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 2010  novembre 05 Venerdì calendario

ALLA CAMERA COMINCIA L´ERA BOEHNER IL "SELF MADE MAN" AMICO DEI LOBBISTI - NEW YORK - «E

questi», disse il giovane John presentandoli alla fidanzata, «sono i miei vicini». Vicini? Debbie strabuzzò gli occhi di fronte a quella tavolata di ragazzi e ragazze fatti con lo stampino: «Si vergognava di dire che erano i suoi 11 fratelli», ricorda adesso la signora Boehner. «E che dormivano con mamma e papà in quelle due stanze».
Non tutte le bugie hanno le gambe corte. E ne ha fatta di strada John Andrew Boehner da Reading, Ohio, alla seconda carica degli Stati Uniti d´America. "Mr. Speaker" è già sulla copertina di Time: il capo di quella Camera che secondo gli insegnamenti di Nicholas Longworth - di Cincinnati come lui, l´unico politico di cui John sbandiera un ritratto in ufficio - vuole adesso davvero trasformare nell´«assemblea legislativa più potente del mondo». Magari con il piccolo aiuto dei suoi amici lobbisti.
È da quando è sbarcato a Washington, 1991, che l´ex ragazzino tuttofare dell´Andy´s Cafe, la taverna di babbo Earl, s´è fatto notare per la spola con K Street, dove si raccolgono i rappresentanti dei grandi interessi: che solo quest´anno l´hanno ricompensato con una quarantina di viaggi premio, valore 158mila dollari. Spiccioli, per carità, rispetto alla massa di denaro che le decisioni di John lo Speaker potranno muovere nell´America che fu di quel Barack Obama che adesso già apre alle sue richieste: a cominciare dal taglio delle tasse ai ricchi. E mica è un caso che la bozza del "Pledge To America", la promessa con cui i repubblicani si sono presentati alle elezioni, sia stata affidata da John al suo più stretto collaboratore, quel Brian Wild già a libro paga dei colossi Exxon Mobile e Aig.
Però sarebbe un errore etichettare John con l´acronimo "GTL" che gli hanno appiccicato i democratici: G come golf, T come tanned, cioè abbronzato, e L, appunto, come lobby. È vero: se hai dovuto sgobbare tutto il giorno per studiare dai gesuiti all´università serale, magari da grande ci sta pure il vizio dei viaggi, e delle Camel, e del Merlot come quello stappato l´altra sera per festeggiare alla Trattoria Alberto. Però l´uomo Boehner è molto più complicato di come appare. E molto meno d´un pezzo.
Boehner, per esempio, piange. «Ho spento tutta la vita inseguendo il sogno americano», ha cominciato a dire la sera della vittoria. Ma non ha finito la frase che già gli cadeva la lacrimuccia. Come quando in aula difese inutilmente gli amici di Wall Street dalla riforma di Barack. Come quando accusò sempre Obama di «abbandonare i ragazzi in Iraq». Insomma lo Speaker GTL ha un cuore. E non solo quello. Il matrimonio con Debbie gli ha regalato due figli ed è solidissimo: ma in campagna elettorale anche John è stato sfiorato dal solito scandaletto, e guarda caso con una lobbista.
L´amore più forte di tutti, però, resta quello per il compromesso. Sì, durante il primo biennio Obama Boehner si è distinto per la sorda opposizione: «No, dannazione, you can´t!» è il grido risuonato nell´aula e rimbalzato come un hit su YouTube. Ma negli 8 anni di George W. Bush fu messo sotto accusa dal partito proprio per la sua vocazione bipartisan. Fino alla comunella nientemeno che col vecchio leone dei Kennedy, Ted, per far approvare la riforma della scuola: purtroppo disastrosa.
Ora John dice di lui e Barack: «Non siamo certo intimi, ma andiamo abbastanza d´accordo». E chissà che non sia quello verde del golf il "terreno comune" su cui il presidente l´ha invitato a confrontarsi. «Quando nasci in una famiglia con 11 fratelli», ricorda Mr. Speaker, «sei costretto a trovare qualche compromesso». Non venite a spiegarla proprio a lui, la coabitazione.