Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2010  ottobre 10 Domenica calendario

FRAMMENTO DEI FRAMMENTI CHE RISPONDONO ALLA VOCE "ALESSI

Alberto"

Giovanni Gioia, sei volte deputato e ministro. Anche lui ti fissava in silenzio, con occhi a biglia chiari e freddi. Mascella quadrata. Labbra carnose. Il doppiopetto gessato come il professore tedesco di Giungla d’asfalto. Alberto Alessi, della sinistra dicì, mi chiese: «Ha notato lo sguardo di Gioia? � vitreo e fecondativo di pensieri strani».
(Giampaolo Pansa la Repubblica, 16/07/2004)

Secondo i calcoli del Cavaliere enunciati in un incontro col neo-dc Alberto Alessi (Gianfranco Rotondi testimone), il partito guidato da MVB potrebbe fruttare il 3-4 per cento e in caso di elezioni almeno una cinquantina, tra deputati e senatori.
(La Stampa 20/08/2007, pag.2 UGO MAGRI)

Nel 2007 incassa ancora una pensione da Parlamentare da 6.590 euro.
(www.oggi.it, 16 giugno 2010)

AGGIORNATO DA CC IL 10/10/2010

Ad esempio, è difficile pensare di avere di fronte un uomo malato d’impresa quando si guarda il volto abbronzato di Alberto Alessi, classe 1946, che dal suo studio a due passi dal Canton Ticino si dice pronto a «venire in azienda fino all’ultimo giorno della mia vita». Qualche anno fa, la tentazione di costruirsi un "dopo" gli è venuta, e ha trovato in due ettari di vigna con vista sul lago d’Orta il pretesto migliore per «cominciare a lavorare un po’ di meno a divertirsi un po’ di più». Alla fine, per arrivare alle prime centinaia di bottiglie di Pinot nero e Chardonnay è servito molto più tempo (e denaro) del previsto, ma in compenso ad Alessi si sono spalancate le porte dell’agricoltura biodinamica, teorizzata da Rudolf Steiner. «È una scoperta che mi ha cambiato la vita – racconta – perché ho capito che in fondo il mio ruolo in azienda non è diverso da quello di un buon giardiniere: seminare, aspettare, selezionare i frutti migliori, valorizzarli». Risultato, quello che doveva essere un hobby, una distrazione, si è trasformato in un prezioso suggerimento per stare meglio in azienda, e forse anche starci un po’ più di tempo. Già, il tempo. Quello regalato all’impresa e sottratto a tutto il resto.
Fonte: Marco Ferrando, Il Sole 24 Ore 16/9/2010