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 2010  agosto 30 Lunedì calendario

FRAMMENTO DEI FRAMMENTI CHE RISPONDONO ALLA VOCE "CREMASCHI, GIORGIO"


Come diceva il compianto Felice Mortillaro, non c’è mai stata una fusione che non abbia ridotto l’occupazione. Giorgio Cremaschi segretario Fiom del Piemonte a ”la Repubblica” 7/1/99)

Giorgio Cremaschi, della Fiom nazionale: «La nostra democrazia sindacale ricorda il Sud Africa prima di Mandela, con una minoranza bianca che vota e una maggioranza nera che può solo ribellarsi», promette che la lotta «sarà lunga, pesante e articolata, colpirà direttamente la produzione», avverte che «il nostro modello è la Juve: non mollare mai» (Paolo Griseri, la Repubblica 9/5/2003; la Repubblica 14/5/2003)

Giorgio Cremaschi (uno dei segretari nazionali Fiom): «No, non siamo una forza del passato, noi guardiamo al futuro: la nostra ambizione è portare la sensibilità del movimento new global nei luoghi di lavoro, la critica al liberismo dentro la produzione». [16] ([16] Riccardo De Gennari, ཿla Repubblica࿝ 25/4/2004)
Giorgio Cremaschi, leader della sinistra Fiom: «La Cgil deve rifiutare la trattativa. vero, il modello del ’93 non va bene, ma non se ne deve fare un altro». [13] ([13] Enrico Marro, Corriere della Sera 8/6/2005)

Giorgio Cremaschi (Fiom): «Noi puntiamo ad uscire dall’accordo del ’93 ”da sinistra”. Pensiamo che vada realizzata una grande operazione di redistribuzione del reddito, come, peraltro, dimostra pure l’ultima indagine della Banca d’Italia. Per questo proponiamo che la produttività sia distribuita con il contratto nazionale». [9] ([9] Roberto Mania, la Repubblica 20/1/2006)

colpisce la iattanza di un Giorgio Cremaschi (ala dura della Fiom) che accusa Epifani di avere la sindrome del Governo amico. […]C’è lo zampino Cgil anche nella scelta di Cesare Damiano di riaprire il capitolo sui contratti a termine. A Cremaschi e i suoi non basta. Il rischio ora è che la lotta al lavoro precario diventi solo ideologica e assuma il valore simbolico-identitario delle 35 ore. E si è già visto che su bandiere solo ideologiche i Governi cadono più facilmente. (Il Sole 24 Ore 07/11/2006, Alberto Orioli)

Secondo Giorgio Cremaschi, il segretario generale nazionale della Fiom-Cgil, "l’incidenza negativa sulle buste paga dell’aumento dell’Irpef locale sommato all’aumento delle tasse sui servizi, comporta una riduzione del reddito netto disponibile per tutti coloro i quali percepiscono redditi oltre i 25 mila euro lordi, anche se hanno figli a carico e quindi godono degli sgravi previsti dalla finanziaria, nonché per tutti i lavoratori che non hanno carichi familiari, anche se collocati ai livelli più bassi." (vari, Framm 131048)

Giorgio Cremaschi, segretario dei metalmeccanici della Fiom e leader della corrente di sinistra della Cgil: «La Fiom ha 18mila delegati: siamo facilmente infiltrabili, non ci sono mezzi per impedirlo». […]Cremaschi: «Oggi nei luoghi di lavoro non ci sono più grandi movimenti di lotta. C’è invece la solitudine dei lavoratori. Ai quali i terroristi dicono: guarda che la Fiom, i delegati, non servono a niente, non combineranno niente. Si infiltrano, immagino, per reclutare. Il terrorista sceglie la strada del tradimento della fiducia, della dissimulazione, della doppiezza». […]Cremaschi: «Non ci sono solo i precari: tanti lavoratori a mille, mille e 200 euro al mese fanno una vita senza speranza, senza prospettive. Noi siamo avversari dei terroristi proprio perchè proponiamo, con grandissima difficoltà, l’idea che un altro mondo è possibile, e che lo si può conquistare con la lotta sociale». ([10] Antonella Rampino, La Stampa 14/2/2007)

Cremaschi: «Sarebbe grave escludere i centri sociali, negarne la costituzionalizzazione; perché i centri sociali accolgono emarginati, giovani, migranti. Parlano un linguaggio a volta inaccettabile, peraltro non peggiore di quello dei talk-show politici, ma non hanno nulla a che vedere con il terrorismo». [16] ([16] Aldo Cazzullo, Corriere della Sera 16/2/2010)

