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 2010  novembre 12 Venerdì calendario

MERKEL, IL CINISMO E L’EURO - È

una storia di cinismo, miopia, piccole vendette e paralisi di un sistema. Le istituzioni e i governi europei che erano riusciti a estrarre se stessi dalla macerie di Atene, rischiano ora di provocare un altro crollo. Al centro, metà vittima e metà complice, c’è l’Irlanda; attorno altri governi - da Berlino a Parigi - che non capiscono le conseguenze del loro opportunismo.
Rivediamo i fotogrammi di questo film. Il 29 ottobre Angela Merkel propone che in futuro gli investitori privati nel debito sovrano dei Paesi di Eurolandia subiscano perdite automatiche quando un governo chiede il salvataggio all’Ue. È un modo di guadagnarsi punti con gli elettori scandalizzati dal finanziamento alla Grecia. In 60 anni di storia il Fondo monetario non ha mai previsto clausole del genere. Eppure Nicolas Sarkozy accetta, perché scambia la concessione con la possibilità di evitare sanzioni sui deficit eccessivi: la Francia non sarà multata, e il resto che importa. Il resto arriva subito: gli investitori, impauriti, fuggono in massa dai titoli di Stato della periferia dell’euro. Per molti governi finanziarsi costa sempre di più. Jean-Claude Trichet avverte che quello di Merkel è un errore e la cancelliera prende le distanze dal leader della Bce, innervosendo ulteriormente i mercati. Anche l’Irlanda ci mette del proprio rinviando il voto sul bilancio 2011 al 7 dicembre, malgrado il pessimo stato dei conti. Neanche la Banca centrale europea aiuta: potrebbe intervenire sui mercati ma lo fa poco, perché vuole che i governi saggino le conseguenze dei loro errori per poi rettificarli. Ai risparmiatori e ai contribuenti europei non resta che assistere, senza parole.
Federico Fubini