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 2010  luglio 16 Venerdì calendario

IL MACHO DEL BARRIO HA UN’ANIMA GAY

«El macho vive mientras el cobardo quiere» un proverbio messicano che recita così: «Il macho vive mentre il codardo ci tenta soltanto» e racconta tutta la mitologia della mascolinità latina, una mitologia un po’ troppo spavalda, estroversa, che può eccedere in violenza e autodistruzione, ma che è anche seduzione, calore, genialità, cura dei figli e della rete amicale. "Macho" in Messico come in Argentina non ha un immediato connotato negativo. Quando uscì a Buenos Aires il mio libro
Machos sin animo de ofender (Maschi, senza offesa) fu per prima cosa adottato dalle scuole lacaniane, dagli psicoanalisti argentini che mi raccontavano che avevano moltissimi casi di adolescenti con problemi di identità sessuale.
Certamente il modello "macho" è un modello forte, difficile da gestire e da assumere soprattutto in concorrenza con una identità femminile che in America Latina è più emergente che altrove.D’altro canto Buenos Aires e l’Argentina sono da sempre un tempio degli omosessuali e non è un caso che un regista come Wong Kar-Wai vi ha ambientato una delle più belle storie d’amore gay,
Happy Together. E il tango, lo sanno tutti, prima di essere un ballo dove la donna avvolgeva l’uomo con le sue gambe era un ballo tra marinai, danzato negli angiporti e nelle bettole del quartiere La Boca di Buenos Aires. Quindi non è un caso che l’Argentina sia il primo paese dell’America Latina a riconoscere ai gay gli stessi diritti a una famiglia e a una prole delle coppie
straight.
Occorre però aggiungere che l’omosessualità latina, e argentina, ha caratteri storici un po’diversi da quelli europei e nordamericani.
Non potrò mai scordare lo stupore degli educatori della Mission, il quartiere latino di San Francisco, di fronte al rifiuto degli omosessuali messicani di essere definiti come tali. Loro rivendicavano le pratiche tra uomini come qualcosa di tipicamente maschile, un aspetto diverso, ma pur sempre maschile della sessualità. E con grande scandalo delle orecchie politically correct dei social workers californiani raccontavano la loro prima esperienza sessuale, quando uno "zio", un amico di famiglia li aveva "presi" mentre adolescenti si trovavano in un patio o in un giardino. Alla protesta del social worker che domandava perché non avessero
denunciato la cosa, la risposta spesso era «ma è stato piacevole». Questo la dice lunga su categorie, cassettini, classificazioni facili, proprio perché quando c’è in ballo la sessualità è difficile che ci siano modelli universali.
Quindi un "macho" può ben essere maschio nel vecchio senso della parola, un "duro" che fa boxe, che ha comportamenti virili e che vuole essere trattato come tale. Anzi molto spesso è questo eccesso di machismo con corredo di borchie, tatuaggi, muscoli e amore per le emozioni forti a caratterizzare molto del mondo gay. Che è un mondo duro, spesso violento, come raccontano molti romanzi argentini come Il bacio della donna ragno del grande Manuel Puig, come si può capire se si passeggia a San Telmo o a Barranca, la parte finale della calle Corrientes. Ma da un altro lato l’apertura di questi giorni mostra il cosmopolitismo di Buenos Aires e l’avversione ormai per le posizioni di una Chiesa che in Argentina è stata fin troppo dalla parte dei colonnelli.