ALBERTO PRIERI, La Stampa 18/7/2010, pagina 27, 18 luglio 2010
bufera politica sulle quote latte - Il voto di fiducia dei senatori (170 sì, 136 no) sul maxiemendamento alla manovra finanziaria era compreso anche il rinvio del pagamento delle multe per gli allevatori che hanno superato le quote latte
bufera politica sulle quote latte - Il voto di fiducia dei senatori (170 sì, 136 no) sul maxiemendamento alla manovra finanziaria era compreso anche il rinvio del pagamento delle multe per gli allevatori che hanno superato le quote latte. Non una «sospensione», come previsto nel prima versione del testo, ma una «proroga»: il pagamento slitta dal 30 giugno al 31 dicembre. Sulla vicenda le polemiche non si placano e si è aperta una crepa politica. L’emendamento era stato annunciato due settimane fa dopo il presidio di Copagri sotto il Pirellone a Milano e la Lega lo ha difeso coi denti superando le perplessità dello stesso ministro all’Agricoltura Giancarlo Galan (Pdl) e di mezzo governo (oltre alla netta contrarietà del centrosinistra). Copagri, quarta sigla sindacale agricola, cresciuta all’ombra del Carroccio aveva chiesto la sospensione «non per non pagare, ma per verificare i dati reali sulla produzione, visto che l’ultima relazione del ministero dell’Agricoltura ha evidenziato cifre sballate su numero di animali, stalle e quintali di latte». «L’approvazione del Senato è un atto dovuto - ribadisce Antonino Bedino, presidente Cosplat (i Cobas piemontesi) - già tre indagini hanno confermato gli errori sulle multe. Ora, invece di andare in Europa a chiedere di tartassare chi ha munto il latte, il ministro pensi a come restituire i soldi a chi ha pagato e non doveva farlo». Galan non ha gradito: «Cavour, che fu anche ministro dell’Agricoltura si sarà rivoltato nella tomba. Sulla vicenda quote latte ci giochiamo la nostra credibilità in Europa». «In Italia gli splafonatori sono circa 1500, solo 108 avevano aderito alla rateizzazione e quindi sono gli unici a poter beneficiare del rinvio della prima rata, che solo per loro ammonta a 19,5 milioni di euro - spiega Giorgio Apostoli, responsabile Settore zootecnia di Coldiretti -. Altri 1.171 avevano solo manifestato l’intezione di pagare, ma poi non hanno sottoscritto il contratto con Agea (Agenzia per le erogazioni in agricoltura, ndr)». Sono aziende di Veneto, Emilia, Lombardia e Piemonte. Così è già partita la protesta degli agricoltori del Sud al grido di ”Lega ladrona”. Il presidente di Confagricoltura Campania, Michele Pannullo: «La Lega ha difeso gli splafonatori storici del Nord e così tutti i contribuenti dovranno pagare la nuova sanzione che imporrà l’Ue». Almeno un miliardo e mezzo di euro, che si aggiungono ai 4 già sborsati dall’Italia e che, proprio attraverso le multe, gli allevatori dovrebbero restituire alle casse statali. «Cifre da verificare, poche aziende non possono aver generato una somma simile - interviene Claudio Sacchetto, neoassessore leghista all’Agricoltura in Piemonte -. E non ci vengano a dire che difendiamo gli agricoltori del Nord contro quelli meridionali: al Sud non si sa bene chi abbia pagato i contributi Scau, che fine faranno i piani di sviluppo rurale, quanti errori delle agenzie regionali per l’agricoltura abbiano generato debiti e sanzioni poi ripianate dallo Stato». Le maggiori organizzazioni sindacali agricole non ci stanno e preparano una settimana di proteste. La Confagricoltura giovedì porterà in piazza i suoi allevatori a Cremona, due giorni dopo a Napoli. Il presidente, Federico Vecchioni si dichiara sulle posizioni del ministro Galan: «Rispetto delle regole, innovazione, fondi per l’agricoltura. Questa vicenda invece, oltre ad essere il trionfo dei "furbi", ha del paradossale, poiché, in una finanziaria in cui non ci sono soldi per niente e nessuno, esce come dal cilindro di un prestigiatore il rinvio di un pagamento che costa parecchi milioni all’erario». Di beffa agli onesti parla Giovanni Puliti del vertice Cia: «Un regalo agli splafonatori. Oltre a rinviare il pagamento, consente loro di mantenere le quote avute attraverso la legge Zaia lo scorso anno che invece dovevano essere condizionate al versamento della prima rata: protesteremo con un