ANDREA MALAGUTI, La Stampa 18/7/2010, pagina 30, 18 luglio 2010
Miracolo Evening Standard - Quando il miliardario russo Alexander Lebedev rilevò la maggioranza dell’Evening Standard il 21 gennaio del 2009, il giornale, fondato nel 1827, aveva 140 giornalisti, vendeva 140 mila copie e perdeva 30 milioni di euro l’anno
Miracolo Evening Standard - Quando il miliardario russo Alexander Lebedev rilevò la maggioranza dell’Evening Standard il 21 gennaio del 2009, il giornale, fondato nel 1827, aveva 140 giornalisti, vendeva 140 mila copie e perdeva 30 milioni di euro l’anno. Il direttore Geordie Greg si trovò così di fronte a due possibilità purtroppo abbastanza classiche e ipoteticamente inevitabili: tagliare il numero dei redattori puntando con forza su Internet, aumentare il prezzo del quotidiano avendo la certezza di rinunciare ad altri lettori. Greg ha scelto una terza via, continuare a fare un giornale di approfondimento - è stato lui il primo ad annunciare le dimissioni di Gordon Brown - distribuendolo gratis, senza trascurare le notizie del mondo ma concentrando la propria attenzione e la distribuzione su Londra. E avendo come unico concorrente Metro (free press distribuita al mattino). Nel giro di un anno l’Evening Standard, consegnato in 8 mila chioschi soprattutto alle entrate delle metropolitane ha visto aumentare le entrate pubblicitarie del 60% e, dopo aver ridotto la redazione con 20 prepensionamenti, conta entro il 2012 di essere in attivo. Giornale di qualità, che ai lettori non costa niente e che promette di fare ancora più ricco l’editore. Miracolo? Un caso da studiare, difficilmente ripetibile. Diffuso in 600 mila copie e visto da almeno 1,4 milioni di lettori, l’Evening Standard va letteralmente a ruba tra le 4 e le 6 del pomeriggio, quando i londinesi escono dagli uffici e 1,2 milioni di pendolari tornano verso la periferia. Nel mondo le città con caratteristiche simili si contano sulle dita di una mano.