Che significa che si devono ”costituzionalizzare” i centri sociali? Fausto Durante, l’unico riformista della segreteria Fiom: «Chi va in in posti dove all’ingresso ci sono scritte come ”Digos boia” e ”Sbirri assassini”, chi pensa che le manifestazioni siano l’occasione per la caccia ai poliziotti, si pone fuori dalla legalità. La differenza tra me e chi la pensa come Cremaschi è che io in questi posti non ci vado». [17] ([17] Enrico Marro, Corriere della Sera 17/2/2010)

I suoi [della CGIL] esponenti di sinistra, Giorgio Cremaschi e Gianni Rinaldini, hanno dato interviste sostenendo che non vi sarebbe nessuna tentazione di solidarietà verso il brigatismo se non esistessero in Italia la "solitudine operaia" e "ampie aree di disagio". Senonché il giornalista Filippo Facci ha fatto loro notare che al Nord, cioè dove agirebbero di preferenza i nuovi brigatisti, la maggioranza degli operai ha votato per il centro-destra (45,7 contro 37,5). Stessa cosa i disoccupati: 42,5 contro 38,8. E idem i pensionati, non solo al Nord, ma in tutto il paese: 48,7 al centro-destra, 37,5 al centro-sinistra. Cremaschi e Rinaldini non hanno risposto. I moderati della Cgil, d’altra parte, hanno in genere preferito non farsi intervistare. (Giorgio Dell’Arti, Vanity Fair 21 febbraio 2007)

Chi ultimamente ha spesso condiviso la battaglia della minoranza ma non è uno di loro è Giorgio Cremaschi, dirigente della Fiom e iscritto a Rifondazione: «Ho appena rinnovato la tessera del 2007 alla sezione di Mirafiori». La sua analisi è nuda e cruda: «La nostra crisi è evidente, ma viene negata dal gruppo dirigente che si arrocca sempre di più e impedisce la discussione». Secondo lui, tutto il quadro politico si sta spostando: «Verso l’alto, cioè verso un’oligarchia che soffoca la partecipazione democratica. E verso il centro moderato, con Prodi e adesso pure con Casini. Mi chiedo allora quale sia il ruolo del mio partito se non insistere su una scommessa a mio avviso già perduta. Forse sarebbe ora di infrangere un tabù: quello dell’uscita dal governo». (Riccardo Barenghi, La Stampa 29/3/2007)

Per non parlare della Fiom, i metalmeccanici, che hanno in segreteria Giorgio Cremaschi, esponente della sinistra estrema di Rifondazione. (Enrico Marro, Corriere della Sera 27/6/2007)

Ma l’iniziativa [lo scalino dei 58 anni] non è piaciuta alla sinistra del partito: Giorgio Cremaschi, leader della corrente «Rete 28 aprile», l’ha definita, durante il comitato politico, un «pastrocchio che metterà i lavoratori gli uni contro gli altri» (Antonella Baccaro, Corriere della Sera 16/7/2007)

La posizione alternativa che vuole l’uscita dal governo e non accetta nemmeno lo scalino di 58 anni nel 2008, raccoglie solo 22 voti, tra i quali quelli del sindacalista Fiom Giorgio Cremaschi e del senatore Giannini. (Amedeo La Mattina, La Stampa 16/7/2007)

Quaderni Rossi, la rivista degli «eretici» di sinistra. Della nidiata faceva parte anche Giorgio Cremaschi, capo della sinistra Fiom, poco amato all’interno del gruppo dirigenziale per via di una certa attitudine ad esternazioni incendiarie che gli hanno però garantito, oltre alla visibilità, anche una rendita di posizione. E’ lui l’ufficiale di collegamento con quello spazio che si sta aprendo a sinistra dei Ds e ancora più in là […]Se ieri Rinaldini si accalorava per spiegare che la Fiom non farà campagna per il «no» nelle fabbriche e si rimetterà alle decisioni della Cgil, il leader della minoranza Fausto Durante invocava invece un impegno diretto per convincere i lavoratori ad accettare l’accordo, mentre Cremaschi chiedeva di spiegare anche le ragioni del «no». Nella corsa a chi è più duro e puro c’è sempre il rischio di perdere qualche pezzo per strada. (Corriere della Sera 13/09/2007, pag.9 Marco Imarisio)

