Marco Belpoliti, La Stampa 26/7/2010, pagina 29, 26 luglio 2010
Il divoratore di biglietti da visita - Ne ho raccolti per anni, così oggi ho un intero piccolo bauletto pieno
Il divoratore di biglietti da visita - Ne ho raccolti per anni, così oggi ho un intero piccolo bauletto pieno. Sto parlando dei biglietti da visita, i cartoncini su cui è indicato nome e cognome dell’intestatario, carica onorifica, indirizzo, telefono, e ora anche e-mail. Qualcuno preso a caso dal mucchio: Francesca V. direttore di un istituto di cultura italiano all’estero, con l’emblema della Repubblica, stella a cinque punte e ramo d’alloro intorno, impresso a rilievo, bianco su bianco; Marzia C. ricostruzione unghie: due mani con lunghe unghie bianche che reggono tre tulipani, indicato solo il numero del cellulare; Nicola D., frutta e verdura: mele, banane, ananas, uva, su fondo giallo; Ristorante Al Molo: vascello a vele spiegate disegnato su un mare procelloso, colore di fondo azzurro. Sono biglietti da visita, ma anche réclame pubblicitarie tascabili. Sembra che l’invenzione del biglietto sia da attribuire ai Cinesi, sotto forma di striscia di carta da far precedere, mediante un messo, con il nome del visitatore che sta per arrivare. In realtà, il primo biglietto da visita che si conosce è del 1715, in Francia. All’inizio recava solo il nome della persona, poi in seguito è inserito anche il titolo e il recapito dell’intestatario. La maggior parte dei biglietti oggi in uso sono realizzati in cartoncino e la loro dimensione standard è di 8,5x5,5 cm. Naturalmente esistono biglietti di varie dimensioni e anche di differenti materiali. In Giappone è assolutamente indispensabile; in quella società è infatti decisivo stabilire a quale livello si colloca il proprio interlocutore, e il biglietto lo dice immediatamente. In Italia si usa più come promemoria che per definire il proprio status sociale, e molte persone ne sono prive; ma se si è assunti con un incarico medio-alto, il biglietto è tra le prime cose attribuite dalla società al nuovo dipendente. Ora ho scoperto che esiste un lettore elettronico che scannerizza biglietti da visita sia in italiano, inglese, francese, tedesco, spagnolo, e naturalmente cinese: 90 €. Si collega via Usb e si sincronizza su Outlook; si scaricano i dati anche su palmari e cellulari, così la ricerca dell’interlocutore è facilitata. Le sue dimensioni contenute: 10 cm x5x2,5. In questo modo potrò eliminare la scatola dei vecchi biglietti, e trasformarli in impulsi elettronici. Come ebbe a dire Marx, tutto quello che è solido svanisce nell’aria. Meglio: in un software.