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 2010  luglio 30 Venerdì calendario

FRAMMENTO DEI FRAMMENTI CHE RISPONDONO ALLA VOCE "D’URSO

MARIO"

2009
L’appuntamento più in dell’intero periodo natalizio è però stato il brunch domenicale di Giuliana e Paolo Clerici, quest’ultimo presidente del gruppo armatoriale CoeClerici.[…] Per gli amanti del sushi non mancava l’opportunità, ma i quasi 200 invitati non hanno indugiato nel preferire, tra le numerose specialità cucinate dai Cerea, gli gnocchi ripieni di fonduta al tartufo bianco particolarmente apprezzati soprattutto da Giuseppe Gazzoni Frascara e da Mario D’Urso.
Fonte: Margherita Dalmonte, MilanoFinanza 10/1/2009

2008
«Che brutta notizia, mi dispiace moltissimo, perdiamo un grande personaggio, un vero signore, un uomo molto generoso...». Al telefono da New York, la voce di Mario D’Urso (foto), avvocato, ex senatore, da sempre vicino agli Agnelli, informato della scomparsa di Nuvoletti ha un leggero fremito. «Abbiamo sempre provato affetto reciproco e passato bei momenti insieme, soprattutto a Cortina. La sua conversazione era un dotto fiorire di battute e aneddoti. Come definirei il suo inconfondibile stile? Eccentrico-elegante, che è la cosa più difficile, perché ci vuole molto buon gusto. Certi capi che ricordo? Un magnifico cappotto in casentino e alcune giacche sportive. Che classe».
Fonte: Gian Luigi Paracchini, Corriere della Sera 5/4/2008

2007
[Benedetta Geronzi] Il primo dicembre 2007 ha sposato nella chiesa romana di Santo Spirito in Sassia Bernabò Bocca (Torino 15 ottobre 1963), figlio di una marchesa Visconti di Modrone, presidente di Federalberghi. […] tra i 650 invitati [altri] Mario D’Urso.
Fonte: Giovanna Cavalli, Corriere della Sera, 12/2/2007

L’elenco completo degli 861 ex senatori che prendono il vitalizio parlamentare. Nome per nome, gli anni di contributi e l’assegno mensile.] Senato 5 anni di contributi - Importo mensile 3.108 euro: [altri] D’Urso Mario.
Fonte: L’Espresso 08/02/2007, Primo Di Nicola

Ma «le opere d’arte devono dare un’emozione spiega Mario D’Urso, maestro d’eleganza italiano ཿ, io ho appena comprato una scultura di Manetti che mi ha emozionato e senza spendere una fortuna ». Il punto, riflette D’Urso, è che «i nuovi ricchi hanno una grande insicurezza perciò esibiscono tutto ciò che hanno». Però, aggiunge l’ex senatore, «meno male che ci sono, le grandi famiglie di un tempo erano molto morigerate, i nouveaux riches invece sono spendaccioni, un po’ cafoni, ma almeno fanno girare i soldi, mica si tengono tutto, è una specie di redistribuzione della ricchezza».
Fonte: Claudia Voltattorni, Corriere della Sera 6/12/2007

La notizia gli è rimbalzata addosso mentre l’assemblea di Bankitalia volgeva al termine.
Un sussurro, una chiacchiera, un vocio sempre più insistente e, alla fine, anche Mario D’Urso si è dovuto arrendere. «Lo confesso, non riuscivo a credere che fosse vero», racconta l’ex senatore, che di casa Agnelli è da sempre uno dei frequentatori più assidui. Ora si è rassegnato? «Purtroppo i fatti sono incontrovertibili: Margherita ha citato in giudizio persone di specchiata onestà, amministratori fedelissimi che da anni lavorano per il bene della famiglia». Avrà avuto i suoi motivi, non crede? «Certo, ma faccio fatica ad ipotizzarne uno che sia solido, concreto e non dettato da supposizioni o, peggio, da sospetti». Sta dicendo che questa vicenda è frutto di un colpo di testa, una sortita estemporanea dell’unica figlia dell’Avvocato? «Macché, mi guarderei bene dal sostenere una tesi del genere. Invece avanzerei un’altra ipotesi, probabilmente più vicina alla realtà. Cose simili, purtroppo, possono capitare quando di mezzo ci sono tanti quattrini». E cioè? «Dietro la decisione di Margherita, scorgo l’impronta di qualche avvocato affamato di denaro. Ce ne sono molti in giro: ti convincono che sei stato raggirato e ti promettono un risarcimento. Ma in realtà mirano soltanto a incassare una congrua percentuale sulla cifra che, eventualmente, riescono a farti avere in tribunale». Margherita Agnelli, però, ha già ricevuto 109 milioni di euro come sua quota ereditaria. «E cosa posso aggiungere? Beata lei... Da quel che so, oltre il denaro ha ottenuto proprietà immobiliari, opere d’arte, insomma una fetta consistente del patrimonio. Vedrà che tutto si risolverà in uno spiacevole incidente di percorso, una baruffa quasi naturale nella storia di un grande clan. Mi spingo perfino a indicare una data per la tregua». Quale? «L’otto giugno, quando festeggeremo gli 80 anni di Marisa Nasi. La famiglia si riunirà come era riunita al completo il 12 maggio scorso, a Palazzo Pallavicini, per il compleanno di Marella. Mi basta ricordare l’atmosfera di quella giornata per capire che siamo davanti a una nuvola passeggera. Non finirà come Dynasty, vedrete. Io scommetto sul lieto fine».
Fonte: Enzo D’Errico, Corriere della Sera 1/6/2007

