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 2010  novembre 03 Mercoledì calendario

CHRISTIE’S PER VOCE ARANCIO


L’emiro del Qatar, Hamad bin Khalifa al-Thani, intervistato dal Financial Times ha rivelato che gli piacerebbe acquistare la casa d’aste Christie’s: «Stiamo costruendo un museo di arte araba in Qatar e grazie a Christie’s potremmo procurarci gli oggetti che stiamo collezionando». Ancora non si parla di prezzi: «Se si presenterà la buona occasione non esiteremo».

L’attuale proprietario di Christie’s è il finanziere francese François Pinault, uno degli uomini più ricchi del pianeta, proprietario del gruppo Artemis. Quando la rilevò, nel 1998, pagò 1 miliardo e 200 milioni di dollari (oggi potrebbe costare il doppio). Oltre all’emiro del Qatar, altri due fondi di investimenti vorrebbero comprarla, anche se il gruppo Artemis ha fatto sapere subito di non essere intenzionato a vendere.

L’emiro del Qatar ha già fatto importanti acquisti a Londra: sono diventati di sua proprietà i grandi magazzini Harrods (che prima appartenevano all’egiziano Mohamed al-Fayed), parte della Barclays Bank e parecchi complessi immobiliari.

Con le aste del 2009 Christie’s ha totalizzato 2,1 miliardi di sterline (circa 2,4 miliardi di euro). Ogni anno organizza più di 450 vendite di oggetti di varie categorie (quadri, vini, fotografie, memorabilia), con prezzi che variano da poche centinaia a milioni di euro. Ha 2mila dipendenti, 53 uffici in 32 Paesi e 10 sedi in cui si svolgono le aste (Amsterdam, Dubai, Ginevra, Hong Kong, Milano, New York, Parigi, Zurigo e due a Londra: la principale, a King Street, non lontana da Buckingham Palace, fu inaugurata nel 1823).

Anche se le cifre raggiunte nelle vendite da Christie’s sono molto elevate, negli ultimi anni a causa della crisi economica i guadagni sono diminuiti. A Londra, per esempio, nell’asta di arte contemporanea di febbraio del 2009 (durata 36 minuti) furono venduti solo 23 lotti su 31, per un valore di 8 milioni 392mila sterline, contro una stima iniziale che superava 15 milioni. Clamorosa in quell’occasione fu la mancata vendita dei due pezzi forti: Man in Blue VI di Francis Bacon e Green Blue Green on Blue di Mark Rothko.

Nel 2009 il giro d’affari per le due maggiori case d’asta, Christie’s e Sotheby’s, si è ridotto di circa il 50% (53% per Sotheby’s e 45,6% per Christie’s).

Il fondatore della casa è James Christie. Nato nel 1730 a Perth, in Scozia, dopo aver prestato servizio nella Royal Navy iniziò a lavorare a Londra come apprendista presso un venditore all’asta chiamato Annesley, a Covent Garden. Dopo qualche anno aprì una propria casa d’aste in Pall Mall, al centro della città. Documenti ufficiali riportano che la sua prima vendita all’incanto si svolse a Londra il 5 dicembre 1766: è l’atto di nascita di Christie’s. Tra i lotti: due vasi da notte, una coppia di lenzuoli con due federe per cuscini, quattro ferri da stiro.

Christie era così abile che riuscì a vendere perfino delle bare. Per il suo eloquio affascinante e convincente fu soprannominato “The Specious Orator” (l’oratore ingannevole).

Accanto al negozio dove svolgeva le sue aste abitava il pittore Thomas Gainsborough, che lo ritrasse (il dipinto fu acquistato nel 1938 da J. Paul Getty per 26.000 sterline).

Nel 1778, ormai già molto noto, Christie vendette la collezione d’arte di Sir Robert Walpole: gran parte dei capolavori, acquistati dall’imperatrice russa Caterina la Grande (40.000 sterline), costituiscono il nucleo iniziale del museo dell’Hermitage.

I gioielli della contessa du Barry, battuti da James Christie nel 1795 per 8.791 sterline, 4 scellini e 9 penny.

Breve storia della casa dopo la morte di James Christie (1803). Passò in mano al figlio James Christie II, nel 1831 William Manson entrò a far società e la casa prese il nome Christie & Manson. Alla società si aggiunse, nel 1859, Thomas Woods. Nuovo nome: Christie Manson and Woods. Nel 1889 si ritirò l’ultimo discendente della famiglia del fondatore, James Christie IV. Nel 1940 Christie’s diventò società a responsabilità limitata e nel 1973 public company, quotata nel London Stock Exchange: i profitti erano saliti da 139.000 sterline del 1968 a 1,1 milioni del 1972. Nel 1998 il finanziere francese François Pinault, attraverso Artemis S.A., acquistò Christie’s.

