di viaggio ne­cessarie per raggiungere Bru­xelles. Rischieremmo di sottrarre alla Biribin Limousine, una compagnia privata specializ­zata nel trasporto di parla­mentari ed euro-burocrati, i quattro soldi guadagnati con i sofferti contratti da 5milioni e 250mila euro stipulati nel 2009 per garantire auto blu al­­l’altezza e soprattutto - come spiega il sito della società ­«assoluta discrezione». Ri­schieremmo -insomma ­d’infliggere un severo taglio ai 200 milioni di euro spesi per scarrozzare a destra e a manca i preziosi rappresen­tanti europei e i loro insosti­tuibili spicciafacende. Troppo facile. Troppo eco­nomico. Meglio sistemarne qualcuno in Lussemburgo. Meglio dilapidare un altro mi­liardino di euro spillati dalle nostre tasche. Meglio costrui­re un palazzo nuovo di zecca in quella minuscola e disagia­ta «bancopoli» lussembur­ghese dove una disgraziata decisione risalente agli albo­ri dell’Unione ha già domici­liato il Segretariato della Commissione Europea. Del resto perché rimediare agli er­rori. Grazie alla dislocazione del Segretariato nel Lussem­burgo l’Euro Assemblea è an­cora oggi l’unico Parlamento al mondo diviso tra tre sedi di­verse. E questo le garantisce una meritata citazione nel Guinness degli sprechi. Gra­zie alla costruzione del nuo­vo edificio l’Unione Europea potrà mantenersi all’altezza della propria reputazione. E consolidare, mentre tutti i pa­esi membri stringono la cin­ghia e tagliano i bilanci, la fa­ma di pozzi senza fondo rico­n­osciuta alle proprie istituzio­ni. Grazie a quei 288mila me­tri quadrati - destinati a venir inaugurati già nel 2016 - la fa­lange degli euroburocrati po­trà vantare case, palazzi, uffi­ci e sedi per un totale di oltre 25 milioni di metri quadrati. Vi sembra poco, non riuscite a realizzarne l’enormità?Pro­vate a pensare a 250mila ap­partamenti da cento metri quadrati l’uno,provate ad im­maginare uno spazio abitati­vo sufficiente ad alloggiare un milione e 250mila perso­ne. Provate ad immaginarvi una città abitata solo da buro­crati. Eppure ancora non ba­sta. Ed allora ecco l’eurode­putato t­edesco Ingeborg Gra­essle definire il nuovo dispen­dioso euro alveare una «gi­gantesca e inopportuna stra­vaganza capace di infliggere danno gravissimi e perma­nenti alla reputazione del­l’unione europea». Ma non tutti a Bruxelles sono della sua idea. A dar retta ai docu­menti ufficiali dell’Unione la nuova sede è indispensabile per aprire «la strada al futu­ro » e «riflettere competenze, dinamismo e trasparenza nei confronti del pubblico euro­peo ». Sul dinamismo non vi sono dubbi. Qualche posa­piano pur di risparmiare avrebbe preferito ristruttura­re e allargare la sede lussem­burghese dell’Unione Euro­pea costruita solo 20 anni fa. In nome del dinamismo l’Eu­ropa preferisce invece rader­la al suolo e sostituirla con due blocchi distinti e nuovi di zecca. Il primo, la cui costru­zione è già iniziata, costerà 585 milioni di Euro, verrà inti­tolato al cancelliere tedesco Konrad Adenauer e allogge­rà nei suoi 18 piani oltre 3mi­la dipendenti del Parlamen­to Europeo. Il secondo bloc­co intitolato a Jean Monnet, altro padre nobile dell’Unio­ne, ospiterà invece, grazie ai suoi 120mila metri quadrati di uffici, i funzionari alle di­pendenze della Commissio­ne Europea. Il tutto ovvia­mente senza dimenticare pa­lestre, centri di ricreazione e percorsi benessere indispen­sabili per far dimenticare agli indaffarati «euro-burocrati» la vita di ristrettezze a cui li co­stringe un sogno europeo fat­to di lavoro e sacrifici.