FEDERICO RAMPINI, la Repubblica 31/10/2010, 31 ottobre 2010
CINEMA, ULTIMO RUGGITO DEL LEONE BANCAROTTA PER METRO GOLDWYN - NEW YORK
Nella sua età dell´oro, gli anni Trenta, fu la casa cinematografica di Greta Garbo e Clark Gable, produsse "Il mago di Oz" e "Ben Hur", distribuì "Via col vento" e le comiche di Stanlio e Onlio. Dagli anni Settanta in poi la Metro Goldwyn Mayer (Mgm) è famosa soprattutto per un altro genere di spettacolo: le scalate finanziarie, i disastri e le bancarotte, con se stessa nella parte della sfortunata protagonista.
L´hanno posseduta per periodi brevi finanzieri di dubbia fama come Kirk Kerkorian e Giancarlo Parretti, un magnate dei media come Ted Turner (fondatore della Cnn), un colosso asiatico dell´hi-tech come la Sony. Si è fusa con la United Artists, ha continuato a fare occasionalmente anche dei film di qualità ("Thelma e Louise") e di successo (la serie degli Hobbit) ma per Mgm il dissesto finanziario è sempre rimasto dietro l´angolo.
L´ultima puntata, per ora, si è conclusa con un´altra bancarotta. I creditori di Mgm hanno approvato venerdì la ristrutturazione delle obbligazioni in loro possesso: il passaggio legale indispensabile per la procedura di bancarotta. La Mgm ora può liberarsi dei suoi 4 miliardi di dollari di debiti, e passare sotto il controllo dei due manager di Hollywood che sono disposti a rilevarla: Gary Barber e Roger Birnbaum.
Anche stavolta la sceneggiatura è stata movimentata. Fino all´ultimo ha provato a opporsi a questo piano Carl Icahn, uno dei principali creditori della Mgm, che voleva fonderla con la casa produttrice Lions Gate Entertainment. L´offerta di Ichan valeva circa 1,8 miliardi ma la maggioranza dei detentori di obbligazioni Mgm ha preferito il piano di Barber e Birnbaum. Ora Mgm entra in amministrazione controllata, secondo la normativa del Chapter 11. Ai proprietari di obbligazioni sarà proposta la conversione dei loro crediti in azioni, per un totale del 95,3% della major cinematografica. Controllo e management saranno nella mani della Spyglass Entertainment di Barber e Birnbaum, una casa produttrice che fonderà il suo "archivio" di film con quello della Mgm. La Spyglass ha prodotto tra gli altri "Una settimana da Dio" con Jim Carrey, "Il sesto senso" con Harrison Ford e "G. I. Joe".
L´ennesima convulsione finanziaria della Mgm chiude un periodo in cui l´azionariato era diviso tra la Sony, l´operatore di cable-tv americano Comcast, e investitori di private equity come Tpg, Providence Equity Partners: avevano rilevato la major nel 2005 per 5 miliardi. Questi azionisti perderanno il loro capitale quasi interamente. Lo sconfitto Icahn forse potrà consolarsi: con Mgm pochi sono riusciti a fare utili, e generalmente solo per periodi brevi. Lo stesso Icahn è un personaggio degno di ispirare sceneggiature hollywoodiane: le sue scorribande della fine degli anni Settanta, in particolare la scalata alla Nabisco, diedero il via a un ciclo di leveraged-buyout e di "barbari alle porte", descritto nel romanzo di Tom Wolfe "Il falò delle vanità" e nel primo film "Wall Street" di Oliver Stone.
Nel mondo dello spettacolo Icahn ha avuto vari interessi che hanno spaziato da Blockbuster fino alla Walt Disney. Ora l´ordinato svolgimento della bancarotta in Chapter 11 potrà realizzare i sogni di molti giovani spettatori: le ultime difficoltà finanziarie della Mgm avevano provocato seri ritardi nella produzione del nuovo ciclo della serie "The Hobbit".