Dicono che sia l’unica persona, nella Cgil, a poter dire di tutto, ma proprio di tutto, a Giorgio Cremaschi e Gianni Rinaldini. Anche le cose più atroci. Escludendo la possibilità che i due siano fisicamente intimoriti da Carla Cantone, donna di non esile corporatura, non resta che una spiegazione: nei recenti anni più duri la segretaria confederale in questi giorni più vicina a Guglielmo Epifani è stata alla testa del dipartimento industria e contrattazione della Cgil e sa farsi rispettare. […] l’ex presidente della Federmeccanica Alberto Bombassei, che con Carla Cantone ha avuto contatti anche ruvidi. Ma ne sa qualcosa anche Cremaschi, che più d’una volta l’ha vista all’opera nelle trattative. (Sergio Rizzo, Corriere della Sera 14/9/2007)

leader dell’ala sinistra della Fiom Giorgio Cremaschi che è arrivato subito al sodo chiedendo al sindacato nazionale di «prendere atto della realtà e per i prossimi rinnovi di pretendere il doppio, cioè oltre 200 euro mensili di aumento». (Corriere della Sera 24 febbraio 2008, Roberto Bagnoli)
«Ma quale alternativa?» taglia corto Giorgio Cremaschi, componente dell’ala di minoranza della segreteria nazionale e grillo rompiscatole della Cgil. «Polverini ha firmato tutti gli accordi nazionali, compreso quello sul welfare proposto dal governo Prodi. Certo, l’ha firmato anche la Cgil, e ha sbagliato, perché adesso ci ritroviamo con gli operai del Nord che votano Lega e sono iscritti all’Ugl». (Marco Cobianchi, Panorama 7/5/2008)

Il segretario Gianni Rinaldini, vicino a Rifondazione e promotore di un appello a sostegno della Sinistra l’Arcobaleno, è a sua volta sotto il tiro di Giorgio Cremaschi, il leader storico, animatore della Rete 28 aprile, minoritario (3 per cento delle tessere Cgil) ma dotato di carisma, specie televisivo. (Panorama 12 giugno 2008, RENZO ROSATI)

Il commento di Giorgio Cremaschi (Rete 28 aprile - Cgil): ”Quel licenziamento [del macchinista Dante De Angelis] è un atto di autentico fascismo aziendale” (Alessandra Mangiarotti, ”Corriere della Sera” 17/8/2008).

A meno che non si intervenga nella direzione indicata da Visco e condivisa dal vicepresidente della Commissione Lavoro della Camera, Giuliano Cazzola (Pdl) («considerazioni corrette») ma respinta dalla sinistra comunista che ha alzato la sua barriera con il segretario di Prc, Paolo Ferrero, e il segretario della Fiom-Cgil, Giorgio Cremaschi. (Roberto Mania, la Repubblica 26/10/2008)

Finora in Italia, per fortuna, significativi episodi di ’bossnapping’ non si sono visti. Ma la polemica s’è immediatamente incendiata davanti alle tesi giustificazioniste di alcuni esponenti sindacali, come i leader dei metalmeccanici Gianni Rinaldini e Giorgio Cremaschi. (Stefano Livadiotti e Maurizio Maggi, L’Espresso, 30 aprile 2009)

ontro la posizione del governo si annuncia un «conflitto durissimo in autunno» a giudizio di Giorgio Cremaschi, segretario nazionale dei metalmeccanici della Fiom perchè «il governo», ha affermato, «vuole limitare in maniere autoritaria la libertà di contrattazione e ridurre il salario del contratto nazionale. E lo fa usando la leva fiscale in maniere discriminatoria tra i lavoratori quando questi sono tutti allo stesso modo creditori di una maggiore giustizia fiscale».« chiaro», ha proseguito Cremaschi, «che in questo modo il governo propone una soluzione al problema dei salari che è persino peggiore delle gabbie salariali proposte dalla Lega: quelle infatti sarebbero regione per regione, secondo Sacconi invece dovremmo avere le gabbie azienda per azienda. Siamo alla rottura e l’autunno sarà segnato profondamente da queste scelte del governo». (Angelica Ratti, ItaliaOggi 25/8/2009)

