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 2010  luglio 27 Martedì calendario

SPARTACO, BORGIA, AL CAPONE. TANTA VOGLIA DI KOLOSSAL

Mentre stiamo ancora qui a discutere sulla ripresa autun­nale di Santoro&Dandini e in­tanto che le sempiterne repli­che estive insultano il 46 per cento degli italiani rimasti a ca­sa, in America l’industria della tivù via cavo fa sul serio. E pen­sa ai telespettatori della pay- tv, partendo dal piccolo schermo a grande budget. La scommes­sa, infatti, si gioca sulla disaffe­zione: come fare a convincere gli utenti della cavovisione a non disdire gli abbonamenti in corso? La risposta è semplice: bisogna investire. Perciò an­che l’ultimo dei produttori d’intrattenimento indipenden­ti Usa è pronto a sborsare pa­recchi milioni di dollari, pur d’inchiodare al teleschermo gli utenti ormai stufi di medici, avvocati e poliziotti, fin qui pro­tagonisti di serie anche fortu­nate, ma giunte al capolinea.
Dopo l’orgia dei professioni­sti contemporanei, più o meno nevrotici, più o meno alle pre­se con problemi di routine, scocca l’ora del dramma stori­co molto costoso e pieno di det­tagli raffinati e di lusso, pensati apposta per intrigare la classe media, oppressa dalle tasse. D’altronde, l’epica sontuosa non è cosa nuova. Basti pensa­re al kolossal Ben Hur , oppure r
a Nascita di una nazione di D.W. Griffith, o ancora al colos­so da manuale Via col vento di Cecil B. DeMille, sinonimi d’un gigantismo spettacolare, basato sulle grandi saghe stori­che. Così, se i reality show sbia­discono ogni giorno di più, di­ventando merce grossolana in­vendibile, ben vengano le serie di punta, che costano molto, ma rendono altrettanto, se non di più, in termini di audien­ce e di vendibilità estera.
Apripista di tale tendenza è la Hbo, già nota al pubblico ita­liano per la sfarzosa serie Ro­me , incentrata sull’impero ro­mano e i suoi fasti (1.250 paia di sandali made in Bulgaria, 250 tuniche, 40 cavalli e 750 comparse per la scena del trionfo di Cesare...).E all’impe­ro ritorna, datandolo però an­ni Venti e Trenta, con Board­walk Empire , dodici episodi d’autore, firmati da Martin Scorsese e con Stephen Graham nei panni di Al Capo­ne, atteso al varco per il 19 set­tembre, con la messa in onda della prima puntata. I numeri sono impressionanti: budget di 5 milioni di dollari a puntata; 150 tonnellate d’acciaio per ri­costruire i pontili di una Atlan­tic City in pieno proibizioni­smo; 225 attori sul set, oltre 1000 comparse e 200 giorni per girare, fanno di Boardwalk Em­pire (con Steve Buscemi nel ruolo di Enoch Nucky Thomp­son, corrotto boss della politi­ca) una drammatica saga, che impegna il doppio delle risorse standard. Il classico stile Scor­sese (musica d’opera, mentre il sangue d’un gangster italia­no segue i contorni d’un mosai­co sul pavimento) fa di questo dramma un successo annun­ciato.
«Alle solite cose doveva­mo darci un taglio, con qualco­sa di più interessante da segui­re », dice Michael Lombardo, presidente della Hbo. I dram­moni di lungo periodo attrag­gono l’attenzione domestica e le vendite internazionali au­mentano, perché certe storie sono universalmente note (per tacere dei dvd, che hanno fatto la fortuna dell’emittente britannica Bbc, da sempre atte­stata sulla grande storia). Stan­do a Charles Schreger, capo della programmazione Hbo, la serie di Scorsese è stata preven­duta in 160 paesi.
La Showtime, nel frattempo, non dorme e, dopo i Tudor (passata su Canale Cinque) mette in scena i Borgia , con Jeremy Irons nel ruolo del pa­triarca Rodrigo, tiranno del XV secolo. Anche qui, non si conta­no i chilometri di velluto per i costumi, le comparse da corte rinascimentale e quant’altro faccia sibaritica atmosfera d’epoca.
Un’altra cable-tv, che punta sull’antico è Starz, pronta a va­rare Camelot (set a Dublino), con 7 milioni di dollari a episo­dio (ce ne sono 12) e dame, lord e gentiluomini a scatafa­scio, nonché Pillars of the Ear­th (budget: 40 milioni di dolla­ri), 8 puntate incentrate sulla costruzione d’una cattedrale gotica. Ma il piatto forte della Starz è Spartacus (13 episodi), sequel circense su Spartaco ed eroi umiliati, con molto san­gue, varie scene di lotta simil vi­deogame e 4.000 effetti specia­li, prevenduto in 50 paesi. «La gente ha bisogno di storie, ha bisogno di dramma e, al mo­mento, non li trova al cinema», spiega Neil Jordan, produttore esecutivo dei Borgia . Purtrop­po, ha ragione.