Giampiero Calapà, il Fatto Quotidiano 22/7/2010;, 22 luglio 2010
DENIS L’EDITORE E I GUAI (FINANZIARI) CON IL ”GIORNALE DELLA TOSCANA”
Denis Verdini, fatte le debite proporzioni con Sua Emmittenza Silvio Berlusconi, ha sempre avuto ambizioni sui media, tanto da creare in Toscana un piccolo impero, capace di drenare fondi pubblici per milioni di euro, più di 13 solo dal 2003 al 2005. Fiore all’occhiello di questa galassia - fatta di quotidiani, radio e agenzie - è il nuovo Giornale della Toscana, nato come redazione fiorentina del Giornale nel 1998, grazie a un’operazione messa in piedi da Verdini insieme all’uomo di Publitalia ”80 Roberto Tortoli.
Nella compagine iniziale della Società Toscana di Edizioni era presente con una quota anche la casa madre milanese, ma pochi anni dopo le cose cambiano: il quotidiano fondato da Indro Montanelli esce formalmente dalla società editrice e il Giornale della Toscana chiede e ottiene il finanziamento pubblico. Il primo direttore è Riccardo Berti, ex Nazione, recentemente scomparso che lascia nel 2000 in seguito ad attriti con la proprietà. Il successore Nicola Forcignanò lascia nel 2003 a Riccardo Mazzoni (già vice di Berti), eletto in Parlamento nel 2008. Alla guida del quotidiano oggi c’è Gianluca Tenti, nato e cresciuto professionalmente nella redazione di via Cittadella a Firenze.
L’amministratore delegato dell’editrice, invece, fino all’ottobre 2007 è Massimo Parisi, poi anche lui eletto a Roma e attualmente coordinatore toscano del Pdl. A Parisi succede Pierluigi Picerno, marito di una nipote di Verdini: amministratore delegato di tutta la galassia dei ”Verdini-media” della Toscana.
Il piccolo impero comprende anche il quotidiano, diffuso a Firenze e provincia, Metropoli Day, il settimanale Metropoli (editi dalla Società cooperati-va Settemari di Fabrizio Nucci, anche direttore dei giornali e nel Cda del Credito Cooperativo), e in passato il Cittadino di Siena (ceduto nel 2006) e la Toscana Daily News, agenzia al servizio del ”gruppo” fondata nel 2003 e chiusa nel 2007 con il licenziamento in tronco di sette giornalisti. Il Giornale della Toscana, nel corso degli anni progressivamente ridimensionato nell’organico e spezzettato (è stata fondata una società per i poligrafici: EdiGrafica, una per gli amministrativi: EdiSed, un’altra per la pubblicità: Intermezzi) è nelle edicole della regione in allegato al Giornale. Ma Verdini scopre di ”amare” l’editoria legandosi a Giuliano Ferrara ai tempi della sfida elettorale persa nel Mugello contro Antonio Di Pietro nel 1997. Poco dopo, infatti, entra in società con Veronica Lario nell’editrice del Foglio. Tra il 2003 e il 2004 Verdini ci prova anche con la televisione, ma l’operazione Canale10 (l’ex tv fiorentina di Cecchi Gori) fallisce. La competenza in materia, comunque, vale a Verdini il ruolo di relatore della legge sull’editoria nel 2003, a proposito di conflitti d’interesse.