iltempo.it, 8/7/2010, 8 luglio 2010
Un nuovo show spopola nella «laica» Turchia. «Converti l’infedeli» è il programma trasmesso dalla Kanal T, un’emittente giovane che si sta specializzando in programmi alternativi
Un nuovo show spopola nella «laica» Turchia. «Converti l’infedeli» è il programma trasmesso dalla Kanal T, un’emittente giovane che si sta specializzando in programmi alternativi. «Converti l’infedele» è stato ideato da Seyan Soylu, un famoso transessuale ispiratore di format alternativi. Il meccanismo è semplice: dieci concorrenti, scelti tra 200 aspiranti che devono superare un test per dimostrare di essere veramente atei, gareggiano per convertirsi aiutati da un prete, un imam, un rabbino e un monaco buddista che li seguiranno durante il loro travaglio interiore e si esprimeranno sulla reale conversione. Il vincitore potrà partecipare a un pellegrinaggio nella località santa della religione scelta: Gerusalemme per ebrei e cristiani, La Mecca se il convertito sceglierà l’Islam, e il Tibet per il buddismo. Il progetto mira a trasformare dei miscredenti in seguaci di Dio. I concorrenti non possono vedere questo viaggio come una fuga, ma come un’esperienza religiosa. Il programma ha già ricevuto il fermo «no» della comunità musulmana che ha rifiutato di far partecipare un imam alla trasmissione e la disapprovazione dei teologi, che lo considerano blasfemo. Per partire i produttori hanno dovuto chiamare un imam dall’estero. Di contro, i sociologi guardano allo show con interesse e curiosità. Contraria anche la Chiesa ortodossa di rito greco e armeno. Ma l’audience non è stata all’altezza delle aspettative. Il progetto, secondo gli autori, nasce per mettere dall’esigenza di sottolineare quanto in Turchia sia rispettata l’identità religiosa, in prospettiva dell’ingresso nell’Ue. In Europa i gruppi per i diritti umani hanno espresso preoccupazione per la libertà di fede delle minoranze non musulmane. Successo inaspettato in Malaysia per talent show a sfondo religioso. Un sorta di Xfactor per aspiranti predicatori. Nel format «Imam Muda», Giovane Imam, dieci aspiranti predicatori devono competere per affermarsi come imam di successo: il tutto in un’atmosfera patinata. Le sfide in cui devono gareggiare riguardano i precetti e gli insegnamenti dell’Islam, come ad esempio, in una puntata, le abluzioni di cadaveri e il loro seppellimento secondo rito islamico. Il programma, nelle intenzioni dei produttori, vuole presentare in chiave più moderna l’islam e trovare un leader religioso che sappia coinvolgere le giovani generazioni. Per la durata del programma, i concorrenti vivono tutti in una moschea, senza telefonini e computer. Spietato il meccanismo di eliminazione: a giudicare i partecipanti l’ex grande Imam della mosche nazionale di Kuala Lampur. Come ogni concorso che si rispetti anche in «Imam Muda» il premio è piuttosto ambito. Il vincitore si aggiudica un viaggio a La Mecca e un master presso l’Università saudita di Medina. Ascolti stellari e proposte di matrimonio per i concorrenti. Per le donne musulmane i giovani imam sono generi ideali e così è scoppiata la febbre della trasmissione con ragazze che inviano proposte di matrimonio ai concorrenti.