Libero 3/10/2010, 3 ottobre 2010
E SU FACEBOOK NASCE IL GRUPPO “UCCIDIAMO BELPIETRO”
«Persona ottusa, stupida e servile, che mortifica la professione del giornalista. L’emblema della faccia da schiaffi!». Di chi si parla, secondo voi? Chi è il detestabile personaggio che si cela dietro questo equilibrato ritratto? Sì, avete indovinato. È proprio lui: il direttore di Libero, Maurizio Belpietro.
E chi lo presenta in questa simpatica veste? Ma una nuova accolita di intellettuali che si è riunita nelle ultime ore nel salotto telematico di Facebook sotto lo slogan “Uccidiamo Belpietro”. Come si vede un buon tema di dibattito e un buon esempio di come
si possa svelenire il clima, proprio nelle ore on cui il ministro dell’Interno, Roberto Maroni lancia l’allarme e chiede di abbassare i toni anche in internet. Il clima, invece, a quanto pare piace torrido a un numero sempre crescente di persone. Se appena avviato il gruppo, infatti, contava 66 raffinati pensatori, ieri sera erano già saliti a 98. Un centinaio di simpatici compagnoni che si intrattengono sul tema di attualità “come uccidere un direttore di giornale”.
D’altra parte, fin dalle prime ore successive all’attentato, in internet si erano dati appuntamento i più scatenati appassionati di dietrologia. Soprattutto intorno ai siti cari a grillini e finiani la tesi era chiara: l’agguato è tutta una montatura orchestrata da servizi deviati e oscuri poteri, naturalmente berlusconiani, «una bufala per far crescere i consensi». E se anche l’attentato era vero, comunque «Belpietro se l’era cercata» e, ovvio, la colpa era di Silvio. Ora c’è qualcuno che sembra essere andato oltre. Preso atto del fallimento dell’altra sera, ha messo in piedi un bel seminario per pianificare il prossimo tentativo. E viva la libertà di pensiero.