sit-in davanti a Montecitorio il 22 luglio». Martedì davanti alla Camera manifesterà Coldiretti. Il presidente Sergio Marini: «Se i conti sulle quote e sulle multe sono sbagliati, allora lo Stato, che in vent’anni non ha saputo fare i calcoli giusti, restituisca i soldi a chi ha pagato le multe: noi abbiamo sempre rispettato la legge, ora la legge rispetti noi». Entro fine luglio il maxiemendamento dovrà passare anche alla Camera. L’Ue (che lo ha già giudicato contrario alla normativa europea) aspetta quella data prima di avviare lanuova procedura di infrazione. Ortofrutta Cambiano gli aiuti In arrivo nuove regole per il calcolo degli aiuti alle organizzazioni di produttori. Non c’è ancora la maggioranza di Stati favorevoli, ma l’Italia lo è.Pesca Un bonus da favola Polemiche nel mondo anglosassone per la buonuscita (voluta dai governi) da 300 mila euro per 3 anni all’ex commissario per la Pesca, il maltese Joe Borg.Cagliari Wine bar all’aeroporto Vino e voli. Argiolas, storica casa sarda, ha aperto un suo spazio degustazione all’aeroporto di Cagliari. Oltre ai vini sono in offerta specialità tipiche sarde.Verduno Incontro di 1100 vignaioli Stasera per festeggiare i dieci anni del Gruppo Campari-Cinzano si ritrovano 1100 conferitori di uve in arrivo dalle province di Asti, Cuneo e Alessandria. Nel weekend più torrido dell’anno, con le temperature che raggiungono i 40 gradi in città, Coldiretti lancia l’allarme: nelle campagne, soprattutto nella Pianaura padana, dove si è impennata la colonnina di mercurio, il caldo fa crollare la produzione di pomodori e di latte. La produzione di pomodori destinati a polpe, passate e conserve scenderà a 600 quintali per ettaro contro gli 800 delle passate stagioni. «Sopra i 30 gradi - spiega Coldiretti - anche le piante vanno in stress, e nonostante l’irrigazione, non riescono più a crescere e si fermano». Problemi di stress da caldo anche per le mucche, che producono fino al 15 per cento di latte in meno rispetto ai 30-35 litri giornalieri della mungitura normale. In soccorso, nelle stalle, state sistemate doccette, ventole e condizionatori mentre nell’alimentazione degli animali vengono utilizzati integratori a base di potassio.Carne Allarme Argentina Il ministro irlandese Brendan Smith ha lanciato l’allarme per l’invasione di carne argentina. Buenos Aires ha chiesto una quota di 300 mila tonnellate. Modena Difesa dell’aceto balsamico Il successo dell’aceto balsamico nel mondo ha stimolato gli imitatori. La tutela della Dop e Igp in Italia e all’estero è stata al centro di un convegno a Modena.Biologico Indagine sui sostegni La Commissione Ue ha lanciato un bando per uno studio su uso ed efficienza degli aiuti pubblici per l’agricoltura biologica. Scade il 16 settembre. Borsa massima di 250 mila euro. Info negli uffici Ue. Al Salone del Gusto di ottobre non troverete salmone affumicato, abbiamo risposto «no» alle richieste dei produttori. Lo abbiamo fatto a malincuore (alcuni affumicatori sono amici storici di Slow Food) e qualcuno non l’ha presa bene. La spiegazione è semplice, anche se drammatica: l’allevamento di salmone non è più sostenibile. A fronte del calo degli stock di salmo salar gli allevamenti si sono moltiplicati. Consumiamo oltre 1,5 milioni di tonnellate di salmone allevato a fronte di meno di 1 milione di selvaggio. Ma a che prezzo? Innanzitutto al prezzo di tutto pesce grasso con cui sono nutriti salmoni, predatori carnivori e voraci: occorrono 5 Kg di aringhe o sardine per produrre 1 kg di salmone. Poi c’è l’inquinamento genetico (i pesci allevati hanno un patrimonio genetico più povero di quelli selvatici, con i quali si accoppiano quando scappano dalle gabbie) e l’introduzione di questa specie in aree che non la contemplavano: il «salmo salar» è tipico solo delle coste scozzesi, in tutti gli altri mari è specie aliena. Infine ci sono le scorie che si depositano sui fondali degli allevamenti, provocando asfissia biologica e inquinamento. In meno di 20 anni, il salmone allevato è arrivato su molte tavole: ma i costi ambientali li paghiamo e li pagheremo tutti. Ecco perché facciamo squillare la campana d’allarme: e, come ammonisce Hemingway, non chiedere per chi suona, suona per te.