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 2010  novembre 12 Venerdì calendario

Attenti a Fido se è di sangue blu entra nella Storia - Il nuovo libro di Oscar Gra­zioli ha per titolo «Cani di san­gue blu» (edizioni «L’età del­l’acquario » 228 pagine, 16 eu­ro): seguito,il sangue blu, da «storia e storie di 31 razze cele­bri »

Attenti a Fido se è di sangue blu entra nella Storia - Il nuovo libro di Oscar Gra­zioli ha per titolo «Cani di san­gue blu» (edizioni «L’età del­l’acquario » 228 pagine, 16 eu­ro): seguito,il sangue blu, da «storia e storie di 31 razze cele­bri ». Una cavalcata nell’uni­verso dei nostri amici a quat­tro zampe, con aneddoti stori­ci e osservazioni tecniche e pratiche. Grazioli - i lettori del Giornale lo sanno­è un veteri­nario che ama gli animali. Il che, si obbietterà, dovrebbe essere la regola. Ma non lo è.(Questa osservazione vale anche per i medici degli uma­ni). Risulta, lo stesso Grazioli ce ne ha dato notizia, che vi sia­no tra i veterinari più suicidi che in altre professioni. Forse alcuni di loro, tra i migliori, so­no disperatamente stressati dalle troppe sofferenze in cui s’imbattono. Poichè le sue pagine sono dedicate ai cani di razza e non a quelli che un tempo erano i bastardi, e che adesso si prefe­risce chiamare meticci, l’auto­re spiega: «Scrivere dei cani di razza è un modo per ricordare e nobilitare i loro fratelli, umili meticci che, pur compagni fe­deli dell’uomo, non hanno po­tuto far parlare di sè». La dedi­ca d’inizio è eloquente «A tut­te le Laika, povere creature, bruciate nel firmamento della sconfinata arroganza uma­na ». Laika era il nome della ca­gn­olina che i sovietici immola­rono lanciandola nello spa­zio. Non nello spazio ma in bat­taglia è caduto Moustache, un barboncino nato in una casa di agricoltori della Norman­dia che fu «arruolato» nel­l’esercito napoleonico, che partecipò alla prima campa­gna d’Italia del grande corso, che si distinse ad Austerlitz e che nel 1811 trovò morte eroi­ca, colpito in pieno da una pal­la di cannone, in Spagna, pres­so Badajoz. Nel suo percorso Grazioli ri­corda, con tocchi svelti, un’in­fionità di personaggi. Ne cito due a titolo d’esempio. Il pri­mo è Lyndon Johnson, presi­dente degli Usa, che possede­va tre «beagle» e nel 1965, du­rante un incontro ufficiale, prese uno dei tre, Edgar, per le orecchie e se lo tirò accanto per farsi fotografare. Fu accu­sato di maltrattamenti. Si dife­se spiegando che il suo gesto non aveva causato pericolo nè sofferenza a Edgar ma, essen­do Johnson conosciuto come incallito mentitore, non tutti gli credettero. Il secondo personaggio è In­dro Montanelli che aveva ri­nunciato alla caccia perchè non se la sentiva più di ammaz­zare animali e che aveva sem­pre con sè «il suo amato pasto­re tedesco ». Questa annotazio­ne, nel capitolo dedicato ap­punto ai pastori tedeschi, me­rita d’essere completata con qualche altra notizia. Il pasdto­re tedesco era una pastora. Al­la q­uale tuttavia erano state af­fibbiato le generalità d’un poli­tico polacco, Gomulka, che era stato segretario del partito e che aveva avuto alterne e drammatiche traversie. A dire il vero la moglie di Montanelli, Colette, ha negato in un libro ( «Casa di randagia» ), che il battesimo di Gomulka sia sta­to opera di Indro. Lui non c’era, ha spiegato - l’avevano mandato proprio in Polonia per un servizio giornalistico ­quando la cagnolona era stata comprata. «All’atto di pagare venni a sapere che si trattava di una femmina. Come l’avrebbe ac­cettata Indro, che prediligeva i cani maschi?Nell’incer­tezza la battezzai Gomulka come il leader polacco che spesso ricorreva nei suoi reporta­ges. Un nome che suonava bisex». Questa bella ga­loppata nel mon­do canino, che è an­che mondo uma­no, può degnamen­te concludersi con la poesia. Al suo ter­ranova, Boa­tswain, Lord Byron dedicò un monu­mento e versi bel­lissimi: « Qui accan­to riposa chi aveva bellezza ma non va­nità,/ forza ma non arrogan­za,/ coraggio ma non ferocia/e tutte le virtù dell’uomo senza i suo vizi» . Un contemporaneo, Marco Lodoli, ha pubblicato per Marsilio un volumetto «Zoe.Canzoniere per una bar­boncina », che si chiude con queste parole per la piccola amica morta: «In sogno cerco Zoe/e lei mi guarda, è sola/su una stradina bianca».