Beppe Rinaldi, Libero 3/10/2010, 3 ottobre 2010
DISAGIATI
SEDI A RISCHIO
Sono considerate sede disagiata gli uffici giudiziari che, con un organico insufficiente, devono affrontare un elevato numero di affari penali, soprattutto relativi alla criminalità organizzata
CHI DECIDE
Il Csm ha il compito di individuare le sedi disagiate per le quali provvedere al trasferimento dei magistrati
IL CASO
Il sostituto procuratore Salvatore Cosentino ha chiesto di essere trasferito nella sede disagiata di Locri, nel ventre molle della ’ndrangheta. Il Pm ha tutti i requisiti per il posto, ma il Csm si è opposto
STOP DEL CSM
Cosentino opera a Taranto, ma ha vinto il bando del 17 marzo scorso per farsi trasferire a Locri. Il Csm lo ferma «per evitare che anche Taranto diventi sede disagiata», anche se negli uffici pugliesi la mancanza di organico non arriva al 20% (contro il 75% di Locri). Il Tar del Lazio dà ragione al pm Cosentino in sede dal febbraio scorso. Fino a poco tempo fa ce n’era un terzo, Federico Nesso, trasferito anche lui dopo il maxi esodo dei pm Ilaria Auricchio, Monica Gargiulo, Federica Fortunati, Giorgia De Ponti e Giovanna Cannarile. Tutto questo mentre in tv e sui mezzi di informazione si urlava all’impotenza della magistratura nel contrasto alla criminalità organizzata, determinata magari da un governo e da una politica collusi con le cosche. Cosentino oggi è a Taranto (sua, tra le altre, la famosa inchiesta sulle protesi al seno fatte pagare illecitamente al servizio sanitario nazionale) ma Locri la conosce bene dal momento che c’è già stato qualche anno fa, durante la sanguinaria faida tra i Cordì e i Cataldo. Sa bene a cosa va incontro. Ma partecipa al bando e lo vince, spinto anche dal legame che lo unisce a uno dei massimi esperti di ’ndrangheta, il procuratore aggiunto di Reggio Calabria Nicola Gratteri. Il Csm prima gli dà il via libera, poi ferma tutto. Inspiegabilmente. O meglio: nonostante la valutazione di professionalità sia stata positiva, l’assemblea “legislativa” delle toghe blocca il trasferimento «per evitare che anche Taranto diventi sede disagiata». Strano, visto che gli uffici pugliesi presentano una percentuale di scopertura dell’organico al 18%, cioè al di sotto della soglia minima prevista dalle legge (la n.133 del 4 maggio 1998) fissata al 20.
QUANTE SCUSE
Non solo, ma l’ordinamento richiede pure che per considerare disagiata una sede debba intervenire un’apposita delibera del Csm, su proposta del Guardasigilli che la individui come tale. Su Taranto delibere del genere non ce ne sono. Pertanto, come impone la legge, al momento della pubblicazione del bando il 17 marzo di quest’anno, i requisiti il pm Cosentino li ha tutti e due soddisfatti. Già è difficile trovare qualcuno disposto ad andare in procure come quella di Locri e, una volta che c’è, il Csm, a sorpresa, revoca la nomina a 15 giorni dalla precedente accettazione. Cosentino chiede alla III commissione di Palazzo dei Marescialli di riesaminare la pratica: si tratta pur sempre di una sede, Locri, scoperta al 75%, una vera emergenza nazionale. La commissione è favorevole, il plenum invece blocca tutto di nuovo.
Gli resta solo il Tar del Lazio. Che gli darà ragione proprio venerdì scorso, 24 settembre, accogliendo l’istanza di sospensiva e fissando la discussione di merito al prossimo 15 dicembre. «Il ricorso appare assistito dal fumus boni iuris in quanto alla data del 17 marzo 2010, data di pubblicazione del bando per sedi disagiate, la procura di Taranto non ne presenta le caratteristiche, sicché sussistono i presupposti per l’accoglimento della domanda del ricorrente a Locri» si legge nella sentenza della I sezione del Tar Lazio. Ma perché non si manda al fronte un volontario? Cosa c’è, se c’è, dietro? Può essere solo formalismo giuridico? Certo, anche se qualche dubbio viene approfondendo il personaggio Cosentino. Delle correnti Anm, dicono in Calabria, se ne frega: non partecipa al gioco delle assegnazioni, men che meno a quello degli incarichi, non fa vita associativa nell’Anm. Raccontano che ami solo tre cose: Giorgio Gaber, la musica lirica e il diritto. Come diceva qualcuno: “a pensar male si fa peccato...”.
Sopra, scena di un agguato di ’ndrangheta. In alto, Salvatore Cosentino il sostituto procuratore presso la Procura di Taranto che ha chiesto di essere trasferito a Locri (Oly)
. ”SEDEADALTORISCHIO”
Il bancario del Pd si costituisce ma non fa nomi «Ho rubato ma resta un segreto a chi ho dato i milioni»
ROBIN HOOD O LADRO?
Stefano Berton, bancario e consigliere Pd
compiere la sua opera “pia”. Insomma, un bancario che con gli anni si era trasformato in una sorta di Robin Hood: rubava ai ricchi (i suoi clienti della banca) per dare ai poveri (le famiglie bisognose che conosceva). Per ora, nei suoi confronti non è scattata nessuna ordinanza d’arresto, forse anche perchè Berton ha confessato tutto. L’unica cosa che, però, ha già dichiarato non ammetterà mai è il nome dei disperati cui ha consegnato il denaro.