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 2010  ottobre 21 Giovedì calendario

Il Fatto. Libro in gocce. Puntata numero 14 - Gratis di Chris Anderson, Rizzoli 2009, 285 pagine, 19,50 euro

Il Fatto. Libro in gocce. Puntata numero 14 - Gratis di Chris Anderson, Rizzoli 2009, 285 pagine, 19,50 euro. Rif. Database libro 1391228 -1391227 Rif. Biblioteca 217898 ECCITAZIONE «Lo zero accende emozioni, è fonte di un’eccitazione irrazionale» (Dan Ariely, professore del Mit di Boston). PROFITTO Gratis, che non vuol dire “senza profitti”. Significa che la strada da prodotto a profitto è indiretta. QUATTRO Le quattro più diffuse forme di gratis. La prima è il “sovvenzionamento incrociato diretto”: un prodotto che spinge a pagare qualcos’altro (il 2x1 al supermercato). La seconda è il sistema “tre vie”: una terza parte paga per partecipare a un mercato creato da uno scambio gratuito tra le prime due parti (la pubblicità in Tv). Poi c’è “il Freemium”: un prodotto o un servizio offerto gratuitamente ma abbinato a una versione a pagamento (lo fanno i software). Infine ci sono i “mercati non monetari”: qualsiasi cosa le persone distribuiscano senza aspettarsi un pagamento (dalle donazioni a Wikipedia). FREE OF CHARGE Free, l’espressione inglese che definisce il gratis, ha la stessa radice di friend, amico. Provengono entrambe dall’Old English freon, freogan cioè “liberare”, “amare”. Il significato “donato senza costi” si sviluppa dal 1585 con l’espressione “free of charge”, “libero da costi”. IDEE Più un prodotto è composto d’idee anziché di materie, più in fretta può scendere di prezzo. DIFFERENZA Il professor Ariely, che un giorno si mise a vendere ai suoi studenti prestigiosi cioccolatini Lindor e comunissimi Baci Hershey. I primi costavano 15 centesimi, i secondi un centesimo. A queste condizioni il 73% dei clienti sceglieva i Lindor, il 27% i Baci. Poi Ariely abbassò i prezzi di un centesimo, portando il Lindor a 14 cent, il Bacio a zero. All’improvviso il 69% degli studenti voleva i Baci Hershey, solo il 31% sceglieva ancora il Lindor. La differenza di prezzo tra i due prodotti era rimasta di 14 centesimi. ATOMI/BIT Nell’economia degli atomi col passare del tempo le cose costano di più. Nell’economia dei bit, cioè nel mondo online, le cose costano sempre meno. L’economia degli atomi è inflazionistica, quella dei bit deflazionistica. 5% I siti internet, che in genere seguono la regola del 5%: il 5% degli utenti sovvenziona tutti gli altri. Per ogni utente che paga per avere una versione a pagamento ce ne sono 19 che usano, gratis, quella base. ATOMI/BIT 2 Le vendite di musica e software, che ormai si fanno sempre più online. Quando si passerà definitivamente dalla spedizione di atomi (le scatole di plastica e i dischi) ai bit, il gratis sarà inevitabile. DOWNLOAD In Rainbows, l’album dei Radiohead pubblicato dalla band su internet che i fan potevano scaricare decidendo quanto pagare, anche niente. Per ogni download il gruppo ha incassato in media sei dollari. Tra vinili, cd, download ecc. l’album ha venduto tre milioni di copie. I Radiohead hanno guadagnato più dai download dell’album prima dell’uscita del cd fisico di quanto avessero incassato in totale, in tutti i formati, con l’album precedente. DIVERSI Clienti diversi pagano prezzi diversi: durante l’happy hour la birra costa poco perché si spera che alcuni clienti rimangano e continuino a bere quando sarà di nuovo a prezzo pieno. MEDICI In Cina alcuni medici sono pagati mensilmente, ma solo se i pazienti sono sani. Se stanno male è colpa loro: il loro obiettivo è tenerli in salute per poter guadagnare. FATICA La fatica di pensare, che genera costi mentali di transazione. Se un prodotto ha un prezzo diverso dallo zero il consumatore riflette sulla scelta, e questo lo distoglie dal continuare. Se il prezzo è zero quella domanda non sorge e la decisione è più semplice. SPRECO Il timore dello spreco, maggior nemico del gratis. Su Zappos, negozio online di scarpe, si possono ordinare tutte le calzature che si vogliono: quelle che non vanno bene si rimandano indietro. La spedizione, sia all’andata sia al ritorno, è gratis. L’obiettivo di Zappos è eliminare la barriera psicologica che frena l’acquisto, cioè il timore che le scarpe non vadano bene. Frank Hsieh, manager del gruppo: «Molti si sentono in colpa a ordinare più scarpe di quante ne vogliono, sapendo che le rimanderanno. E così spesso preferiscono non ordinarne affatto».