ERNESTO ASSANTE, la Repubblica 28/7/2010, 28 luglio 2010
I CONSUMATORI BATTONO LA APPLE NON È REATO "CRACCARE" IPHONE E IPAD - ROMA
Quello della Apple è un universo chiuso: un "circuito" composto dall´iPhone e dai suoi software per acquistare contenuti, da iTunes e App Store: il telefono si collega ai due "negozi" virtuali e solo da questi può aggiornarsi. È un sistema che molti considerano una "prigione", perché consente di caricare sull´iPhone solo i software autorizzati dalla Apple. Ma da oggi dalla prigione sarà possibile fuggire, abbattere le sbarre virtuali, praticare quello che gli smanettoni del software chiamano "jailbreaking". Il "jailbreaking" (lo sbloccaggio degli iPhone per caricare nel telefono software non autorizzati dalla Apple e non scaricati da iTunes) è infatti da oggi una pratica che non potrà essere perseguita. Lo ha stabilito il Congresso americano che ha modificato alcune delle regole stabilite dal Digital Millennium Copyright Act del 1998, rendendo legali alcuni procedimenti in grado di bypassare le misure tecniche messe in atto dalle case di produzione sui loro prodotti per prevenire l´uso non autorizzato di materiali coperti da copyright.
È il primo passo verso una piccola ma importante rivoluzione, quella che potrebbe portare a modificare le abitudini di tutti gli utilizzatori degli iPhone. E del neonato iPad, che ugualmente vive solo in relazione con iTunes e l´App Store di Steve Jobs, attraverso i quali aggiorna il proprio sistema operativo e, soprattutto, può caricare film, libri, giornali, musica e programmi, aprendo loro un mercato molto più ampio di applicazioni prodotte da terzi. Oggi i programmi dell´App Store vengono distribuiti solo dietro autorizzazione dell´azienda di Cupertino, e questo ha suscitato spesso polemiche da parte delle aziende che hanno realizzato software che la Apple ha rifiutato di distribuire attraverso la sua rete.
La revisione della legge da parte dei Copyright Office della Library of Congress, ha stabilito che il "jailbreaking" non va a perseguito perché non è una pratica che viola le regole del diritto d´autore e che ognuno è libero di caricare quello che vuole sul proprio telefono. La legittimazione arriva dopo anni di proteste da parte degli utenti in disaccordo con la Apple, secondo la quale il "jailbreaking" altro non è che una modifica non autorizzata del proprio software.
Se si dovesse arrivare a un´apertura del mercato, a correre rischi non sarebbe la Apple, ma i suoi concorrenti: Nokia e soprattutto Google che ha il sistema operativo per cellulari Android, e ha costruito le sue fortune proprio sul fatto che il suo sistema, a differenza di quello di Steve Jobs, è aperto e lascia la possibilità agli utenti di caricare qualsiasi software sviluppato da terzi.
La portavoce di Apple, Natalie Kerris, ha sottolineato che, nonostante la nuova regola, il "jailbreaking" resta una pratica preoccupante per l´azienda di Steve Jobs, perché rende gli iPhone, «instabili e inaffidabili. L´obiettivo di Apple è assicurare ai propri clienti la migliore esperienza possibile con i loro iPhone e noi sappiamo che il "jailbreaking" può seriamente peggiorarne l´uso».
Le novità del nuovo regolamento sono comunque molte altre. D´ora in poi i proprietari di cellulari usati potranno eliminare le protezioni per cambiare operatore, toglierle dai videogame per motivi di sicurezza, o anche dai dvd per motivi di studio o insegnamento. Le nuove regole entrano in vigore da oggi e dureranno cinque anni: un periodo in cui, ancora una volta, tutto è destinato a cambiare.