Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2010  ottobre 30 Sabato calendario

UOMO MC DONALD’S, INGRASSA 32 CHILI E FA CAUSA ALL’AZIENDA


Il dovere prima del piacere. Per dodici anni questo è stato il motto di un manager brasiliano di McDonald’s, costretto ad assaggiare quotidianamente hamburger e patatine preparati nel suo fast food per verificarne la qualità. Bella fatica, dirà qualcuno.
E invece, per il diligentissimo funzionario di 32 anni, quell’impegno si è trasformatoin un incubo che ha gonfiato il suo corpo come una polpetta.
In dodici, unti, anni il manager, ormai ex dipendente della catena, è ingrassato 32 chili. Un’enormità. Così, dopo l’enne simo buco aggiunto alla cintura, ha pensato che il suo datore di lavoro dovesse assumersi le proprie responsabilità e ha denunciato McDonald’s. La storia è arrivata sul banco del giudice JoaoFilho del tribunale di Porto Alegre,i n Brasile, che ha riconosciutoi l danno condannando l’azienda a pagare 17. 500 dollari.
In pratica il magistrato brasiliano ha valutato l’attività di assaggiatore di hamburger e patatine alla stregua di un lavoro usurante. E in effetti, secondo quanto raccontato dal manager, la sua vita lavorativa non era una pacchia. Ogni giorno la McDonald’s inviava falsi clienti al suo locale per provare la qualità dei prodotti e lui, per garantire il massimo e salvare il posto, tutti i giorni doveva provare sulla sua pelle ciò che vendeva.
Per dodici anni ha sperato che quella premura quotidiana glif ruttasse una promozione, ch egli appesantisse la busta paga e allargasse lo studio. Invece, l’unica cosa che si è allargato è stato il suo girovita. Fin qui la storia del dirigente brasiliano sembra uscita dalla penna di uno sceneggiatore di Hollywood, magari di quelli ostinatamente contro le multinazionali come Michael Moore. In realtà già nel 2004 era scoppiato un caso mondiale con il film di Morgan Spurlok, “Super size me”. La pellicoladel filmaker indipendente prende spunto dalla denuncia di due ragazze americane che avevano dichiarato di «essere obese» per colpa di McDonald’s. Così, peru n mese mangia a colazione,pranzo e cena, solo prodotti delf ast food, sospende ogni attività fisica e documenta con l’apporto di medici le variazioni fisiche epsicologiche.
I risultati sul suo corpo sono devastanti, e per l’immagine del colosso del “cibo spazzatura” è un disastro. All’inizio dell’esperimento Spurlock, 33 anni, alto188 centimetri per 84 chili, appare perfettamente in salute. Dopo trenta giorni di McDonald’s ingrassadi 11 chili e aumenta lamassa corporea del 13%. Non solo. Durante il documentario il regista mostra visibili sbalzi diumore e registra disfunzioni sessualit ollerate a fatica dalla sua compagna.
Ma il danno maggiore è al fegato,che al termine del test è ridotto malissimo per l’incredibileq uantità di calorie, caffeina, zuccheri e grassi assunti. Al tempo, il film costrinse la Mc ad aggiungere nei menù insalate, ridurre le percentuali di grassi e zuccheri, e rendere visibili le tabelle con i dati calorici. Una piccola grande vittoria. Stavolta invece non ci sta e annuncia ricorso. Secondo loro avrebbe potuto variare la sua alimentazione con cibi meno calorici. E poi che gusto c’era?