Manila Alfano, Il Giornale 3/10/2010, 3 ottobre 2010
LA CHAT FOLLIA: APPUNTAMENTI PER MORIRE INSIEME
Joanna e Stephen erano il modello da seguire, da invidiare. Loro avevano vinto la paura di morire tenendosi per mano, guardandosi negli occhi e trattenendo il respiro. Poi più niente. Joanna e Stephen se ne erano andati via per sempre, così, dandosi un appuntamento in chat. Era lei che aveva lanciato nel mare del web il primo messaggio. «Cerco qualcuno con cui morire ». A Joanna mancava il coraggio per farlo da sola. Soffriva. Un’anoressia che non le dava tregua, che la sfiancava, un tarlo nella testa. Ogni ora a fare i conti con zuccheri e liquidi. A un passo dalla morte, eppure senza mai il coraggio finale. Per il salto nel vuoto cercava un compagno. Stephen non l’aveva mai vista prima, si erano trovati solo per morire insieme. Per tenersi stretti la mano quando non si può più tornare indietro e arrivano i rimpianti.
Dieci giorni fa avevano fermato la macchina in un parcheggio deserto di Braintree, nell’Essex. Si erano chiusi dall’interno e hanno lasciato che il veleno li uccidesse. Hanno fatto in tempo a guardarsi, così, per l’ultima volta senza più tornare indietro.
L’altro ieri quando gli agenti di Scotland Yard hanno trovato due ragazze morte asfissiate in un appartamento di Londra, a Putney, non hanno avuto dubbi: Joanna e Stephen hanno fatto scuola. Sono diventati modelli da seguire, da emulare. Il sospetto è inquietante:patto suicida,l’ultima frontiera del social network: incontrarsi per morire insieme, per non avere paura di farlo da soli. Mano nella mano verso la morte, ascoltando Eminem o correndo a folle velocità su una pista di un aeroporto abbandonato fino allo scontro fatale, inalando sostanze tossiche letali. Sui siti ci trovi di tutto, gli aspiranti suicidi sono molti, moltissimi. Pochi anni fa il British Medical Journal ne rintracciò 10mila in tutto il pianeta, 240 solo in Gran Bretagna.
Il caso più eclatante nel 1998 in Giappone: una ragazza si tolse la vita con cianuro acquistato on line. Sullo stesso sito si scoprì che erano stati fatti altri otto ordini della stessa sostanza per la stessa finalità. L’uomo che gestiva quel macabro business si suicidò prima di essere catturato. Poi è arrivato il boom in Europa. Chi cerca un compagno lo dice: «Cerco un aspirante suicida per il mio ultimo giorno». «Salve compagni di depressione,a quando l’insano gesto? ». Quando hanno saputo di Joanna e Stephen hanno lasciato dei commenti: «Buon per loro».
Intanto Scotland Yard indaga sulla casa di Putney. «Una ragazza ossessionata dal suicidio», dicono i vicini. Troppe similitudini con il caso di Jaonna e Stephen. Secondo gli agenti le due donne si sarebbero conosciute in chat, scelto il giorno e il luogo: la casa di Putney. L’altra è arrivata puntuale, ha suonato il campanello, un abbraccio e via. Sigillate porte e finestre, sono morte soffocandosi con gas chimici. La polizia ha rintracciato in chat alcuni commenti lasciati da una ragazza somala che minacciava di togliersi la vita per abusi subiti. Forse è lei la donna di Putney. Sotland Yard non ha ancora identificato i corpi. Qualcuno ha già lasciato un messaggio: «Beate loro».