m. val., Il Sole 24 Ore 2/10/2010, 2 ottobre 2010
IL CAOS A WALL STREET DOVUTO A UN ALGORITMO
Tutta colpa d’un algoritmo. Il flash crash, l’improvviso crollo della Borsa americana il 6 maggio che spaventò investitori e governi, ha un responsabile. Parola della Sec, che ha dato alle stampe l’esito di mesi di indagini: è stato l’uso di un sistema di contrattazioni computerizzate da parte di un grande trader per una massiccia vendita di future a scatenare il caos su una piazza con i nervi già a fior di pelle. Il rapporto, 87 pagine, ha concluso che il trader senza nome (probabilmente Wadell & Reed Financial) scelse di ricorrere a un algoritmo per trattare l’ E-mini future, un contratto «agganciato» all’andamento dell’S&P 500. L’operazione avvenne a enorme velocità: in tutto 20 minuti, 35mila contratti in soli sette minuti. E spedì in cortocircuito il mercato: la liquidità si esaurì e scattò l’effetto contagio, capace di bruciare rapidamente 900 miliardi. Le lezioni: vasti ordini automatici di vendita sono rischiosi. Soprattutto, in un mercato sempre più sofisticato e hi-tech, serve un nuovo coordinamento nella regolamentazione.