Cedendo alle pressioni della sinistra che ha nei metalmeccanici della Fiom la propria roccaforte, ha rifiutato di firmare l’accordo sulla riforma dei contratti all’insegna di una maggiore flessibilità. Qualcuno sostiene che ha puntato i piedi perché sperava in una spaccatura del ”fronte padronale” tra chi non avrebbe mai permesso alla Marcegaglia di andare avanti senza di lui. Un calcolo basato su informazioni parziali. Un errore di cui Epifani si è ben presto accorto. Di fatto, ha vinto la linea ”antagonista” di Giorgio Cremaschi e Claudio Rinaldini, i dioscuri della Fiom. Tra il mal di pancia delle altre categorie e delle componenti meno radicali. (Stefano Cingolani, Il Foglio 12/9/2009)

Per Giorgio Cremaschi, segretario nazionale della FiomCgil, dietro questi numeri «c’è solo la perdita del posto di lavoro, la paura e anche una debolezza sindacale a cui noi cerchiamo di fare fronte». (G. Pog., Il Sole-24 Ore 30/9/2009)

E Giorgio Cremaschi, segretario della Fiom-Cgil che un anno fa aveva parlato di «fa­scismo aziendale» [sulla vicenda De Angelis]: «Questa sen­tenza conferma la validità del­l’articolo 18 dello Statuto dei la­voratori ». (Alessandra Mangiarotti, Corriere della sera 27/10/2009)

Giorgio Cremaschi, leader della sinistra Cgil, anche lui una vita nella Fiom, conferma: «Sì l’ho visto anch’io il successo di Di Pietro tra i lavoratori in lotta. Per ora riempie un vuoto politico a sinistra. Penso che toglierà voti, soprattutto nel Centro-Sud, al Pd e ai partiti dell’estrema sinistra». Un caso di abilità politica, secondo Cremaschi, che però comincia ad avere un seguito perfino nella Fiom, il sindacato che più di sinistra non si può: «Mi capita ormai di incontrare nostri delegati che fanno riferimento all’Italia dei Valori. E’ successo in Molise (la terra di Tonino), ma anche in Abruzzo, a Roma, a Napoli». Anche per il leader della sinistra Cgil il segreto di Di Pietro è il suo «parlare diretto»: «Alla Fxt, fabbrica occupata di Parma dominata dalla Fiom, lui ha preso il megafono e ha detto: "Non sono mai stato comunista, ma vi dico che mai come ora ci vuole tanta lotta di classe". Ed è stato un successo » . Demagogo? Populista? «No. In senso tecnico è come Berlusconi, un grande comunicatore. Se poi tra i lavoratori, passata la crisi, si rivelerà una meteora non lo so. Ma sta occupando un vuoto politico e si sta infilando anche negli spazi lasciati liberi da un sindacato burocratico e distante dai lavoratori». (Enrico Marro, Corriere della Sera 27/12/2009)

L’articolazione della base, la sconfitta di Rinaldini e Podda e l’isolamento di Giorgio Cremaschi, prossimo al pensionamento, hanno oggettivamente indebolito le posizioni massimaliste. (Enrico Marro, Corriere della Sera 05/05/2010)

Giorgio Cremaschi, fondatore della Rete 28 Aprile, l’area di estrema sinistra della Cgil. «I nuovi equilibri della Fiom dovranno anche tener conto del netto rafforzamento della componente degli epifaniani, guidata da Fausto Durante, che è passata dal 18% al 27% e che preme per un riallineamento della Fiom alla politica della Cgil» (varie, Framm 213449).

Di conseguenza le previsioni del Corriere della Sera, della Stampa, del Sole 24 Ore, testate nelle quali la Fiat esercita una qualche influenza, sono per una vittoria travolgente dell’eventuale referendum tra i dipendenti sull’accordo separato. Probabilmente hanno ragione, il che viene indirettamente confermato dal capo della corrente più dura della Fiom-Cgil Giorgio Cremaschi che non vorrebbe far celebrare la consultazione dei lavoratori. (Sergio Soave, Il Foglio 16/06/2010)

A partire da quando alla guida della Fiom è arrivato Gianni Rinaldini, pupillo - con Giorgio Cremaschi, che poi è il vero rebelde di casa Fiom - di Sabattini. (Ettore Colombo, Il Riformista 17/6/2010)

L´associazione industriali di Brescia - ha accusato ieri il leader Fiom Giorgio Cremaschi - ha convocato Cgil, Cisl e Uil proponendo un patto territoriale costruito a immagine e somiglianza di quello realizzato per lo stabilimento del Lingotto. «Solo uno sciocco può pensare che quello che vuol ottenere la Fiat non lo pretendano tutti gli altri industriali italiani», ha detto Cremaschi. (ETTORE LIVINI, la Repubblica 30/7/2010)