Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2010  ottobre 03 Domenica calendario

«NON AMO ESSERE DIPINTO CON LA CRAVATTA AL COLLO»

«Il mio ritratto sarà composto fra otto giorni al più tardi. Di’? mi vuoi vestito come mi

hai veduto la prima volta al teatro, o con la mia pelliccia e senza il fazzoletto al collo, o piuttosto in tabarro? ma ve ne sono tanti di questi miei ritratti inferraiuolati che tu meriti d’averne uno distinto dagli altri. Io non amo di essere dipinto vestito come solitamente io vo, perché odio queste fogge moderne, e massime la cravatta al collo, che pare un laccio, e poi veramente A me non

piacque il vil mio secol mai.

La pelliccia avrebbe più del pittoresco, ma non so se ti piacerà. Farò nondimeno quello che tu vorrai. Il ritratto deve restare a te, e tu devi giustamente farlo dipingere come ti sarebbe più caro. Per me, non so ancora che suggerirti rispetto al tuo. Lo bramerei in un’attitudine malinconica, pittoresco ma non romanzesco, e nel campo qualche albero di verde fosco, come di cipresso o di quercia. Lascia del resto fare al pittore: s’egli è artista davvero ed è stato innamorato, saprà fare assai meglio di quanto io potrei dirgli. E chi è quel pittore che vedendoti così bella non sapesse trarre partito dalla tua divina fisionomia? Non ti porre sul capo né acconciature, né cenci francesi, né fiori. Lascia stare i tuoi capelli come stanno, e la natura li renderà più belli assai di quant’arte mai volesse porci il tuo parrucchiere. Il braccio ignudo, e l’abito bianco; se tu vuoi uno scialle, il colore più acconcio mi parrebbe il nero; o se risaltasse troppo sul bianco, scegline uno che sia meno violento, ma che tiri al patetico. Mi piacerebbe che tu avessi sulle ginocchia o in mano un libro; il Werther, o l’ Ortis, e fa’ sì che il pittore faccia delle lettere maiuscolete nelle pagine, per cui si distingua che hai uno di questi due libri».