Federico Fubini, Corriere della Sera 17/07/2010, 17 luglio 2010
LA BOLLA DELLE CASSANDRE FIDUCIA NELL’EURO, MALGRADO LORO
Quando il 5 giugno scorso il Sunday Telegraph chiese ai 25 economisti più influenti della City cosa pensassero dell’euro, i risultati furono scoraggianti. In dodici dichiararono che non sarebbe sopravvissuto altri cinque anni, qualcuno si spinse a prevedere che avrebbe perso i primi pezzi entro una settimana. Solo in otto confessarono che «sospettavano» che l’euro sarebbe stato ancora tra noi nel 2015. In quelle stesse settimane economisti celebri diffondevano più o meno lo stesso messaggio. Nouriel Roubini, della New York University, consigliava alla Spagna di prepararsi a lasciare l’euro. L’ex capo-economista del Fondo monetario internazionale, Simon Johnson, considerava ineluttabile per la Grecia avviarsi a un’insolvenza in stile argentino.
Niente di questo è successo e tutto può ancora succedere. Ma da allora l’euro è passato da 1,18 dollari (una quotazione pur sempre più elevata che nel giorno del debutto nel ”99) a 1,30 dollari ieri. Gli investitori hanno reagito a questa ondata di catastrofismo, spostando centinaia di miliardi sulla moneta europea. Malgrado gli economisti della City, le loro stesse banche ora stanno uscendo dalle attività in dollari e entrano in quelle in euro. Malgrado Roubini, la banca centrale cinese ha abbondantemente sottoscritto l’ultima emissione in euro del Regno di Spagna (che è stata un successo). Malgrado Simon Johnson, il programma di rientro per la Grecia resta sui binari (e in orario) ed è chiaro che l’Europa estenderà il sostegno fino a quando servirà.
Non siamo alla parola fine. Ma una lezione di metà percorso, è che fra le molte bolle di questi anni abbiamo vissuto anche quella delle Cassandre: gli iper-pessimisti a oltranza. Durante le bolle speculative, di solito fioriscono gli iper-ottimisti a oltranza. Irving Fischer nell’ottobre del ”29 annunciò che i listini non sarebbero mai più scesi. Frank Quattrone e mille altri hanno previsto fortune simili negli anni 90 e fino al 2007. Dopo un crac invece catturano la psiche del pubblico, vendono più libri e strappano più alte parcelle per i loro discorsi coloro che riescono a incutere più paura. Ma anche loro ogni tanto prendono qualche colpo di sole.
Federico Fubini