Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2010  luglio 17 Sabato calendario

I TELEFONINI SONO 5 MILIARDI. ORA OGNI UOMO UN NUMERO

La questione si può liqui­dare con facilità: il telefonino è utile e comodo, per questo tutti lo vogliono. E infatti si sti­ma che ci­siano cinque miliar­di di telefonini su una popola­zione mondiale di sei miliar­di e 800 milioni di persone. Ogni anno aumentano le ri­chieste di abbonamento: cir­ca due milioni di unità in più. Praticamente tutti hanno in tasca lo stesso oggetto per uti­lizzarlo, essenzialmente, allo stesso modo. Comunicare e poter comunicare sono or­mai gli imperativi categorici che caratterizzano indistinta­mente la gente del pianeta Terra.
Cinque miliardi di telefonini sono il modo più pratico e im­mediato di vivere la globaliz­zazione. Se internet appare ancora uno strumento sofisti­cato, il telefonino è pura ed elementare trasmissione del­la parola, cioè una forma espressiva alla portata di tut­ti, qualora si escludano i bam­bini: un numero pari più o meno a quel miliardo e 800 milioni di cellulari che man­c­ano per coprire tutta la popo­lazione della Terra. Una diffusione di queste pro­porzioni non cambia soltan­to il modo di comunicare, mo­difica le caratteristiche del­l’umanità. Siamo noi a usare il telefonino o è lui che usa noi? Si provi a pensare al no­stro comportamento soltan­to una quindicina di anni fa: alla mattina si usciva di casa, si prendevano i mezzi pubbli­ci, si andava in ufficio dove ai comuni mortali era impedito telefonare, alla sera si rincasa­va e si riceveva o si faceva qualche telefonata. Oggi si fanno le stesse cose di quindi­ci anni fa, ma in tasca si ha il cellulare. Prima si spariva da­gli occhi di amici e parenti, adesso si è sempre reperibili, anche se il telefonino è spen­to, perché, si sa, scatta la se­greteria che, comunque, dice sempre chi ci ha cercato, e se si fa finta di niente si rischia di essere scortesi o di sembrare voler nascondere qualcosa.
Questo telefonino tanto co­modo e utile ci costringe a comportarci come vuole lui, e a vedere il mondo con i suoi occhi, cioè senza segreti.
Due esempi, due esperienze decisive per la formazione e per il cambiamento della vita di una persona: il viaggio e l’amore.Un viaggio costringe ad abbandonare le proprie abitudini, chiede disponibili­tà ad accogliere costumi e mentalità delle popolazioni che si visitano, e quanto più ci si spoglia di pregiudizi, tan­to maggiori sono le esperien­ze che accumuliamo nel ba­gaglio della nostra esistenza. Prima sono arrivati i viaggi or­ganizzati che hanno elimina­to con gli imprevisti anche quell’aspetto rischioso che fa del viaggio un’esperienza unica e affascinante. Adesso è arrivato il telefonino a chiu­dere in un «ciao, che tempo fa, qui fa caldo» grandi distan­ze: comunicare da un paese della Brianza o da uno della Polinesia è diventata la stessa cosa. Addio mistero del viag­gio, fine della magia di locali­t­à che appartenevano a un im­maginario fantastico: tutto è alla portata di telefonino. Co­modo, certo, ma livellante, omologante, come se non esi­­stessero più vere differenze di spazio e di tempo: quel viaggio è diventato un’espe­rienza fra le tante, senza la for­za di determinare e condizio­nare il nostro modo di pensa­re.
E l’amore? Si ricorda ancora cos’era l’attesa di una telefo­nata o una mancata risposta?
Il desiderio cresceva, l’ansia ci pervadeva, il dubbio tor­mentava: non vorrà farsi tro­vare? Aspetta di essere chia­mata? Non vuole più saperne di me? Quante storie nate e di­­strutte da quei telefoni in cui bisognava mettere il dito nel buco della rotella, che per l’agitazione scivolava via e bi­sognava rifare da capo il nu­mero! Adesso, se ti vuole ti ri­sponde, se no con te ha chiu­so, perché puoi essere sicuro che la telefonata è senz’altro arrivata. Semplice... però troppo banale!L’amore ha bi­sogno di ansie e passioni: il te­lefonino in tasca le spazza via in un attimo.
Viaggio al tempo dei telefoni­ni: amori coi telefonini... Vita da telefonini: tutto molto pra­tico, elementare e funziona­le, ma senza la fantasia della diversità o l’ansia e lo stupore per l’imprevisto.