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 2010  luglio 17 Sabato calendario

UN CUORE SOLO AL COMANDO - E’

questo che ti dice il cuore?» chiese Florencia. «Il cuore mi dice di tenerti stretta. La ragione, invece…». Il cuore dell´affascinante Gregorio Caccialupi straparla con il ritrovato amore adolescenziale Florencia, sposata Matranga: da Mister Gregory il nuovo gran romanzo (Sperling & Kupfer) della regina dei bestseller italiani, Sveva Casati Modignani. «Sopporta mio cuore: più atroce pena subisti/ il giorno che l´indomabile, pazzo Ciclope mangiava/ i miei compagni gagliardi…». Il cuore di Ulisse deve sopportare che le sue ancelle se la spassino con i Proci, per non rovinare il suo piano di vendetta; dall´Odissea, come la racconta Eva Cantarella nel suo piccolo appassionante "Sopporta, cuore…". La scelta di Ulisse (Laterza).
Il cuore dai mille significati (a Cuor leggero, con la morte nel Cuore, col Cuore in mano, di buon Cuore, affari di Cuore, persino Cuore nero, malattia della patata…) è ovunque, anche disegnato sulla copertina del recente La parola amore di René de Ceccatty (Archinto) e da anni dipinto da Jezek per "Questioni di cuore" sul Venerdì. Ma mentre sono state scritte, in riferimento alle emozioni, sublimi storie del cervello, ironiche divagazioni sul pene, terrorizzanti dialoghi della vagina, pare che fino ad ora nessuno si fosse cimentato con una storia di quell´organo essenziale del nostro corpo che è il cuore, per raccontarne ogni aspetto, fisico, metaforico, simbolico, rappresentativo, letterario, artistico, filosofico eccetera. Lo ha fatto adesso Ole M. Hoystad, che non è un autore di romanzi rosa né un cardiochirurgo né una star della posta del cuore e neppure un artista tipo il cicciolinesco Jeff Koons, responsabile di quel celebre Hanging Heart che dominava Palazzo Grassi a Venezia; preziosissimo malgrado se ne trovino più o meno simili in milioni di bancarelle, tanto da essere venduto nel 2007, a un´asta Sotheby´s a New York, per 23.561 mila dollari. Il professor Hoystad, tipico ciuffetto da intellettuale nordico biondo levigato, magro e di età indefinibile, specialista in Cultural Studies, insegna attualmente all´Università danese di Odense ed è norvegese: il suo Storia del cuore (edizioni Odoya, pagg. 317, euro 18) è coltissimo e Mister Gregory con la sua Florencia avrebbe difficoltà a ritrovarcisi: mentre dell´Odissea il professore cita proprio il brano riportato dalla Cantarella, perché mostra «l´emergere dell´uomo nuovo, che ottiene il controllo della propria mente e dei propri desideri mediante la riflessione e l´instaurazione di un dialogo con il proprio cuore». Si tratta di uno studio così ambizioso da mettere a disagio chi a Cuore di tenebra di Conrad, cui è dedicato un trascinante capitolo, preferisce Cuorematto di Little Tony, non segnalato dal saggio: che del resto, tra centinaia di autori soprattutto tedeschi, di italiani cita Umberto Eco, Dante, Bernardo di Chiaravalle e Pico della Mirandola, ignorando il nostro De Amicis e il suo celeberrimo Cuore. Di certo il dotto volume entusiasmerà gli studiosi postmoderni, che avendo magari in mente un saggio su Cinema e cuore (almeno 45 titoli in italiano, Cuore Selvaggio, Semplice, Solitario, Sacro, Cattivo, di Cane, di Vetro, di Mamma, in Inverno, Altrove, ecc.), scopriranno che l´epopea sumero-babilonese di Gilgamesh, trascritta probabilmente nel 2000 a. C, «tratta del potere del cuore». Dal profondo della storia umana e dalle sue prime emozioni, sino ai trapianti a cuore battente, Hoystad si dedica all´agostiniano "cor inquietum", che «cerca di scoprire le ragioni interiori ed esteriori della sua inquietudine»; trascinando il lettore in una voragine intellettuale che si limita per fortuna dei lettori più fragili, a studiare la complessità della sola cultura occidentale. E già qui, subito una notizia efferata per la Padania: Hoystad ci tiene molto a rilevare quanto la nostra cultura cristiana, per quel che riguarda il cuore e non solo, sia stata influenzata soprattutto dall´islamismo e dalla poesia persiana ed araba! E, antichi testi alla mano, lo dimostra. Nelle culture antiche il cuore veniva diversamente venerato: e per esempio gli egizi, quando imbalsamavano i corpi, rimettevano il solo cuore nella cavità toracica prima che fosse rinchiusa, mentre gli aztechi strappavano il cuore alle persone vive (vedi l´orrido Apocalypto di Mel Gibson) per offrirlo ancora pulsante ai loro dei. Orripilati, i conquistatori spagnoli di gran fede cattolica, per sradicale questa crudeltà, oltre a impossessarsi dei suoi immensi tesori, ridussero la popolazione da 25 a un milione di persone. «Chi erano dunque i senza cuore? I pagani Aztechi o noi filantropi occidentali?». Si chiede il professore norvegese, che del resto ricorda come anche gli dei norreni, quelli delle sue parti, come Odino dio degli impiccati (che infatti si impicca), erano adusi ai sacrifici umani con doppia morte, per strangolamento e pugnalata ovviamente nel cuore. Lungo i secoli, il cuore ne fa e ne subisce di ogni colore e si fa pure gay e anche un po´ pedofilo, soprattutto nel clero. La storia del cuore cita il fondamentale saggio di Le Roy Ladurie sul villaggio occitano di Montaillou durante l´Inquisizione tra il 1294 e il 1324 in cui si racconta di parroci che seducono ragazzine e di frati di gran successo tra i sedicenni. Tutto in nome del cuore? Si sa come sono gli studiosi nordici, poco portati al sentimentalismo: e infatti il professor Hoystad ci ricorda che alla fine il cuore fisico «non è affatto la sede delle emozioni. Si tratta di un sintomo e di un segnale che proviene da diverse parti del cervello – dai lobi frontale e occipitale, temporale e parietale – a seconda del tipo di emozione e passione con cui abbiamo a che fare». A San Valentino ci spediremo un bigliettino con simpatici lobi?