[Festa per Marella Agnelli.] Dai fratelli Carlo e Nicola Caracciolo alle cognate, le sorelle di Gianni, fino agli amici di tutta la vita, come Mario D’Urso, [altri].
Fonte: Corriere della Sera 13/05/2007, pag.22 Vera Schiavazzi

2006
I re sanno che la classe non dipende dal portafoglio come testimoniano il banchiere Mario D’Urso o [altri].
Fonte: Alberta Marzotto; Affari & finanza 10//7/2006, pagina 21

[Lella Bertinotti] Altri amici famosi? «[altri], Mario D’Urso, un grande snob, il nostro amico più vip. Simpaticissimo».
Fonte: Corriere della Sera Magazine 30/03/2006, pagg.46-52

2004
Judy Thorne, prima moglie di John Kerry: il matrimonio nel 1970, il divorzio 12 anni dopo. Motivo: la forte depressione di lei («Non ne potevo più di mentire per la sua carriera»). Nel dopoguerra la famiglia Thorne era proprietaria del ཿDaily American࿝, il giornale per americani diffuso in Italia e Grecia. L’ex senatore Mario D’Urso: «Mi ricordo Judy. Era una nostra amica, studiava in Italia prima di tornare negli Usa per l’università».
Fonte: Gianna Fregonara, Corriere della Sera࿝ 5/2/2004

2003
Una ventina d’anni fa al Sweetings, ristorante che vantava la migliore clientela e il pesce più buono e fresco d’Inghilterra e al raffinatissimo ristorante Publout si incontravano le grandi speranze della finanza, figli dell’establishment fra cui gli italiani come Pietro Antonelli, Luigino Barzini, Niccolò Tubini, Giorgio Cefis, Nello Picella, e Gianfranco de Carli, Gianluca Salina. Il mondanissimo Mario D’Urso, faceva le sue apparizioni, correndo tra una partita di tennis, un incontro con Jacob Rothschild e un cocktail party dell’ambasciatore. Era una tappa essenziale nel suo valzer tra i luoghi più sacri della high society. Ma adesso è molto raro incontrarli nel Miglio Quadrato della City.
Fonte: Paolo Filo della Torre La Repubblica Affari & Finanza 27/01/2003

2001
Andrea Monorchio (del quale sono amico e ammiratore).
Fonte: Mario D’Urso, Panorama 11/01/2001

"Mariagrazia", a Nerano (costiera amalfitana) propone una pasta con le zucchine che manda in sollucchero Mario D’Urso.
Fonte: Panorama del 19/7/2001 a pagina 209

centro benessere Spa-Deus di Chianciano (già visitato da Francesco Rutelli, Mario D’Urso, Sergio Cola e Clemente Mastella).
Fonte: Su Il Foglio del 05/09/01 a pagina 2.

2000
"Passare le vacanze in Nuova Zelanda non è poi così divertente. Mario D’Urso, che c’è stato, definisce quel lontano posto Noia Zelanda". 7 gennaio 2000
Fonte: Il meglio di Alta Società, di Carlo Rossella, Rizzoli

Mario D’Urso, senatore di Rinnovamento italiano, rifiuta gli inviti "nel modo più semplice e sintetico: grazie ma questa sera sono occupato". Senza dettagli: "puzzano di bugia". D’Urso, che sostiene di non accettare inviti senza la certezza di poter ricambiare, ha pranzato recentemente con la regina d’Inghilterra, a Londra, per il compleanno della principessa Margaret.
Fonte: Antonella Piperno su Panorama del 9/11/2000 alle pagine 100-106.

1997
Mario D’Urso, finanziere, senatore di Dini e intimo di casa Agnelli: «Io sono parte dell’establishment, ma non quando faccio il senatore. Lo sono nel mio attaccamento a una certa Napoli scomparsa, nel vestirmi sempre, di sera, in completo blu. Non lo sono, ahimè, in questo momento: parlare alla stampa è un comportamento non da establishment. Insomma, la parola allude a un’organizzazione, mai a una persona. La Curia romana, l’istituzione che più ha conservato se stessa. La Bocconi. La Scala, ma non quando c’è la prima. E poi il circolo della Caccia a Roma. Io non ne faccio parte, ma rappresenta l’aristocrazia legata al papato: i Torlonia, i Colonna, i Del Drago. Conclusione: contano i riti. Fanno più establishment i commessi del Senato che un qualunque eletto dal popolo».
Fonte: Panorama, n. 4, 1997