Giulia Crivelli, Il Sole 24 Ore 19/10/2010, 19 ottobre 2010
L’ASIA TRAINA IL LUSSO MA LA SORPRESA È IL RISVEGLIO DEGLI USA - C’è
chi continua a usare la parola ripresa con cautela, come Burton Tansky, potentissimo past president di Neiman Marcus, che preferisce parlare di "month-to-month progression". Ma che la svolta, nel mondo del lusso, ci sia stata è ormai una certezza, come dimostrano ben tre ricerche presentate ieri in occasione dell’Osservatorio Altagamma.
Definitivamente archiviato il trend negativo innescato nel 2008 dal crac di Lehman Brothers e dalla successiva crisi economica-finanziaria, un trend culminato nelle performance del 2009 – forse il peggiore anno mai vissuto dal settore dell’alto di gamma (e non solo) – il 2010 si chiuderà con una crescita del mercato globale dei "personal luxury goods" del 10%, che raggiungerà i 168 miliardi di euro. I dati elaborati da Bain&Co. e presentati da Claudia d’Arpizio sono stati rivisti al rialzo, grazie alle ottime performance registrate nei primi nove mesi dell’anno. Confermato il ruolo trainante dell’Asia e in particolare della Cina: nel 2010 il mercato varrà 9,2 miliardi di euro (+30% sul 2009) e nel giro di cinque anni diventerà il terzo al mondo, anche se probabilmente continuerà a essere molto concentrato, con cinque top player che assorbono il 50% delle vendite. Ma la vera sorpresa viene dagli Stati Uniti, che restano il primo mercato al mondo per i beni di lusso, seguiti da Giappone, Italia e Francia. Buone notizie inoltre – ha spiegato Claudia d’Aripizio – per il mercato dell’arredamento di alta gamma, che, dopo aver perso il 12% nel 2009, crescerà del 9%. Continua invece a soffrire la nautica, anche se rispetto al -22% del 2009 per il 2010 la diminuzione dovrebbe essere "solo" del 16%, portando il valore delle vendite degli yacht di lusso a 6,4 miliardi.
In occasione dell’Osservatorio Altagamma sono stati poi presentati i dati sul Tax free shopping (si veda l’articolo a fianco) e quelli elaborati dalla Sda Bocconi per il Fashion & Luxury Insight, il rapporto annuale che analizza l’andamento delle imprese moda e alto di gamma quotate nelle borse internazionali, che evidenzia una tendenza negativa nella crescita delle vendite, associata però a un miglior controllo dei costi operativi e ad una riduzione significativa del capitale circolante rispetto alle vendite. «Ciò suggerisce che le imprese sono state capaci di contrastare il trend negativo del 2009 con un più forte focus sull’efficienza – ha spiegato Giorgio Brandazza della Sda Bocconi – e che sono ora meglio equipaggiate per raccogliere i frutti della ripresa». Positivo infine il Consensus Altagamma 2011, realizzato dalla Fondazione Altagamma con il contributo dei maggiori analisti internazionali specializzati in luxury goods: nel prossimo anno si registrerà sull’anno, e in particolar modo nel primo semestre, una crescita in tutti i mercati per tutte le categorie di prodotto, con +15% previsto per l’ebitda. Secondo Armando Branchini, segretario generale di Fondazione Altagamma «il 2011 sarà positivo per tutte le categorie di prodotto, con pelletteria e gioielleria e orologeria che mostrano il più alto tasso di crescita e con forte ripresa anche per l’abbigliamento».
In questo rinnovato clima di fiducia è stato annunciata dal presidente di Fondazione Altagamma Santo Versace anche la nascita della European Cultural and Creative Industries Alliance, composta da Fondazione Altagamma e da due organizzazioni "sorelle", il Comité Colbert in Francia e il Walpole British Luxury britannico. «In futuro cercheremo di allargare l’alleanza a Spagna e Germania – ha aggiunto Francoise Montenay, presidente del Comité Colbert – con l’obiettivo, tra gli altri, di meglio proteggere la proprietà intellettuale, alla base dell’industria del lusso». Un tema toccato da Antonio Tajani, vicepresidente della Commissione europea, che è intervenuto al convegno Altagamma e ha ribadito l’impegno di Bruxelles per arrivare a una legge sul "made in" a tutela «del manifatturiero europeo».