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 2010  luglio 12 Lunedì calendario

1970-2010: QUARANT’ANNI DI REGIONE

Soffia ancora il vento delle contestazioni, nel 1970. Celentano, con Claudia Mori, ha il titolo per vincere Sanremo «Chi non lavora, non fa l’amore». Poi i Mondiali di calcio, il favoloso 4-3 alla Germania e la resa, in finale, al Brasile di Pelè. Quando, il 13 luglio, nasce la Regione, il Piemonte ha 4,4 milioni di abitanti (come oggi, ma senza 310 mila stranieri), sei Province (ora 8) e 1209 Comuni (1206).
I primi 50 consiglieri s’insediano nella sala della Provincia presso la Prefettura, in piazza Castello. L’avvio è così: senza sede, con poco personale, senza statuto e senza regolamento. «Il primo a presiedere l’assemblea fu Gianni Oberto, il più anziano, io, il più giovane, feci il segretario», il ricordo è di Aldo Gandolfi, allora 34 enne, eletto per il Pri.
In 40 anni si è fatto tutto e di più. Nel 1975 fu acquistato Palazzo Lascaris, che dal 1979 ospita il Consiglio. L’organico è salito a 3300 dipendenti, senza contare quelli della Sanità, settore che si porta via molto del bilancio. Si sono avvicendati 386 consiglieri, di cui solo 54 donne (comprese le 12 attuali). E sono state poco più di una quindicina le amministratrici su 130 incarichi di giunta.
«Noi abbiamo lavorato gratis i primi due anni - aggiungono Nerio Nesi, ex Psi, e Gandolfi, che furono membri della commissione che elaborò lo Statuto -, dal ”72 fu prevista un’indennità pari al 60% di quella dei parlamentari». «Mi pare del 55 - corregge Ettore Paganelli, che fu assessore e poi capogruppo Dc -, ed eravamo solo 50».
Ora i seggi sono 60 e l’indennità è lievitata all’80%. I costi della politica regionale rendono anche vitalizi per chi si è seduto su quei banchi: il consigliere della prima legislatura riceve un mensile di 2 mila euro al netto delle ritenute, quelli successivi di più.
I primi presidenti furono Paolo Vittorelli (Psi) alla guida del consiglio regionale, Edoardo Calleri di Sala (Dc) al comando della giunta: si partì con una maggioranza di centro-sinistra (Dc-Psi-Psdi-Pri) con Msi e Pci all’opposizione. Nel ”73 la prima crisi: via Calleri avanti Oberto (Dc). Al vertice di piazza Castello furono eletti Aldo Viglione (1975-80, Psi), Ezio Enrietti (1980-83, Psi,), Viglione (1983-85), Vittorio Beltrami (1985-90, Dc), Gian Paolo Brizio (1990-94, Dc), Sergio Marchini (1994, Pli), Brizio (1994-95), Enzo Ghigo (1995-2005, Forza Italia, record di durata), Mercedes Bresso (2005-10, Ds-Pd) e da maggio scorso Roberto Cota (Lega Nord).
La legge istitutiva dell’ente imponeva 120 giorni per darsi lo statuto: si riuscì con un rush finale che costrinse l’assembla - riunita a Palazzo Madama - a fare le 7 del mattino. Sarebbero tanti i nomi da ricordare tra i «padri costituenti», tra loro uomini che possono ancora raccontare quell’avventura, come Adriano Bianchi, Adalberto Minucci, Claudio Simonelli, Valerio Zanone. L’esperienza era quella delle Regioni a statuto speciale: «Volevamo una Regione che avesse identità ma che fosse tassello dello Stato, non essa stessa Stato», dice Nesi. «Io ero stato sindaco di Alba - aggiunge Paganelli - e conoscevo l’esigenza degli enti locali: avere un punto di riferimento forte sul territorio».