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 2010  luglio 16 Venerdì calendario

CAPITAN MALDINI FA AUTOGOL COL FISCO

Lui, il mitico capitano.Lui,il difensore rossonero per eccellenza, la ”bandiera” dell’era Berlusconi. Lui, la ”faccia pulita” del Milan e gli occhi azzurri più profondi e intriganti del mondo del pallone. Sì, Paolo Maldini potrebbe presto andare a processo per corruzione.
Secondo il pm di Milano Paola Pirotta, per evitare controlli fiscali, l’ex terzino avrebbe infatti versato soldi e altre ”utilità” al funzionario dell’Agenzia delle entrate Luciano Bressi finito agli arresti mesi fa - cui si sarebbe rivolto anche per acquisire dati riservati su un potenziale socio.
LE ACCUSE
Secondo l’accusa, fino al 23 giugno 2009, l’ex milanista avrebbe corrotto Bressi con somme di denaro per garantirsi l’esenzione di controlli fiscali da parte dell’ufficio di Milano. In cambio del favore, l’ex capitano rossonero gli avrebbe pagato non solo «l’onorario per lo studio (circa 40mila euro l’anno), ma anche la procura speciale della loro società, la Velvet Sas. Azienda da cui scaturivano ingenti corrispettivi ”in nero”. Si sta parlando di somme non inferiori a 185mila euro.
Tramite il compiacente funzionario, inoltre, Maldini, stando alle ricostruzioni della procura di Milano, avrebbe acquisito ”dati riservati” all’anagrafe tributaria (di qui l’accusa di accesso abusivo a sistema informatico) sul conto di Alessandro P.B., che faceva parte di una società in cui l’ex calciatore sarebbe voluto entrare per portare a termine un’operazione immobiliare in Toscana. Insomma, un suo futuro socio di cui voleva essere certo di potersi fidare.
LE INTERCETTAZIONI
A carico del Maldini ”nazionale” ci sono anche alcune intercettazioni. «Visto che si tratta di un impegno economico abbastanza...», dice l’ex milanista in una telefonata intercettata con Bressi «volevo fare una piccola verifica su Alessandro ... come si può fare... su di lui si può fare una verifica fiscale, nel senso se ha avuto problemi con la giustizia o col fisco?». L’inchiesta iniziata alcuni anni fa è proseguita a più riprese anche con alcuni arresti. E oltre al calciatore sono coinvolti anche diversi dipendenti dell’Agenzia delle Entrate milanese e commercialisti. Attualmente sono una quarantina gli indagati, alcuni dei quali hanno patteggiato in fase d’indagine. Il pm Pirotta ha, invece, chiesto l’archiviazione per la moglie del calciatore, Adriana Fossa, accusata di corruzione.
E così ora dopo averlo visto per anni correre sulla fascia del campo di calcio, presto potremmo invece vedere Maldini correre nei corridoi del Palazzo di Giustizia di Milano. Spetterà al giudice fissare l’udienza preliminare per discutere sulla richiesta di processo.
«Il mio assistito è estremamente tranquillo sull’esito della vicenda», ha spiegato il suo avvocato, Danilo Buongiorno, «sono sorpreso dalla richiesta di processo nei suoi confronti. Richiesta che arriva nonostante l’assoluta assenza di prova a suo carico».
Chissà se tutta questa brutta vicenda getterà un’ombra sull’immagine di ”fair play” che Maldini ha sempre dato. Un’immagine di calciatore onesto e serio che lo ha sempre contraddistinto sia sul campo sia nella vita privata. Mai un gossip, né uno scandalo su di lui né sulla sua famiglia.
Lui sempre pronto a spendersi per il prossimo, in particolare per i più bisognosi e deboli. Lui sempre pronto a fare beneficienza in giro per il mondo, ma anche nella sua Milano. Persino nel quartiere dove vive dove, ad esempio, ha deciso di regalare un nuovo campo di calcio alla parrocchia ”Mater Amabilis” dove ogni domenica si reca con la famiglia al completo.