Sandro Modeo, Corriere della Sera 20/07/2010, 20 luglio 2010
PERCHE’ IL CALABRONE VOLA - A
lungo, il calabrone ha sfidato l’aerodinamica col suo «volo impossibile», teoricamente inibito da un rapporto tra il peso corporeo e la minuscola portata alare. Oggi, quel volo non è più un mistero: le sue ali, oltre all’altissima frequenza del battito, hanno increspature che producono turbolenze vantaggiose, permettendo all’insetto di ri-catturare il vortice appena formato e di «galleggiare» nell’aria. Ma il calabrone mantiene intatta la sua attrattiva se si guarda alle strutture dei suoi nidi: concrezioni di fango (di simil-calcestruzzo) giuntate come canne d’un organo da chiesa, in cui le larve vengono protette e nutrite prima di trasformarsi in crisalidi e poi in adulti, pronti a triturare gli involucri per uscirne. Sono prodigi geometrici che rilanciano la domanda sull’istinto architettonico’ e persino estetico – di tante specie viventi.
Sandro Modeo