Dino Bondavalli, Libero 6/10/2001, 6 ottobre 2001
VOLONTARI A QUATTRO ZAMPE
Di diverso rispetto alle strutture che operano all’interno degli ospedali italiani, ci saranno le sembianze dei donatori. Ma, per tutto il resto, il nuovo Centro emotrasfusionale per cani e gatti, che verrà inaugurato questa mattina alla facoltà di Medicina veterinaria dell’Università degli Studi di Milano alla presenza del sindaco Letizia Moratti, funzionerà esattamente come quelli gestiti dall’Avis e dalle altre associazioni per la donazione del sangue.
La struttura, la prima assoluta in Lombardia e la più grande del genere in Italia, sarà infatti organizzata come un tradizionale centro di raccolta, all’interno del quale i donatori in questo caso non esattamente “volontari” verranno sottoposti a una serie di visite e controlli prima di passare al salasso. «Il nostro obiettivo, che siamo riusciti a realizzare grazie alla donazione molto generosa di una signora milanese amante degli animali spiega infatti la professoressa Daniela Proverbio, responsabile del centro è quello di creare una rete di donatori affidabili e tracciati, proprio come accade con gli uomini, e di organizzare una banca del sangue e degli emocomponenti a disposizione dei veterinari».
Una novità destinata a salvare la vita a tanti animali. Finora, i veterinari impegnati in interventi chirurgici o in terapie contro tumori e malattie infettive si sono infatti affidati perlopiù a donatori improvvisati.
È così accaduto che spesso un animale ferito morisse semplicemente perché non si era trovato il donatore di gruppo sanguigno compatibile con quello del ricevente o a causa della carenza del sangue necessario per far fronte a un imprevisto. «L’inaugurazione del nuovo reparto consentirà invece ai proprietari di cani e gatti di salvare la vita dei propri amici anche in caso di malattie ed eventi traumatici fino ad ora considerati non curabili», sottolinea Gianluca Comazzi, Garante dei diritti degli animali del Comune di Milano.
Il nuovo Centro emotrasfusionale garantirà infatti il rifornimento ai veterinari delle quantità di sangue o di emocomponenti necessarie per l’intervento o la terapia. Il tutto, con il vantaggio di poter contare su campioni sicuri dal punto di vista sanitario.
Prima di essere ammessi alla donazione, infatti, gli animali verranno tutti sottoposti a uno screening per verificare il rispetto dei requisiti di peso minimi 25chilipericanie5chiliperi gatti ed escludere gli animali con oltre 8 anni di età. Una volta esaurito questo passaggio, scatterà il check up, nel corso del quale verranno effettuati l’elettrocardiogramma, la misurazione della pressione arteriosa e il
test contro la filaria. Controlli ai quali, per i cani, si aggiungerà quello necessario per escludere infezioni da leishmaniosi canina, mentre i gatti verranno testati «contro l’hiv, visto che anche loro possono contrarre il virus», sottolinea Proverbio.
Solo chi supererà tutte le verifiche verrà ammesso alla donazione, al termine della quale ci sarà proprio come per gli esseri umani una meritata merenda offerta dal centro trasfusionale. Se poi le crocchette saranno sufficienti a convincere Fido a diventare un donatore abituale, è difficile prevederlo. Ma, di fronte al risparmio garantito dal check up effettuato sui donatori, completamente gratuito, è facile immaginare che le pressioni in tal senso da parte dei proprietari non saranno per nulla leggere.