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 2010  ottobre 03 Domenica calendario

LA SCALATA DEL DAHONGPAO IL TE’ DELLA DINASTIA MING CHE COSTA QUANTO L’ORO


LONDRA - E´ la bevanda preferita degli inglesi, quasi un simbolo di identità nazionale. Ma è anche la preferita dei russi, dei turchi, dei cinesi e di un sacco di altra gente. Per questo la notizia che una marca di tè sta scalando record senza precedenti sui mercati alimentari ha fatto subito il giro del mondo, rimbalzando dai bollettini della Cctv, la rete televisiva statale di Pechino, alle colonne del Daily Telegraph a Londra. Le rare foglioline di Dahongpao, raccolte da un ristretto numero di cespugli in quelli che un tempo erano i giardini della dinastia degli imperatori Ming, si vendono a oltre mille sterline al chilo (circa 1.200 euro) nelle trattative su Internet e arrivano a un prezzo ancora più alto nella vendita al dettaglio in negozi, supermercati, ristoranti. Di colpo, tutti lo vogliono. «Tra il momento in cui lo raccogliamo e quello in cui lo mettiamo in vendita all´ingrosso, il valore è già triplicato», dice un coltivatore.
Il tè più caro del pianeta non è nuovo. Esiste per l´appunto dal tempo della dinastia Ming (1368-1644) e in Cina è conosciuto da sempre come una qualità esclusiva e pregiata: non a caso, quando nel 1972 Richard Nixon fece la prima, storica visita di un presidente americano in Cina, Mao Tse-Tung gli offrì come regalo ufficiale una confezione di 100 grammi di Dahongpao. Per poco non scoppiò subito un incidente diplomatico, perché a Nixon sembrò un dono inadeguato alla sua statura, finché un interprete gli spiegò che era il tè dell´imperatore e che 100 grammi rappresentavano, all´epoca, una piccola fortuna nella Cina comunista.
Ma oggi, nella Cina che è la locomotiva del capitalismo globale, il Dahongpao vale ancora di più. «Un giorno ha un prezzo, e il giorno dopo ne ha già un altro più alto», dice Wu Zongyan, un produttore, al Telegraph. I cinesi, in questo simili agli inglesi, considerano tradizionalmente il tè come il cuore simbolico della loro cultura nazionale e sono convinti che, in fatto di varietà e differenze di gusto, possa rivaleggiare con il vino. Il valore che il tè dei Ming ha raggiunto ora sui mercati viene per l´appunto paragonato a quello dei vini di più alta qualità.
In parte, avvertono gli esperti del settore, si tratta di un fenomeno speculativo: gli investitori cinesi sono sempre alla ricerca di nuovi veicoli per i loro soldi, con l´obiettivo di realizzare rapidi profitti. Il prezzo del Dahongpao, in effetti, è salito vertiginosamente anche sulle ali di voci assurde, come quella secondo cui viene da appena sei minuscoli cespugli. In realtà, viene da sei alberi che furono originariamente piantati per servire gli imperatori della dinastia Ming, in una piccola area di montagna nella provincia costiera orientale di Fujian. In ogni caso, in poco più di anno la sua quotazione è decuplicata: può darsi che presto anche questa bolla speculativa scoppi, ma per il momento il Dahongpao è entrato a far parte di quella ristretta schiera di bevande o alimenti, lo champagne francese, il caviale russo o persiano, il tartufo piemontese, che tutti vorrebbero avere sulla propria tavola, ma solo alcuni possono permettersi.