Nel 1941 la sede di Christie’s a King Street fu distrutta da un bombardamento aereo tedesco. Solo nel 1953 la casa d’aste poté tornare in quella via, in un palazzo completamente ricostruito.

La sala dove si tengono le aste a King Street, nota con il nome “Big Room”, ha forma esagonale. Si dice che sia stata disegnata così da James Christie in persona per avere più pareti su cui appendere i quadri in vendita.

Il primo ufficio all’estero fu quello di Roma, aperto nel 1958. La sua prima sede di aste fuori dall’Inghilterra, invece, fu quella di Ginevra, inaugurata nel 1968.

Il 1987, anno dei record per Christie’s. I Girasoli di van Gogh superarono 24 milioni di sterline (circa 27 milioni di euro). Un secondo quadro di van Gogh, Le pont de Trinquetaille, fu venduto per più di 12 milioni di sterline (circa 14 milioni di euro). Nello stesso anno furono venduti a cifre record: una Bibbia di Gutenberg (3,3 milioni di sterline), un diamante da 64 carati (3,9 milioni), una Bugatti Royale del 1931 (5,5 milioni di sterline).

Elton John mise all’asta da Christie’s una ventina di macchine: la sua preferita era una Rolls Royce Phantom VI del 1973, costruita interamente a mano (solo per la realizzazione della calandra cromata occorreva un mese di lavoro) su cui aveva fatto montare un grande impianto hi-fi. All’asta anche due Jaguar, tre Ferrari, qualche Aston Martin e una Bentley del 1956 (prodotta in 431 esemplari). Disse che non aveva tempo di guidarle perché era molto spesso lontano da casa. Dalla vendita si ricavarono 2 milioni di sterline.

Nel 2006 l’abitino nero indossato da Audrey Hepburn nel film Colazione da Tiffany fu battuto per 467mila sterline (circa 530mila euro).

Le scarpette da ballo di Rudolph Nureyev nel 1995 andarono via per 12mila sterline (più di 13mila euro).

Nel 2000 nella sede di New York l’asta di memorabilia di Marilyn Monroe raccolse 13,4 milioni di dollari (quasi 10 milioni di euro). Il pezzo forte fu l’abito bianco aderente e tutto luccicante (8 milioni e mezzo di euro) che l’attrice indossava il 19 maggio 1962, quando cantò Happy Birthday al presidente americano, John F. Kennedy.

Il più alto prezzo mai pagato per un Monet. Da Christie’s nel 2008, per Le bassin aux nymphéas: 40 milioni di dollari (45 milioni di euro).

Nel 2008 Christie’s ha venduto il gioiello più prezioso: il diamante Wittelsbach, 35 carati di colore azzurro, battuto a 16 milioni di sterline (18 milioni di euro).

Nonostante la crisi, proprio quest’anno Christie’s ha stabilito uno dei suoi record: a maggio il dipinto di Picasso Nude, green leaves and bust (1932) è stato venduto per 106 milioni di dollari (77 milioni di euro).

Sull’iPhone dall’Apple Store si può scaricare gratuitamente il programma “Christie’s” che mostra tutte le aste in arrivo.

Come si partecipa alle aste. Tutti quelli che vogliono fare delle offerte devono registrarsi e presentare un documento d’identità. Chi non ha mai partecipato alle aste Christie’s deve anche fornire delle referenze bancarie (nome della banca, numero di conto ecc.). Se si va all’asta di persona, all’ingresso si riceve la paletta per fare le offerte. Altrimenti, solo per i lotti più costosi, si può partecipare via telefono, parlando con lo staff della casa. Un altro sistema è quello di fare un’offerta scritta, compilando il modulo apposito che si trova sul sito di Christie’s oppure nel catalogo della vendita (disponibili anche online): si indica la cifra e si spedisce per fax, almeno 24 ore prima dell’inizio. Christie’s permette di partecipare anche via Internet, con il servizio Christies Live: sullo schermo si assiste alle aste e si fanno le offerte. Avvertenza: la cifra con cui ci si aggiudica un oggetto non è mai quella che si paga, perché si devono sempre aggiungere tasse e commissioni. Entro sette giorni dalla vendita, occorre pagare.

«Sotheby’s e Christie’s sono i giocattoli di lusso di uomini che hanno altrove i loro affari. La case d’aste sono i portagioie delle loro mogli, scenari delle fantasie. Sono luoghi dove incontrare persone di ambienti diversi, non dove far soldi. Tuttavia questo non può durare a lungo. È in arrivo una rivoluzione» (Godfrey Barker sul Wall Street Journal).